Peppa Pig: la maialina più amata dai bambini
Peppa Pig, la maialina più amata dai bambini, ha superato un altro grande ostacolo: il cinema. E l'ha fatto egregiamente, con più più di due milioni di incasso in soli quattro giorni di proiezioni, distribuite tra 400 sale cinematografiche in tutta Italia.
Cifre che certamente faranno felici Phil Davies, Mark Beker e Neville Astley, coloro che disegnano, animano e raccontano le storie della piccola Peppa, in circolazione dal 2004 (dal 2010 in Italia). Cifre che, però, certamente non stupiscono, considerato il successo che la maialina e la sua famiglia sta avendo, e che sembra proprio non smorzarsi.
Perché Peppa non pare una meteora che arriva e poi, senza nemmeno accorgersene, scompare come è venuta. Pare piuttosto che la maialina dolce e rosa voglia entrare a far parte della storia dei cartoni animati di quasi tutto il mondo.
Ma come mai tutto questo clamore, per un cartone che all'apparenza non ha proprio nulla di speciale, e anzi, a primo acchito pare quasi demenziale?
Numerosi dibattiti si sono aperti a riguardo, su web e carta stampata. Al di là delle parole spese, il migliore modo per rispondere alla domanda in questione è accendere il televisore e guardarsi qualche puntata insieme agli oltre 500.000 bambini che, ogni giorno, in tutta Italia, si godono gli episodi "della Peppa".
Partiamo dalle evidenze:
Gli episodi durano pochissimo, cinque minuti. Dunque è semplice per tutti, grandi e piccoli, mantenere la concentrazione per un così breve lasso di tempo.
L'immagine, poi, è a dir poco essenziale. La prospettiva è cosa sconosciuta dai disegnatori, e insieme la tridimensionalità. I colori sono stesi uniformemente, senza la minima sfumatura, e i toni usati sono chiari, e soprattutto pochi: quanti ne può usare un bambino per fare un disegno attingendo dalla propria scatola di colori.
Quello che viene rappresentato durante gli episodi, è una famiglia normale, con una vita normale, in una casa normale, con amici normali. Insomma, l'identificazione nella maialina e nei suoi familiari è più che facilitata. C'è la sorellina più grande che a volte si occupa del fratellino piccolo (George, che con il suo "oink oink" strappa continui sorrisetti ai piccoli), c'è la mamma che lavora al computer da casa, il papà che esce per andare al lavoro e spesso prepara il pranzo o la cena, il nonno che si occupa dell'orto e la nonna che prepara buone merende, e soprattutto ci sono le gite allo stagno, al parco, in montagna, e le vacanze in campeggio.
Insomma, tutte situazioni in cui i bambini inevitabilmente si ritrovano, rappresentate con una semplicità estrema. Una realtà "reale", in cui però il bello viene amplificato, in cui le gite sono frequenti, papà e mamma sono spesso a casa, si passa tanto tempo all'aria aperta, sporcarsi non è affatto un problema (anzi, è divertente anche per Mamma e Papà Pig), vi è equilibrio e accordo tra parenti, amici e conoscenti, e le cose semplici (un gelato, una camminata, una barchetta di carta) fanno la felicità di tutta la famiglia.
Peppa Pig e tutta la "troupe" di animali (non scordiamo che tutti, nel mondo di Peppa, sono diversi, ma tutti vanno d'accordo. Un inno alla multiculturalità, insomma) infondono uno stato di serenità contagioso, che non solo si impossessa dei bambini, ma anche di mamma e papà, stressati da una giornata di lavoro, dal traffico di città, dl maltempo e dagli intoppi familiari e non.
Peppa fa ricordare a tutti, almeno per un po', quanto sia bello un prato verde, un cielo azzurro, un pranzo in famiglia, raccogliere fiorellini in un campo e fare una gita in barca.
E il risultato è sotto gli occhi di tutti: non solo i mini episodi sono seguitissimi in 180 paesi al mondo, ma sono spuntati da ogni dove gadget di ogni tipo: magliette, penne, mutande, piatti, asciugamani, accappatoi, tavoli e sedie, riviste, anelli, i-pad, album delle figurine.. e qualsiasi cosa si possa pensare!
Non mancano le critiche, tra gli animalisti che dicono che Peppa Pig è diseducativa perché non rappresenta gli animali per quello che davvero sono, e tra gli psicologi e i genitori scettici, che sostengono sia controproducente il saltare nelle pozzanghere di fango della maialina, i suoi capricci e i pianti del piccolo George. Inoltre, Peppa è diventata un tale fenomeno di marketing, che non possono certo mancare le paternali riguardo il consumo selvaggio scatenatosi in seguito alla distribuzione del cartone animato.
L'opinione pubblica è certamente divisa, ma rimane un dato di fatto: Peppa Pig & Co. hanno e stanno conquistando una bella fetta di globo, e pare che nessuno possa, al momento, fermare l'uragano Peppa.
Non ci rimane che rassegnarci e attendere che la maialina mondiale conquisti la presidenza degli States!
Clara Cappelletti