Palazzi del Fascismo a Milano
Architettura fascista a Milano
Sono numerose le tracce architettoniche lasciate a Milano dal regime fascista.
Dopo la prima guerra mondiale ci fu un ovvio bisogno di opere pubbliche che dovevano sopperire le devastazioni della guerra. Il regime fascista ne approfitta per rendere visibile agli occhi di tutti ciò che il regime stava realizzando in Italia.
Mussolini volle la progettazione di aree urbane, nuovi edifici e nuove città come Littoria (ora Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia.
Molte opere servono alla mera propaganda fascista, altre sono considerate ancor oggi dei veri e propri capolavori artistici.
Le costruzioni fasciste sono caratterizzate per avere un impatto freddo alla vista ma monumentale caratterizzati dall'utilizzo di materiali quali il marmo, di facciate con lastre piane, della ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, il contrasto dei bianchi e dei neri e l’assenza di decorazioni.
Classico esempio milanese di architettura fascista è il Palazzo di Giustizia di Milano, eretto dall'architetto monumentalista Marcello Piacentini nel 1939-40 completamente rivestito di marmo, con ampie e lunghe finestre, le retoriche scritte in rilievo e due altissimi setti all'entrata che ricordano due colonne greche.
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