Come gli uccelli: il dramma arabo israeliano in un intreccio cinematografico
Come gli uccelli, il capolavoro drammaturgico di Wajdi Mouawad, scrittore libanese naturalizzato canadese, racconta della storia d’amore nata a New York tra Eitan, giovane di origine israeliana, e Wahida, ragazza di origine araba, una realtà che poi si sposta in luoghi di conflitti, dolore, odi, attentati assumendo tutt'altro significato.
Lo spettacolo in scena al Teatro Fontana, con la regia di Marco Lorenzi, va assolutamente visto e non solo per l'altissima qualità scenica, degli attori e della regia, ma soprattutto perché porta a ragionare su quanto sta avvenendo esattamente ora non in modo analitico e razionale, ma con la pancia, con le emozioni che prendono gli angoli più remoti del nostro corpo, coinvolgendoci in senso globale.
Un giovane tedesco di origine israeliana e una giovane americana di origini palestinesi , in particolare di Ramallah, si incontrano in una biblioteca di New York e si innamorano. Eitan è un genetista, una disciplina non scelta a caso, visto che il tema dell'appartenenza genetica a un popolo è ben presente. Wahida sta invece facendo una tesi su al-Hasan ibn Muhammad al-Wazzān, noto anche come di Leone l’Africano, un geografo arabo del sec. XVI che si convertì al cattolicesmo, autore tra l'altro di un dizionario medico arabo, ebreo, latino. Di origini berbere, fu un cultore dell'interculturalità, un cosmomopolita che viaggiò in Italia, Africa e Medio oriente. E' lui a commentare, durante lo spettacolo le fasi salienti, in arabo, alternandosi a Eden, una soldatessa israeliana che all'inizio si comporta esattamente come tutte quelle che incontra chi attraversa il confine israeliano.
Ma l'intera commedia è in intreccio di date, luoghi e lingue, che, per aiutare lo spettatore, appaiono sul grande schermo alle spalle degli attori, uno schermo che fa da scenografia e che poi viene spostato dagli attori stessi.
La storia di un amore da Romeo e Giulietta, osteggiato dai genitori di lui, incomprensibile ai più e davanti a quanto accade ogni giorno e ancora di più in questo momento, diventa un ingegnoso pretesto per compiere una profonda indagine sull’identità culturale e quella genetica, il tema intorno al quale si dipana una storia famigliare che nasconde un segreto drammatico che verrà svelato alla fine, la realtà del conflitto arabo palestinese, il concetto di libero arbitrio, ma anche quello della contraddizione tra l''appartenenza a un popolo e alle sue tradizioni e il desiderio di superarle.
Il pubblico viene accolto all'inizio proprio da un mescolio di voci che ricordano la pluralità e dal corpo di Eitan su un letto, vittima di un attentato sull'Alley Bridge, il ponte che collega Israele e Giordania.
Sul palco si manifestano di continuo vere e proprie dissolvenze incrociate, che danno un senso cinematografico al teatro, con sovrapposizioni narrative capaci di scandire l’alternarsi dei piani temporali attraverso cui si snoda la vicenda che attraversa sia le contraddizioni famigliari sia il dramma di una guerra che sembra non poter avere fine. Il primo incontro di Eitan, Federico Palumeri ,e Wahida, Lucrezia Forni, la riunione famigliare in cui Eitan annuncia il suo amore, la rabbia del padre David, Elio D’Alessandro, la tolleranza del nonno Etgar, Aleksandar Ćvjetković, la forza cupa della nonna Leah, Irene Ivaldi, la rivelazione del segreto famigliare che scoppia come una bomba, proprio come quella che rischiava di uccidere Eitan.
E' un testo teatrale che supera il tempo e lo spazio, che porta a riflettere sulle cause di quello a cui stiamo assistendo senza poter intervenire, proprio come i protagonisti, perché nessuna riconciliazione sembra possibile e pare esistere solo una responsabilità di sopravvivenza che va oltre ogni regola sociale e morale. La lacerazione presente non può non prendere chi assiste, anche perché non ci sarà un finale, perché un finale non c'è ancora neppure nella realtà.
Teatro Fontana, Via Gian Antonio Boltraffio, 21
Dal 30 gennaio al 4 febbraio
Orario:
- martedì - venerdì ore 20.00
- sabato ore 19.30
- domenica ore 16.00
DURATA SPETTACOLO 1 ora e 40 (I Parte) + Pausa + 1 ora e 15 (II Parte)
PREZZI
- Intero 23 €
- Under30 15 €
- Over 65 / Under 14 11 €
- Giovedì sera 19 €
- Convenzioni 18 €
- Scuole di teatro 12 €
- Prevendita e prenotazione 1 €
Info e prenotazioni
+39 0269015733 biglietteria@teatrofontana.it o www.vivaticket.com