Ospedale San Matteo di Pavia: storia e servizi
Voglio concludere questa trilogia degli Ospedali lombardi, fatta come riconoscenza all'operato che in questi giorni di prova stanno prodigando, con l'Ospedale San Matteo di Pavia. Ovviamente la riconoscenza va a tutti i nosocomi lombardi e non, anche se non sono menzionati in questi articoli.
Interessante è la storia di questo ospedale infatti, la prima pietra fu posta il 29 giugno del 1449 su sollecitazione del frate domenicano Domenico da Catalogna, il quale trovò il favore sia dell'autorità ecclesiastica che da quella più laica.
Deve il suo nome al fatto che fu edificato nel sito dove sorgeva il monastero benedettino di San Matteo, che fu soppresso dal papa Nicolò V. Era anche chiamato ospedale della Pietà per sottolineare che doveva essere questa virtù a caratterizzarne l'assistenza e la cura.
L'ospedale era altresì posto sotto la protezione perenne della Santa Sede, inoltre erano concesse le indulgenze ai morenti nell'ospedale, alla Confraternita laicale che aveva contribuito alla sua costruzione, ed era esentato da ogni imposizione fiscale. Il primo ricovero avvenne il 23 giugno 1456, ed era aperto ai malati di qualunque condizione sociale provenienti da ogni dove. La prassi era quella di sottoporre il soggetto a una accurata visita e se ritenuto malato si procedeva al ricovero. Veniva allora assegnato un letto perfettamente approntato, un camice e un copricapo con l'interno di lino. Vi era altresì l'obbligo, per il ricoverato, della confessione al momento del ricovero. Questo era una modalità comunemente in uso negli ospedali medievali, dove all'anima si dava una importanza primaria.
Oggi il Policlinico San Matteo si caratterizza per la sua realtà polispecialistica, assistenziale e di ricerca, con 455 sperimentazioni cliniche. Provvede al ricovero ed alla cura di pazienti affetti da patologie acute e croniche e offrendo alla popolazione prestazioni e servizi vari. Si svolgono anche attività assistenziali, didattiche e di ricerca, corsi di studio nell'area medico-sanitaria. Presta particolare attenzione alle discipline dei trapianti, delle malattie cardiologiche e di quelle pneumologiche, alle ricerche ematologiche e infettive. Ha al suo attivo procedure di ecografia e radiologia interventistica di alto profilo. Nel 2017 il Nosocomio ha prodotto ben 675 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, instaurando anche collaborazioni scientifiche internazionali. Attualmente il San Matteo ha 240 progetti avviati, tra i quali si evincono quelli sulle malattie invalidanti di cuore e polmoni, di trapianti di organi addominali, quelli di midollo osseo e staminali. Altre ricerche sono dedicate alle patologie croniche su base immunitaria, agli organi artificiali e l'interventistica mini invasiva o robotizzata.
Molte sono le collaborazioni del San Matteo con realtà scientifiche ospedaliere di tutto il mondo, ricordo qui quelle europee. Con la Spagna con strutture site a Tarragona e Barcellona; con la Francia con il Centro Ospedaliero di Montpellier; con la Svizzera, con la Svezia, con la Germania e con la Danimarca. Un ospedale, il San Matteo, davvero all'avanguardia nella ricerca e nella cura delle malattie che, dopo ben 571 anni dalla sua nascita, ancora si dimostra all'altezza del suo compito di assistenza e cura.
Termino con un ringraziamento al personale medico e infermieristico per l'opera che stanno egregiamente svolgendo in questo delicato momento, testimoniando nei fatti lo spirito del frate domenicano Catalogna.
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