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Mostra alle Scuderie del Quirinale sull'inferno dantesco

Mi permetto riprendere un articolo di Roberto De Mattei in Corrispondenza Romana poiché lo ritengo molto interessante e chiarificante in merito alla Mostra che si è aperta il 18 Ottobre c.a. sul tema dell' inferno. È doverosa la precisazione che non si tratta di una mostra di contenuto demoniaco, con l'esaltazione di questi, ma che si ispira all'Inferno dantesco, quindi chi plaude al satanismo si metta il cuore in pace perché così non è.giudizio universale beato angelico

Lo scopo della mostra

Lo scopo della mostra allora qual è? Quella non solo di far conoscere l'inferno dantesco, ma anche quello di riportare alla considerazione che l'inferno non è qualcosa di immaginario, mitologico o favolistico, ma è una verità escatologica che mette in evidenza la tragicità delle sue sofferenze. Ricordo che l'aggettivo "escatologico" è pertinente all'interpretazione dei destini ultimi dell'uomo e dell'intero creato.

L'intenzione dei curatori della mostra, ossia Gèrard Règnier e sua moglie Laura Bossi, è quella di rendere omaggio a Dante nel settimo centenario della sua morte. È sicuramente, per chi è in possibilità, una mostra da visitare e meditare.

L'inizio del percorso si apre con la Porta dell'Inferno di Auguste Rodin come immagine della porta citata da Dante nel III canto dell'Inferno, con la disperazione dei dannati che non riescono ad aprirla e poter così uscire da quella insopportabile sofferenza.

Del pittore Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico è possibile vedere, nella prima sala, il celebre Giudizio Finale, che trasmette tutta la sua drammaticità dei dannati che si sono condannati alla pena eterna. Sono poi evocati i quattro Novissimi, ossia Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso, di cui purtroppo se ne è persa la memoria, ma che sarebbe bene riportarla alla mente per imparare a vivere meglio. Altre due belle opere rappresentano la "caduta degli Angeli ribelli".

I demoni sono sempre rappresentati di fattezze orrende, che impressionano e disgustano e che sottopongono i dannati a sofferenze indicibili tra i paesaggi tragici dell'Inferno. Tuttavia penso si possa affermare che il diavolo non si presenta, nella tentazione, come essere brutto e spaventevole, non è così stupido, ma al contrario come essere affascinante, affabile, suadente, capace di vendere la propria merce con scaltrezza e abilità davvero insuperabile. Proviamo a pensare a come era bella la mela che la strega offre a Biancaneve, ma la sua polpa era però avvelenata, ma questo lo ha scoperto solo dopo averla assaggiata, e li si che l'essere ingannatore appare in tutta la sua malvagità e bruttezza.

Ancora tra le esposizioni si può vedere di Jeronimus Bosch, Jan Brueghel e Pieter Huys, le " visioni apocalittiche" , e la maestosa tela di quattro metri di Gustave Doré " Virgilio e Dante nel IX girone dell'Inferno".

Non può passare indifferente la celebre scultura in legno policromo, il "Demonio di Valladolid".

Lungo il percorso, ricco di altre interessanti e pregevoli opere artistiche, si assiste alla proiezione di uno dei primi film muti sull'Inferno, ispirandosi fedelmente alla descrizione dantesca con quadri animati ispirati alle illustrazioni di Doré.

La conclusione della mostra, forse inaspettata, richiama la rappresentazione dell'Inferno in Terra, dove sono rappresentate molte delle degenerazioni e delle follie che l'umanità ha voluto e saputo portare, e che purtroppo sono ancora presenti, causa di sofferenze e morti.

L'ultima sala porta il titolo "Riveder le stelle" (canto XXXIII dell'Inferno). Alzando lo sguardo appare un manto celeste opportunamente illustrato.

 

È sicuramente una mostra che oltre a fare onore all'Alighieri, richiama l'attenzione su una realtà, oggi quasi del tutto declassata o ignorata, dell'Inferno, ma che nel 1917 con l'apparizione ai tre pastorelli in quel di Fatima, la Madonna ha mostrato dove vanno, per loro libera scelta, le anime dei peccatori impenitenti.

Una mostra che vale davvero la pena visitare.

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