Skip to main content

Missoni, storia dello storico marchio dai colori di classe

missoni logoMissoni è un marchio da oltre 50 anni simbolo dello stile italiano nel mondo soprattutto nel settore della maglieria, che ha rivoluzionato in senso creativo e innovativo, con uno spiccato senso del colore e dei giochi cromatici.

Un marchio e una storia imprenditoriale di successo internazionale basata su due capisaldi lombardi, la dedizione al lavoro, portando l'artigianato e il gusto in giro per il pianeta, senza mai dimenticare che per rendere al meglio bisogna avere tutto sotto controllo ovvero “Cà e butega”. Per un marchio che affonda le sue radici nello sport.

Storia del marchio Missoni

Ottavio Missoni era un profugo dalmata, nato il 11 febbraio 1921 a Ragusa, l'attuale Dubrovnik in Croazia. Il padre Vittorio, capitano, figlio di un magistrato, era di origine friulana, mentre la madre, apparteneva alla nobile famiglia dei de' Vidovich, di Sebenico.

Quando Ottavio ha sei anni, la famiglia si trasferisce a Zara, dove visse sino ai vent'anni. Rimarrà sempre legatissimo alla sua terra natia, ha sempre voluto incarnare lo spirito dei profughi cacciati via a forza da quelle zone. Si appassionò allo sport e in particolare all'atletica leggera, facendone una vera e propria ragione di vita. Si affermò come atleta conquistando otto titoli italiani, e nel 1939, divenne il campione mondiale studentesco a Vienna. Partecipò alle Olimpiadi di Londra del 1948, dove raggiunse la finale dei 400 metri ostacoli, correndo anche come secondo frazionista nelle batterie della staffetta 4 per 400.

A Londra fece l'incontrò che gli cambiò la vita, incontrò la 16enne Rosita, nella capitale inglese per un viaggio-studio. Un incontro che sarebbe sfociato nel matrimonio e nell'avventura della maglieria e del colore.

Ottavio che era già ai tempi un personaggio conosciuto, aveva un laboratorio di maglieria a Milano, la Venjulia, con l’aiuto dell’amico e socio Giorgio Oberwerger.

Il 18 aprile 1953 Ottavio sposò Rosita Jelmini, la cui famiglia possedeva una fabbrica di scialli e tessuti ricamati a Golasecca, sulle rive del Ticino in provincia di Varese. L’azienda Missoni venne fondata dalla coppia nello stesso anno, unendo i loro talenti e quello che oggi si chiama know-how.  Iniziarono a lavorare in un piccolo laboratorio nel seminterrato della loro abitazione di Gallarate. Rosita disegnava i vestiti e preparava le confezioni, mentre Ottavio, che era il vero artista di casa dava indicazioni, sperimentava, forte della sua personalità, schietta, estroversa e coinvolgente, viaggiava con il campionario per presentarlo ai negozianti, allora ancora molto legati al colore nero, cercando di convincerli a comprare i suoi vivaci tessuti colorati. La prima cliente importante fu la rinomata boutique Biki a Milano, poi, nel 1958, seguì La Rinascente. 

In poco tempo i Missoni, riscontrarono il successo lavorativo che li portò a spostare la produzione, ai tempi ancora quasi artigianale, qualche chilometro più in là. Approdando in quel di Sumirago, con vista sul lago di Varese. Un luogo che rimarrà poi legato per sempre alla famiglia per le generazioni a venire, e dove tutt'ora c'è il cuore dell'azienda. Mantenendo sempre alto il valore dell’artigianato, dell'origine, non dando mai niente per scontato, curando con estrema meticolosità ogni passaggio della lavorazione.

Sempre fedeli al detto e “Cà e butega”, creando con i figli Vittorio (1954-2013),  Luca (1956) e Angela (1958) un vero e proprio nutrito clan famigliare che si perpetua ancora oggi con i nipoti.

Gli abiti firmati Missoni iniziarono ad apparire sulle riviste di moda nel 1960, mentre due anni più tardi, la macchina da cucito Rachel, usata per la lavorazione degli scialli, venne utilizzata per la prima volta per la creazione di vestiti, colorati e leggeri.  Da quel momento sui telai dei Missoni, inizieranno a battere, tantissimi fili colorati, con accostamenti quasi impossibili, ma che saranno un segno indelebile del loro stile.

La prima segnalazione importante sulla stampa di settore fu quella della prestigiosa firma di Anna Piaggi su Arianna (1965) che, nel 1967, dedicò loro anche una copertina.

Nel giugno 1966, ci fu la prima sfilata in collaborazione con Emmanuelle Khanh; la coppia Missoni, ottiene il primo grande successo, presentando alla stampa una collezione di rottura rispetto agli schemi tradizionali dell'uso della maglia e del colore

Nel 1967 è invece il debutto a Palazzo Pitti, dove però andranno incontro all'ostracismo di una certa critica, poco avvezza al colore e alla miscellanea dei loro prodotti.

L'azienda a Sumirago viene nel frattempo ampliata con l'aggiunta del padiglione della tessitura,  per portare alla prima produzione intera, completamente sotto il controllo dell'azienda.

Nel 1970 Tai e Rosita, rompono nuovamente gli schemi, presentando alle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze una collezione di grandissimo successo che gli americani battezzeranno poi 'Put-together' (metti assieme). Ovvero la libera mescolanza e sovrapposizione di punti e fantasie, insieme al patchwork, con le righe colorate e con il fiammato bianco nero e arcobaleno, tra le greche, le reti, gli scozzesi, i motivi derivati del folklore, in particolare i disegni astratti africani, la maglia-pelliccia, le lane cotte, i tweed, gli elasticizzati. Un art-work che ha fatto della moda Missoni un modo di vivere, e dei loro abiti dei veri pezzi unici.

