Corraini riedita Zizì, la scimmietta di Bruno Munari che vinse il Compasso d’Oro nel 1954
Giocare è una cosa seria...
aiutiamo i bambini a crescere liberi da stereotipi,
aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi...(Munari)
Sarà riproposta con la stessa grafica della confezione: una gabbia da aprire per liberare Zizì e dare ancora una volta inizio alle sue avventure, fa sapere la casa editrice Corraini.
Zizì è una scimmietta di poliuretano marrone, con un simpatico muso bianco dipinto a mano e uno scheletro metallico che le permette di contorcersi, arrampicarsi e assumere qualsiasi posizione: è la scimmietta nata dal genio e dalla semplicità di Bruno Munari.
Progettata dopo aver studiato e manipolato i materiali di cui doveva essere composta. Nata dall’immaginazione che Munari manifestava mentre creava stando sempre attento alla senso percezione del mondo che lo circondava e alle esigenze dei bambini. L'armatura in fil di ferro permetteva ai bambini di manipolarla, mentre le punte arrotondate li salvaguardavano da possibili ferimenti.
Per imparare giocando.
Ma come nacque l’idea di questo giocattolo creativo? La ripercorriamo con le stesse parole di Munari estratte dal suo libro “Codice Ovvio”:
"Era nata da poco la gommapiuma con la quale venivano realizzati materassi e imbottiture varie. Un giorno un dirigente della Pirelli mi chiede: - Che cosa si può fare con la gommapiuma oltre che materassi?"
Munari dunque si fa dare alcuni campioni di questo nuovo materiale e comincia una nuova sperimentazione, per capire quali altre cose si possono progettare in modo che l'oggetto ideato sia coerente con il materiale e con le sue qualità.
La qualità più evidente si manifestava attraverso il tatto.
“Un qualunque pezzo di gommapiuma, manipolato da un bambino, comunica la morbidezza, l'elasticità del materiale che sembra vivo e che a un bambino fa venire in mente la stessa sensazione che si prova a tenere in braccio un gattino o un piccolo animaletto".
Munari ricorda il gatto Romeo, suo primo compagno di giochi a Badia Polesine: "Da bambino avevo tanti giocattoli, ma proprio tantissimi. Il primo fu un gattino vero, vivo, miagolante, trovato nel giardino. Al primo incontro ci guardammo a lungo negli occhi stando fermi, a poca distanza l'uno dall'altro. Poi il gattino venne verso di me e si strofinò a un mio piede. Scesi subito in cucina a prendere qualcosa da mangiare per il micio e glielo portai di corsa. Lui si avvicinò lentamente al piattino, lo annusò tutto e poi, con calma, cominciò a mangiare. Ogni tanto interrompeva il pasto, alzava il musino e mi guardava; poi riprendeva. Da quel giorno diventammo molto amici, lui sentiva quando io salivo scale e mi veniva incontro. Era caldo e morbido e aveva buon odorino di nido ". Prova quindi a pensare a dei giocattoli realizzati in gommapiuma morbidi come il suo gatto e, logicamente si interessa dell'aspetto tecnologico, sul come si fa a costruire oggetti in gommapiuma, come deve essere lo stampo, che cosa si può inserire nel materiale per permettere un'eventuale manipolazione dell'oggetto e, perfino, se non è possibile anche dare un odore gradevole al giocattolo.
"Dopo varie prove nacque un gatto, il gatto Meo, che aveva al suo interno uno scheletro di filo di rame per poterlo piegare e metterlo in posizioni diverse. I baffi del gatto Meo erano di nailon".
Munari desiderava che tutti i bambini provassero le stesse sensazioni come se possedessero un gattino vero, come il suo gatto Romeo.
Ricorda infatti che tutti i bambini invidiavano a Badia Polesine il suo bellissimo amico: "Tutti i miei amici lo conoscevano. Questo forse fu il giocattolo più completo che abbia mai avuto, così pensavo allora, oggi invece mi viene il sospetto che anche io bambino fossi il giocattolo del gatto. Eravamo contenti tutti e due. Vicino casa mia c'era una casa signorile e con finiture di lusso. Vi abitava una famiglia che commerciava in articoli superflui e guadagnava molto denaro. C'era anche un bambino della mia età, il quale appena saputa la storia del mio gattino, ne volle uno anche lui, e allora il suo papà che poteva spendere molto gliene comprò uno. Non uno vero e vivo, perché, si sa, gli animali sporcano e poi bisogna curarli, mentre un bel giocattolo costoso era più adatto a mostrare che quella famiglia poteva spendere e che aveva molti soldi. A questo bambino, dunque, arrivò un giorno una scatola molto elegante con nastro dorato, portata da un fattorino in divisa del più grande magazzino di lusso della città vicina. Il bambino aprì la scatola e trovò, in mezzo all'imballaggio, un gattino di latta dipinta, un gattino meccanico, molto ben imitato a prima vista, con una molla da caricare. Si girava una chiavetta sotto la pancia e il gattino muoveva la coda e correva dritto, avendo delle rotelle sotto le zampe. Correva dritto miagolando mao mao mao mao... Bang! E andava a sbattere contro il muro, rovesciandosi con le zampette all'aria. Aveva sempre lo stesso sguardo come se fosse cieco, era freddo e senza pelo, non mangiava, non si nascondeva, per farlo muovere bisognava caricare la molla. Dopo qualche giorno questo freddo e stupido giocattolo venne abbandonato. Il mio gattino qualche giorno spariva e poi facendo finta di niente. Io non gli ho mai chiesto dove fosse andato. Nessuno lo aveva comprato, era libero, ma aveva simpatia per me e io per lui. Anche lui capiva le mie parole, andavamo d'accordo insomma. Dalla mia finestra vedevo il gattino meccanico buttato in un angolo del cortile, non faceva nemmeno paura ai topi perché aveva odore di ferro e non di gatto. Forse non è mai piaciuto nemmeno al bambino ricco ".
Ecco il suo pensiero che arrivava così alla creazioni di tali oggetti-giocattolo per far felici e appagati i bambini. “Giocando la mente diventa elastica, il pensiero dinamico e l’individuo creativo” il suo motto.
Negli anni '50, esattamente nel 1954, Munari riceve il primo riconoscimento: vince infatti il Compasso d'Oro, il premio nazionale concesso dall'Associazione dei designer italiani con il secondo giocattolo in gommapiuma armata, morbido e manipolabile come il gattino Meo: la scimmietta Scimmietta Zizi, edita dalla Pigomma, divisione del Gruppo Pirelli nel 1952.
La scimmietta Zizì, attualmente realizzata dalla Permanente Mobili di Cantù, con musetto e occhi dipinti a mano, vi aspetta ora edita da Corraini, nella sua gabbietta in libreria, arrampicata ad uno scaffale o nello shop online, cosa aspettate a prendere la vostra e liberare insieme scimmietta e creatività?