La basilica di San Pietro in Sala
La chiesa di San Pietro in Sala è uno dei luoghi di culto più antichi di Milano, dato che, in località Sala, sorgeva, secondo un documento del 1028, una cappella fatta erigere da una non meglio nota Raitruda e consacrata dall'arcivescovo Ariberto d’Intimiano.
La cappella, successivamente, passò in eredità al monastero di Basilica di Sant'Ambrogio e venne riedificata nel 1141 per volere del monaco Eriberto da Pasilvano, che, come ricorda un’antica lapide murata in fondo alla navata destra dell’attuale chiesa, la dedicò ai Santi Pietro e Paolo.
Fu, però, Carlo Borromeo a fare della cappella una parrocchia. Correva l’anno 1581 quando l’antica chiesa fu abbattuta e ne fu costruita una nuova. Divenuta ormai insufficiente per poter accogliere una popolazione sempre maggiore anche per le vicine aree industriali, nel 1838 la chiesa fu ricostruita, ma nella seconda metà del secolo, una crescita esponenziale della popolazione della zona, costrinse a un’ulteriore ricostruzione dell’edificio che venne realizzata nei primi vent'anni del XX secolo. La nuova chiesa fu progettata da Antonio Casati e Oreste Benedetti. I lavori terminarono nel giugno 1924, quando la chiesa fu consacrata nelle forme che oggi ammiriamo.
L’edificio è di stile neoromanico, a croce latina, con tre navate tagliate dal transetto. La chiesa è lunga 60 metri e larga 23. La facciata si presenta in cotto, secondo la tradizione medievale lombarda, anche se conci di pietra si trovano negli archi della finestra maggiore e nelle cornici degli oculi laterali. Al centro vi è una grande finestra tripartita, mentre in alto una teoria di archetti pensili corona il sottotetto. Nella parte centrale gli archetti presentano al loro interno le figure a mosaico degli apostoli e della Vergine.
Tre sono i portali che si aprono nella facciata. Il maggiore è preceduto da un protiro a timpano acuto sostenuto da due colonne, che, nella forma, rievoca il ciborio di Sant'Ambrogio, mentre i laterali sono sovrastati da lunette a tutto sesto.
Nelle tre lunette si trovano mosaici su cartoni del pittore Aldo Carpi raffiguranti Cristo che istituisce l’Eucaristia accanto ai santi Pietro e Paolo (portale maggiore), i due santi con i loro simboli (portale sinistro) e i santi Carlo e Ambrogio (portale destro). Affianca l’abside l’alto campanile dal fusto in cotto e cella campanaria con archi e colonne corinzie in pietra.
L’interno è grandioso nella sua lunghezza. Le arcate che sorreggono le navate hanno parti alterne di cemento e cotto e sono sostenute da colonne in pietra coronate con capitelli diversi uno dall'altro, secondo la tradizione romanica. Ogni campata termina con volte a crociera. Oltre che dalla finestra della facciata, con vetrata raffigurante Cristo benedicente tra i santi Pietro e Paolo, la navata centrale è illuminata da una coppia di trifore per ogni campata.
La crociera è sostenuta da pilastri a fascio, anch'essi in cotto e cemento, con eleganti capitelli in pietra. Nel transetto le vetrate raffigurano storie di Cristo (a destra) e di Maria (a sinistra). Il presbiterio presenta un’abside poligonale affrescata, come quelle del transetto, con figure di angeli musicanti (transetto) e di Cristo che istituisce l’Eucaristia (abside maggiore), su sfondo azzurro.
Al centro del presbiterio è il monumentale altar maggiore neo-romanico in marmo, a tempietto, opera di Angelo Colombo del 1931. Al centro un piccolo ciborio sostenuto da quattro colonne corinzie ospita un crocifisso; sotto, in quattro riquadri, sono narrate storie di Cristo a bassorilievo. Accanto all'altare e nelle cappelle angolari di fine navata si trovano quattro dipinti sei – settecenteschi provenienti dalla vecchia chiesa raffiguranti storie del santo titolare.