2 Novembre: Visitando il Cimitero
Dopo la festa di Ognissanti la Chiesa cattolica, il 2 novembre, ricorda tutti i defunti. E' l'occasione per visitare il cimitero, ove i nostri amici o parenti trapassati dimorano.
Sospinti anche da una natura intristita dalle nebbie e patinata dalle foglie ingiallite, percorriamo i vialetti disseminati di tombe e loculi, meditando sulla precarietà dell'esistenza. Salutiamo con un segno della croce le persone che amavamo, contraccambiati, e il cuore ritma l'emozione di rivederli nella memoria.
Nel crepuscolo, la penombra addomestica le formidabili domande ultime sull'Essere e rianima la speranza. Il silenzio, trafitto appena dai sussurri e dalle litanie, dispone l'animo alla meditazione e i credenti già pregustano il giorno della risurrezione, quando le persone si trasfigureranno e i corpi diventeranno incorruttibili come lo spirito.
Pure i pargoli - mani intrecciate a quelle dei genitori - palesano una compostezza inusuale; e alla sepoltura dei nonni, inzuppano di lacrime le loro gote, espressione di puro e sincero affetto.
Mazzi di fiori - non solo crisantemi - incorniciano nomi e date, a sanzionare il limite del tempo, circoscritto eppur sublimato dall'eternità.
Qualche epigrafe spicca per la sua originalità, mentre il passo stanco degli anziani somiglia al rintocco di un imminente presagio.
Nella cappella i ceri rischiarano un mosaico prezioso raffigurante Cristo pantocratore e in ginocchio uomini e donne pregano, tenendo la corona del rosario fra le dita.
Un canto, sommesso, ricorda all'Altissimo che, quando busseremo alla sua porta, avremo i piedi e le mani infiacchite da un lungo pellegrinaggio, brameremo solo la sua pace.
Una voce gracchiante invita i visitatori ad uscire: si chiude. Si, la porta del camposanto. Ma resta aperto il nostro ricordo per coloro che ci amarono, regalandoci la chiave per decifrare un mistero.
Gaetano Tirloni