Vengono subito presi in considerazione tra i designer che avranno la maggiore influenza nella moda negli anni a venire. Da questo momento in poi sarà una cavalcata inarrestabile.

Il successo è ormai internazionale, infatti Bloomingdale’s aprì nel 1970 un punto vendita Missoni nella sede di New York.

Nel settembre del 1973 a Dallas in Texas, i Missoni vengono insigniti del prestigioso 'Neiman Marcus Fashion Award', ai tempi uno dei premi più importanti per la moda.

Verso la metà degli anni Settanta la fabbrica di Sumirago iniziò a creare biancheria per la casa e tessuti per arredamento e Ottavio cominciò a esporre i suoi arazzi nelle gallerie d’arte, prima a Venezia, poi in tutto il mondo.

Nel 1976 fu inaugurata la prima boutique Missoni a Milano seguiranno altre 5 in Italia, 2 a Parigi, 3 in Germania, 3 in Giappone, altre 5 in Oriente e una a New York.

Tre anni dopo allestisce nel capoluogo lombardo una mostra di arazzi, che verrà poi riproposta con successo in moltissime gallerie in tutto il mondo, tra le più famose l’Art Museum University of California a Berkeley e la Yurakucho Asahi Gallery a Tokyo. Fama che arriva anche nell'Iran dello Scià.

Sempre nello stesso anno 1979, Milano gli tributa la Medaglia d’oro di Benemerenza Civica, poi arrivano le onorificenze di Commendatore e Cavaliere del Lavoro conferitegli dal presidente della Repubblica.

Nel 1983 Missoni realizzò i costumi di scena, per la prima della Scala di quell'anno, Lucia di Lammermoor di Donzetti, interpretata da Luciano Pavarotti e Luciana Serra.

Nel luglio 1994, Firenze rende omaggio ai Missoni, con una mostra dal titolo esplicativo: 'Missonologia' allestita nel Ridotto del Teatro della Pergola. Un percorso di 40 anni di lavoro, studio e successi della coppia Tai-Rosita, occasione in cui venne conferito loro anche il 'Premio Pitti Immagine'.

Nel 1997 a Londra la coppia viene insignita della laurea honoris causa "Honorary Royal Designer for Industry", un'onorificenza che la Royal Society of Art conferisce ogni anno ad un limitato numero di designer nel mondo. Ottavio Missoni consegue anche, nel maggio 1999, a San Francisco, la Laurea ad honorem’Doctor of Humane Letters' dall'Academy of Art College, la piu' importante Università a indirizzo artistico negli Stati Uniti.

Nella lunga carriera di Missoni nel campo della moda, la sua costante caratteristica fu quella di rimanere sempre con i piedi per terra, di non prendere troppo sul serio se stesso e il proprio mestiere, al motto di “Per vestirsi male non serve seguire la moda, ma aiuta”. Ma questo non gli ha impedito con l'amatissima moglie Rosita e l'aiuto dei figli, di creare un'azienda modello e innovativa, al punto che i suoi si trovano in vari musei del mondo, tra i quali il prestigioso 'Metropolitan Museum of Art' di New York.

Nel 1997 nacque la prima collezione Missoni tutta in tessuto, prodotta e distribuita da Staff International.

Nell'aprile 2003 fu inaugurato il nuovo show room di Missoni a Milano in via Solferino, un’ex-fabbrica di ombrelli di fine Ottocento, in fondo a un cortile della vecchia Milano e nel gennaio 2004 fu firmato un accordo con Pagnossin, a capo del Gruppo Richard Ginori per una linea di stoviglie e oggetti per la casa creati da Rosita, parte della collezione Missoni Home.

Del 2011 è l’autobiografia, scritta con il giornalista Paolo Scandaletti,  “Ottavio Missoni - Una vita sul filo di lana”.

Nel 2013 Vittorio, Amministratore Delegato del brand, mori in un incidente aereo nei pressi di Los Roques in Venezuela. Dopo 4 mesi se ne andò anche Tai, il creatore del marchio.

Ad aprile 2015 il Museo MA*GA di Gallarate (VA) dedicò a Ottavio e Rosita Missoni una mostra dal titolo Missoni, l’arte, il colore, in un dialogo tra la moda e l’arte europea del XX secolo, esplorando la creatività e lo spirito imprenditoriale della maison italiana, oltre che la straordinaria cultura e la genialità dei suoi due fondatori.

Un anno dopo, presso il Museo Archeologico di Sesto Calende è stata ospitata una mostra dedicata a Missoni e a Chagall, dal titolo di "Sogno e colore". Una raccolta di opere del maestro bielorusso affiancate da disegni e arazzi di Ottavio, curata dal figlio Luca Missoni. Missoni e Chagall due esuli, amanti del sogno, soprattutto artisti del colore e della creatività. Mostra che andò incontro a un successo di pubblico e critica, riproposta poi nel comune siciliano di Noto.

Nel 2017 fu lanciata una capsule collection di abbigliamento sportivo per il sito di e-commerce di lusso mytheresa.com, con 6 pezzi creati da Angela Missoni, e il volto della campagna è Jennifer Missoni, nipote di Angela

Dal 2019 la griffe del varesotto ha una  collaborazione con Adidas, progettando una collezione di abbigliamento sportivo e scarpe da running, che coniuga innovazione e artigianalità, che comprende anche il celebre modello di sneakers Ultraboost di Adidas con tomaia lavorata a maglia e realizzata nella caratteristica tecnica del ‘fiammato’ di Missoni.

Nel 2020, Livio Proli è diventato il nuovo AD di Missoni.

Pin It