Ren Hang, photography. La mostra alla Fondazione Sozzani
A partire da 13 settembre, la Fondazione Sozzani presenta Photography, prima mostra a Milano di Ren Hang.
L’esposizione ci presenta ben oltre 80 produzioni tra fotografie, video, libri e riviste. Ren Hang è uno dei più importanti fotografi della Cina contemporanea. La sua arte fotografica rappresenta un inno all’uomo, alla sessualità, al suo corpo, alla bellezza e alla sua vulnerabilità.
Le immagini fotografiche mettono in relazione desideri, sentimenti, paure e la solitudine delle giovani generazioni in Cina attraverso la loro corporeità. Il nudo è al centro del suo lavoro, questo perché secondo la sua concezione “gli esseri umani vengono al mondo nudi, quindi il corpo nudo rappresenta la versione originaria delle persone. Fotografando nudi, si coglie l'esistenza più reale e autentica”.
Ren Hang
L’artista nasce nel 1987 a Chang Chun, in Manciuria nella provincia di Jilin, e comincia a scattare da autodidatta fin dai primi anni del liceo. A 17 anni si trasferisce a Pechino e qui inizia a studiare pubblicità. Lascerà l’università per potersi dedicare appieno alla fotografia.
Inizialmente scatta con piccole macchine fotografiche compatte da 35mm, ne fa un uso quasi ossessivo, scattando incessantemente. I suoi primi soggetti sono il suo compagno di stanza e i suoi amici ma presto riceve sempre più richieste da suoi ammiratori che si offrono come modelli.
Il corpo umano è ritratto spesso in forma astratta, talvolta in prospettive e composizioni inattese, in cui si sovrappongono motivi e tradizioni ben noti dell'arte occidentale. Le sue fotografie sono provocatorie, surreali e sono connotate da una forte resa grafica. Tra il richiamo a immagini iconiche come Ofelia morente o Leda e il cigno, il suo vocabolario visivo attinge in maniera spontanea all’astrazione, al surrealismo, al dada e alla fotografia storica.
Le opere di Ren Hang sono state considerate dalla critica una forma di ribellione alle convenzioni del regime restrittivo della Repubblica Popolare Cinese, in cui i nudi, l’editoria indipendente e l’autopubblicazione, sono considerati illegali.
Racconta l’artista: “Non considero il mio lavoro come un tabù, perché non penso tanto al contesto culturale o politico... Non è mia intenzione sfidare i limiti, faccio semplicemente ciò che mi viene naturale”.
L’artista, nel corso della sua carriera ha pubblicato quasi una ventina di libri autoprodotti, oggi diventati da collezione. Tra questi si citano “Ren Hang 2009-2011” (2011) e “Son of a Bitch” (2013). Nel 2016 pubblica 12 libri, uno per ogni mese, dedicati alla “sopravvivenza e all’amore”. La prima casa editrice internazionale a interessarsi al suo lavoro è Edition du Lic di Oslo che pubblica la monografia Republic nel 2013, considerata dal fotografo il suo libro migliore. Ren Hang aveva un blog, che aggiornava quasi quotidianamente dal 2007 al 2016, dal nome “My depression”, con un diario di poesie in mandarino, pubblicate per la prima volta in inglese nel 2017 dall’editore BHKM di Hong Kong, con il titolo “word or two”. Proprio la depressione, che lui definiva “My dog”, lo porterà al suicidio.
Ren Hang ha collaborato alle campagne pubblicitarie di alcuni tra i marchi contemporanei più noti, pur mantenendo uno sguardo proprio. Il suo lavoro è stato pubblicato dalle principali riviste di moda internazionali tra cui Numerò China, Antidote, Beauty Papers, Tank Magazine, Purple Fashion, raccolte dalla Fondazione Sozzani in un approfondimento specifico sul lavoro del fotografo in questo ambito.
Ren Hang. Photography
Dal 13 settembre al 29 novembre 2020
Fondazione Sozzani
Corso Como, 10 – Milano
Tutti i giorni, 11.00 – 20.00
Ingresso libero, nel rispetto delle misure di sicurezza sanitarie e delle modalità di accesso consentite.