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Befana: dolci sì, ma quali? Guida alla calza

  • Ilaria Senati

befanaL’Epifania tutte le feste si porta via”… In compenso dolci di ogni genere e tipo regnano sovrani sulle tavole e nelle “calze” della maggior parte degli Italiani.

Regnano scuse tipo “una volta l’anno si può fare uno strappo alla regola”, ma siamo così sicuri che si tratti poi di una volta soltanto?

Se la Dieta Mediterranea ha sempre primeggiato tra le più salutari linee guida in fatto di alimentazione, oggi la diffusione di uno stile di vita “veloce e pratico” allontana verdura e grassi buoni dalle nostre tavole in favore di cibi preconfezionati, grassi idrogenati e conservanti.

Non rattristiamoci! Se oggi dobbiamo gustare qualche dolcetto almeno scegliamolo con cura.

Ecco allora qualche indicazione di ordine generale per selezionare dolci e dolcetti.

Coloranti

La natura ha elaborato prodotti commestibili (e non)  dai colori belli e sgargianti con due motivi: attirare gli animali o proteggersi dagli animali. Si tratta quasi sempre di frutta o verdura; se in uno scaffale troviamo caramelle e dolci con bellissimi giochi di colore usiamoli per decorare la tavola, come simpatici segnaposto o come pedine nel Gioco dell’oca, ma stiamo pur certi che sono farciti di coloranti.
Ora, dire che i coloranti siano la meglio cosa si possa ingerire non corrisponde esattamente a verità; ad ogni modo, se proprio vogliamo concederci ogni tanto le nostre caramelle preferite (quasi sempre contengono coloranti) almeno appuriamo non siano stati dichiarati tossici, cancerogeni o pericolosi dalle normative del nostro Paese e della UE.

Ad esempio, E128 (rosso 2G) è stato ritirato nella UE (non dovrebbe mai essere presente) e recentemente la dose giornaliera accettabile di E104E110E124 è stata sostanzialmente ridotta (Regolamento (UE) n. 232/2012, nota n. 10225);

Dolcificanti

In commercio esistono diverse modalità e sostanze con cui si conferisce dolcezza ad un prodotto alimentare.
Inutile raccontarvi che, in generale, meno interventi l’uomo deve compiere prima di distribuire un prodotto sul mercato e nelle nostre case più questo è genuino.
Ad ogni modo partendo dal presupposto che, fortunatamente, in molte situazioni “è la quantità a fare il veleno” sarebbe meglio a titolo cautelativo limitare l’utilizzo di dolcificanti (ma anche di tutti gli additivi alimentari in genere).

Tra questi un nome noto nell’industria dolciaria è l’aspartame, ma ne troviamo anche molti altri. Assomiglia per gusto allo zucchero, ma è 200 volte più dolce. Superata la dose giornaliera accettabile, può dare cefalea. Può dare anche diversi effetti collaterali. In ultimo, derivando dalla fenilalanina, è assolutamente tabù per soggetti affetti da fenilchetonuria (malattia in cui questo aminoacido non viene metabolizzato e quindi può accumularsi, in modo pericoloso, con una dieta non adeguata).

indice glicemico

Il GI è un valore (in scala 1-100, con glucosio a 100) che stabilisce con che velocità si eleva il livello di zuccheri nel sangue assumendo un determinato alimento. Controllare l’indice glicemico è fondamentale in soggetti con diabete, nell’obesità e in soggetti con stile di vita sedentario o soggetti a rischio cardio-cardiovascolare.

intolleranze o allergie

Latte e derivati, glutine e derivati, semi oleosi ecc. sono tutti componenti di dolci e biscotti. Via libera se sono prodotti che consumate regolarmente, altrimenti sarebbe bene porre maggiore attenzione

Un buon consiglio in generale restano i prodotti fatti in casa, la famosa torta della nonna, ad esempio, cercando di non aggiungere elementi “intrusi” (coloranti, dolcificanti, decorazioni ecc.) oppure qualche quadratino di cioccolato, preferendo il dark in cui vi è un maggior quantità di cacao ricco di polifenoli ad attività antiossidante. Ricordiamoci comunque che nel cioccolato una buona componente è rappresentata dai grassi che non lo rendono facilmente digeribile nè indicato per soggetti con dispepsia.

Infine, mi raccomando: un occhio di riguardo anche per questi poveri denti che, in epoca di crisi e non, hanno una manutenzione decisamente costosa.

Meglio uno schiaffetto alla bocca o uno al portafoglio?

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