Libertà di Stampa e Diritto all’Informazione
Il dibattito sulla libertà di stampa e il diritto all'informazione è oggi più attuale che mai, tanto che anche il nostro Presidente della Repubblica ha sentito il bisogno di intervenire durante la cerimonia del Ventaglio alla stampa parlamentare. Dopo aver letto le sue parole, mi permetto di esprimere la mia opinione in merito alla questione, in quanto libero cittadino che gode, come tutti, del diritto di parola, sancito dalla nostra Costituzione.
Procedendo nel mio discorso, metterò tra virgolette le affermazioni del Presidente, per poi esprimere la mia personale riflessione.
“Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. È vero, ma è ancora più vero che prima di tutto si tratta di un atto eversivo e vergognosamente miserabile contro la Persona, poiché la si piega agli interessi di poteri politici, lobby, forze militari, partiti, e così via. E anche il nostro Paese non ne è esente.
“I giornalisti sono chiamati a svolgere una funzione di carattere costituzionale e un ruolo democratico decisivo”. Un ruolo democratico, ossia al di sopra delle parti. Tuttavia, affermare ciò, a mio avviso, non chiarisce del tutto il compito del giornalista, che non è solo quello di attenersi ai dettami della Costituzione, ma soprattutto di cercare e dire la verità, di dimostrare la realtà dei fatti. Questo è il compito principale di chi informa. È facile? Assolutamente no, soprattutto nei regimi totalitari, ma ciò non deve far venir meno il dovere morale, inteso come l'adesione a quei valori che appartengono alla coscienza, al carattere, allo spirito. Tralasciare la verità è, dunque, un atto truffaldino.
“Nel momento in cui ai giornali, alla stampa, alla radio e alle televisioni si sono affiancate le piattaforme digitali, appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi, con una tendenza, del tutto inaccettabile, dei protagonisti a sottrarvisi”. Un'affermazione perfettamente condivisibile. L’attenzione deve essere ancora maggiore, non solo da parte di chi scrive per informare, ma anche da parte di chi legge.
Il Capo dello Stato si è poi soffermato sui grandi temi di attualità internazionale, iniziando dall’Ucraina e dal Medio Oriente: “Spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale”. Parole sacrosante. Proprio oggi sentivo alla radio una discussione sul gravissimo problema della fame nel mondo; ebbene, se l’umanità smettesse di investire denaro in armi e destinasse quelle risorse diversamente, si risolverebbe questa vergognosa piaga.
Ha proseguito poi con l’affermazione: “La responsabilità di questo processo distorto incombe su chi aggredisce la libertà altrui e non su chi difende la propria libertà”. Mi sembra talmente evidente! Eppure c’è chi parteggia per l’aggressore. A queste persone mi viene da porre una domanda: vivete in una casa, magari con un piccolo giardino o un terreno, ereditato dalla fatica dei vostri genitori o acquistato con altrettanta fatica, e improvvisamente alcuni individui invadono la vostra abitazione, dicendovi che dovete ritirarvi in una stanza perché il resto lo vogliono loro. Che fareste? Glielo lascereste magari scusandovi e ringraziandoli della loro benevolenza per avervi lasciato una stanza, oppure difendereste la vostra libertà e il vostro diritto? Magari chiedendo anche aiuto ad altri?
La guerra, e tutto ciò che la precede e la porta a realizzarsi, nasce dall’odio; vediamo un crescente antisemitismo, un aumento dell’intolleranza religiosa – soprattutto contro cristiani e minoranze – un'intolleranza razziale, o un chiaro menefreghismo e violenza nei confronti dei più deboli. Domandiamoci il perché, altrimenti... Non c’è dubbio che si tratta di odio spesso alimentato via web e che deve essere “concretamente contrastato con rigore e severità”.
Per concludere: informare fa anche rima con educare, ma educare a cosa? Alla verità, perché solo questa ci può rendere liberi. Nasconderla, alterare o modificare le notizie, diffondere fake news è la maniera più certa per creare confusione e generare odio. È questo che vogliamo?