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Le Terme Erculee a Milano

A Milano i resti delle terme romane. Le terme non sono un'invenzione recente. Sappiamo tutti che i Romani hanno costruito degli edifici pubblici con impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari.milano-resti-terme-erculee

Le terme romane sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l'antica Roma, a partire dal II secolo a.C..

Alle terme poteva avere accesso quasi chiunque, anche i più poveri, in quanto in molti stabilimenti l'entrata era gratuita o quasi. Erano un luogo di socializzazione, di relax e di sviluppo di attività vive per uomini e donne che, in spazi ed orari separati, facevano il bagno completamente nudi.

Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. Col tempo, soprattutto in età imperiale, le terme si diffusero anche dentro le città grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento delle acque sempre più evolute. Al riscaldamento dell'acqua provvedevano i focolari sotterranei che diffondevano aria calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle pavimentazioni sospese dei vani da riscaldare.

A Milano, le terme vengono collocate vicino a P.za San Babila, precisamente tra quelli che oggi sono Corso Europa e Corso Vittorio Emanuele II, all'altezza di via Pasquirolo e Largo Corsia dei Servi. Tra la fine del I secolo a.C. e gli ultimi decenni del III secolo d.C., la zona corrispondeva a una fascia dell'immediato suburbio nord orientale. Era caratterizzata dall'abbondanza di acqua, come testimoniano diversi rinvenimenti di pozzi e di sistemi di drenaggio del terreno (anfore vuote sistemate in orizzontale o a testa in giù, palificazioni interrate ecc.). Si pensa che a Milano le terme siano state create dove scorreva l'Acqualunga. L'Acqualunga è un fontanile che nasce a Precotto, lungo viale Monza; ai tempi dei Romani era forse un affluente del Seveso e con esso contribuiva all'approvvigionamento idrico di Milano. Vi è chi sostiene che nella città arrivasse autonomamente e che confluisse qui nel Grande Seveso; al suo attraversamento si attribuiscono i resti di un supposto ponte romano rinvenuti a San Babila. In tempi storicamente più documentati, l'acqua del fontanile scorreva copiosa nei giardini di villa Finzi a Gorla e vi formava addirittura un laghetto, arrivava a Loreto e discendeva per l'attuale corso Buenos Aires e Venezia, bagnando gli orti di porta Orientale e formando, alla fine dell'Ottocento i ruscelli dei Giardini pubblici.  

Alla fine del III secolo l’intera zona viene inglobata nel perimetro cittadino, all’interno dell’imponente cinta muraria realizzata nell’età della Tetrarchia (293-305 d.C.), quando Milano diviene una delle sedi della corte imperiale. E’ un momento di grande splendore, che si rispecchia in opere di riqualificazione urbana; ne sono un grandioso esempio le cosiddette Terme Erculee, i cui resti sono stati a più riprese documentati in passato nell’area compresa tra corso Vittorio Emanuele  II e corso Europa.

I resti presenti in Largo Corsia dei Servi, in prossimità della chiesa di San Vito in Pasquirolo (che rimanda nel nome a "pasquee" i pascoli pubblici situati nel medioevo nei pressi del sagrato delle chiese), appartengono all'impianto termale fatto costruire da Massimiano intorno al III-IV secolo di cui, nonostante fossero rimasti ricordo e fama, si era persa ogni memoria riguardo alla sua collocazione precisa.

All'inizio dell'800 venne rinvenuto vicino alla chiesa un frammento di una grande statua di Ercole, ora conservato al Museo Archeologico di Corso Magenta. Si tratta del tronco e di parte delle gambe della copia romana del IV secolo di una statua dello scultore greco Lisippo. Può darsi che la stessa chiesa di San Vito sia costruita su un tempio dedicato ad Ercole, da qui l'appellativo di "erculee" alle terme; tuttavia il loro nome può derivare anche dal fatto che "erculeo" era anche l'attributo dell'imperatore Massimiano.busto di ercole

Di questo impianto termale, edificio estremamente complesso con orientamento Nord-Sud, sul tipo delle grandi terme imperiali a triplo percorso più simile alle terme con palestra (ad esempio quelle di Treviri) che a quelle con blocco termale isolato all'interno di un recinto (del tipo delle terme di Caracalla). Il complesso consisteva in un grande porticato, di m. 190 X 85, profondo 8 m. con esedre coperte da volta agli angoli e con due absidi monumentali al centro dei lati Est ed Ovest. A questo spazio si accedeva attraverso un vestibolo a Nord. Sul lato Sud si organizzava il settore termale vero e proprio. In totale le terme occupavano una superficie di circa 110 X 60 metri.

La prima serie di vani a Sud del portico è da riconoscere come Frigidaria, destinati al bagno in acqua fredda. A Nord, invece, il Frigidarium si apriva in una grande piscina semicircolare, contenuta in un'esedra di 25 metri di diametro. Siamo dove ora si trova la chiesa di San Vito in Pasquirolo di fronte alla quale venne scoperto nel 1827 l'Ercole lisippeo che ora è al Museo Archeologico.pavimento terme erculee

Era pertinente all'aula orientale del Frigarium il mosaico, ora all'Ambrosiana, che sembra appartenere ad una superficie musiva di 29 x 40 m. (scoperto nel 1844 di fronte a Corso Europa 16). A sud del Frigidarium si sviluppa il settore riscaldato, nel quale si svolgeva il percorso balneario vero e proprio.
Tutte le superfici, molto curate, poggiavano su fondazioni molto imponenti, come di solito a Milano in ciottoli annegati nella malta, a loro vota su vespai o palificazione.  

Di tutto ciò resta ben poco. Davanti alla facciata della chiesa sono visibili frammenti di pavimento e fondi di vasche; questi ultimi facilmente riconoscibili in quanto costituiti da lastre di marmo che poggiano su uno strato di polvere di marmo impastata che ha una funzione impermeabilizzante e stabilizzante. Accanto alla chiesa c'è pure una botola, dalla quale si scende in un locale dove è stata conservata parte dell'ipocausto con tratti del mosaico. Ci si trova sotto Corso Europa 11.

Laura Nicoli

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