Stop all'ambrosia: la pianta delle allergie
Basta all'Ambrosia a Milano!!!
Cari Cittadini,
Siamo cittadini della zona 15 di Milano sud, che combatte il problema dell’allergia con asma dovuta principalmente alla inflorescenza delle piante di cui l’ambrosia fa da padrona.
Nel nostro quartiere di via Dei Missaglia e dintorni, ci sono molte zone di verde e cascine, di questo certo non possiamo lamentarci, ma ci sono piante che nella loro inflorescenza sono illegali in Italia, diffondono il polline che causa allergia alle persone, che in silenzio e fazzoletti alla mano soffrono.
Purtroppo l’ambrosia è una pianta che non fa parte del nostro ecosistema è stata importata tramite lo sporco degli aerei dall'America, cresce grazie allo smog e più va avanti il tempo e più diventa più cattiva. Il danno sociale causato è rilevante, ma ancora di più lo è il danno biologico e sociale alle persone. Il monitoraggio dell'ambrosia deve iniziare sin dai primi mesi primaverili.
Per limitare la diffusione dell’Ambrosia in Lombardia dal 1999 con un’ordinanza (1)Regionale è stato imposto il taglio nel periodo della crescita nei seguenti periodi.
- 1° sfalcio: terza decade di giugno;
- 2° sfalcio: terza decade di luglio;
- 3° sfalcio: seconda decade di agosto.
Per le caratteristiche del terreno e dei mezzi meccanici impiegati lo sfalcio non può essere condotto a meno di 10 cm. dal suolo. Sul fusto rimasto l’Ambrosia però ricresce rapidamente in 8-10 giorni, dando vita ad una pianta più bassa, ma più ricca di fiori e quindi più fertile.
(1) Ordinanza del Servizio Prevenzione Sanitaria della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia in data 29/3/99 " Disposizioni contro la diffusione della pianta "Ambrosia" nella Regione Lombardia al fine di prevenire la patologia allergica ad essa collegata." (decreto n.25552).
Proprio per queste ragioni si stanno sperimentando tecniche complementari allo sfalcio, come la trinciatura, discatura, erpicatura, l'aratura, la fresatura, l’erpicatura, la pacciamatura, che sono più efficaci nel distruggere l’Ambrosia, ma anche più complesse da realizzare ed in alcuni casi più costose.
Le sperimentazioni compiute da ASL e Provincia di Milano nel 2005 su alcuni terreni agricoli hanno mostrato che la discatura [aratura superficiale] anche con due soli interventi è risultata più efficace del taglio.
La pacciamatura [copertura del terreno con foglie, residui di sfalci, corteccia di pino, paglia] in grado di fare ombra ai germogli inibisce la crescita dell’Ambrosia ma non è applicabile nei terreni agricoli, perché comporta un elevato fabbisogno pacciamante.
L’estirpazione consiste nello sradicare manualmente l’Ambrosia. E' facilmente attuabile nella fase tardiva della crescita, prima della fioritura, quando la pianta è sufficientemente alta, facile da individuare e da afferrare e con poca o nessuna resistenza delle radici al suolo; in questa fase l’Ambrosia si sradica con estrema facilità e dopo pochi minuti essicca e muore. Anche questa pratica, per evidenti ragioni, è attuabile solo in piccoli spazi.
La semina di colture antagoniste ha come presupposto l’utilizzo di coltivazioni che siano competitive con l'Ambrosia. Infatti le esigenze di crescita dell’Ambrosia sono tali da non sopportare la concorrenza di vegetazione fitta. Fra le varie colture è preferibile la semina di panico e di leguminose (ad esempio erba medica o trifoglio), specie nelle vaste aree agricole lasciate incolte o coltivate per pochi mesi all'anno. Se l’erba medica o il trifoglio sono destinati a sovescio, il terreno diverrà più fertile e ricco di sostanze azotate e particolarmente adatto alle colture di cereali.
Se l’erba medica o il trifoglio sono destinati ad essere raccolti, si otterrà un’aggiuntiva produzione di foraggio ad elevato contenuto nutrizionale. Attuare la pratica della rotazione, specie nelle aziende ad impronta zootecnico – cerealicola, garantisce da un lato di limitare la proliferazione dell'Ambrosia, dall'altro di aumentare la fertilità dei suoli e la qualità del paesaggio agrario La semina di colture antagoniste è prevista nel piano agricolo triennale della Provincia di Milano come metodo per limitare la diffusione dell'Ambrosia e alcuni comuni anno attuato programmi per incentivare tale pratica.
Nella coltivazione di granaglie, per evitare la successiva presenza infestante, come in questo caso, è strategico imporre l'aggiunta alle semine del trifoglio.
Questa patologia diventa un handicap da rendere le persone “disabili”. Mette molti limiti al vivere quotidiano, per chi lavora, chi deve prepararsi a degli esami, allo studio, alle relazioni, al tempo libero, perché cercano di stare il più possibile a casa chiusi, barricati.
I sintomi dell'allergia da Ambrosia
I sintomi sono: forte prurito alla gola e al naso, occhi rossi, spossatezza, nervosismo, starnuti, stati febbrili, diminuzione della forza fisica e mentale, giorno e notte senza tregua, nella speranza che piova e che cambi il clima. Gli antistaminici non danno soddisfacenti risultati.
Il problema che vi poniamo non è nuovo è che nessuno riconosce la grossa importanza di questo disagio, la frase “prevenire è meglio che curare è più che mai giusta”, è una pianta che danneggia la salute pubblica e per questo dev’essere attivato un servizio sociale che garantisca la salute e lo stato psico-fisico del cittadino.
L’ambrosia è la prima causa, vi chiediamo solidarietà per noi persone allergiche, come testimoni ci sono tanti allergologi che potreste interpellare per questo nostro caso.
Nella speranza che vada a buon fine la nostra domanda, è doveroso un saluto di buon cittadino.
Gli Allergici di Milano Sud.