Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600. 34 artiste in mostra a Palazzo Reale di Milano
Le sale di Palazzo Reale di Milano, salvo diversi cambi di data dovuti all’emergenza sanitaria in corso, dal 5 febbraio al 6 giugno 2021, ospitano una mostra dedicata alle più grandi artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600: Artemisia Gentileschi, Elisabetta Sirani, Lavinia Fontana, Fede Galizia, Sofonisba Anguissola, Giovanna Garzoni e molte altre.
La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia; ha il sostegno di Fondazione Bracco, e fa parte del palinsesto I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne (con mostre ed eventi che ci accompagneranno fino ad aprile 2021).
Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600. La mostra
Attraverso questa esposizione, sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, riscopriamo l’arte e le incredibili vite di 34 artiste. Esposte oltre 150 opere, provenienti da ben 67 prestatori diversi, tra cui la Pinacoteca di Brera, le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna e ancora dal Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia). Una ricca testimonianza di un’intensa vitalità creativa tutta al femminile, in un racconto inedito di storie di donne già “moderne”, molto appassionanti.
Sorelle di pittori, figlie, mogli o a volte donne di religione: la mostra Le Signore dell’Arte non presenta solo la grandiosa abilità compositiva di queste pittrici, ma racconta il ruolo da loro rivestito nella società del tempo, attraverso le loro storie personali, il successo raggiunto da alcune di loro presso le grandi corti internazionali, la loro capacità di relazionarsi, sapersi distinguere e affermare diventando vere e proprie imprenditrici.
Dalle artiste più celebri a quelle meno conosciute dal grande pubblico, tra cui la nobile romana Claudia del Bufalo, Sofonisba Anguissola, della quale viene esposta la Pala della Madonna dell’Itria realizzata a Paternò nel 1578 (Sicilia) e mai uscita prima d’ora dall’isola; Rosalia Novelli della quale sono esposte la pala di Madonna Immacolata e san Francesco Borgia; Lucrezia Quistelli con la tela Matrimonio mistico di Santa Caterina di del 1576 e tante altre.
Tra le altre eroine in mostra a Palazzo Reale ovviamente segnaliamo la celebre Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, icona di rivolta, artista e imprenditrice. La sua arte rivaleggia con quella dei pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta alla ribalta rispetto alla sua categoria sociale. Artemisia è un esempio di lotta contro il potere artistico paterno, l'autorità e il confinamento riservato alle donne.
Della cremonese Sofonisba Anguissola, che dopo aver vissuto oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, si trasferì in Sicilia per sposare il nobile Fabrizio Moncada, poi a Genova dopo il secondo matrimonio con Orazio Lomellini, per poi tornare di nuovo in Sicilia, dove ricevette visita da Antoon van Dyck nel 1624, sono esposti capolavori come la Partita a scacchi (del 1555) e la già citata Pala della Madonna dell’Itria (1578.
E ancora della bolognese, Lavinia Fontana, figlia del pittore manierista Prospero Fontana, la quale a 25 anni sposò il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere (facendo del marito il proprio assistente) sono in mostra ben 14 opere, tra cui l’Autoritratto nello studio (1579), la Consacrazione alla Vergine (1599) e dipinti di soggetto mitologico.
Proseguiamo con la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, della quale sono esposti potenti dipinti che raffigurano il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile. Ne sono esempio Porzia che si ferisce alla coscia (1664) e Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659). Ma ancora in mostra vedrete Giovane donna in vesti orientali (seconda metà del XVII) di Ginevra Cantofoli; Fede Galizia con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596) e le rare e preziose pergamene di Giovanna Garzoni.