San Giuseppe della Pace
Nel cuore della movida milanese c’è uno dei locali simbolo della trasgressione e della vita notturna meneghina, il Gattopardo cafè, che si trova su via Piero della Francesca, a ridosso dell’ex stazione Bullona delle Ferrovie nord Milano. Il locale, però, nasconde una curiosa storia.
Tutto ha origine all'inizio del ‘900, quando la zona tra Corso Sempione e Piazza Firenze, non ancora quartiere d’elite, ma tendenzialmente popolare, vede un notevole sviluppo edilizio e la conseguente costruzione di una chiesa nei pressi del nodo nevralgico all'angolo tra Via Piero della Francesca e Via Losanna. Questa chiesa venne dedicata a S. Giuseppe della Pace ed eretta in quello stile ibrido neo-rinascimentale che ricorda molto l’architettura del Parrocchetti, viste le assonanze con la basilica di Magenta e la cupola di S. Giorgio al Palazzo.
La sua facciata in mattoni rossi alternata a fasce in marmo doveva avere un risalto notevole, ancor più marcato dalla sua posizione leggermente arretrata rispetto all’asse stradale, ancora oggi evidente. I caratteri della facciata sono tipici dell’architettura eclettica fin de siecle milanese, dall'oculo centrale, che rievoca i vari rosoni quattrocenteschi a partire da Santa Maria delle Grazie di Milano e San Pietro in Gessate, alla fascia decorativa sommitale ad archetti, palese ricordo della cultura bramantesca che dominò l’arte milanese fino a tutto il ‘500.
La pianta della chiesa, invece, era proiettata un secolo più avanti: la planimetria risulta, infatti, a croce latina ma con transetto e presbiterio absidati (come in S. Fedele o nell'omonima chiesa a Como), secondo uno schema tipico della Controriforma. A questo punto la chiesa potrebbe essere definita come un perfetto esempio di eclettismo stilistico – architettonico, e l’interno conferma ancor di più questa definizione. L’edificio non è particolarmente profondo, ma scenografico per l’impatto della volta a botte che, con le tre absidi a esedra, rievoca ancora una volta, l’architettura della Controriforma. Notevole è anche la profusione di lesene, colonne e capitelli che confermano, ancora una volta, la tendenza eclettica dell’edificio, mentre peculiare è la presenza di finti matronei sui lati della navata.
La chiesa rimase consacrata fino al 1971, quando fu dismessa e, per trentanni circa restò chiusa e in stato di abbandono. Alla fine degli anni ’90 un imprenditore con all'attivo l’apertura di vari locali di successo, soprattutto in zona Porta Garibaldi, notò questo particolare stato di degrado e decise di trasformare la vecchia chiesa del suo quartiere d’origine in un locale di successo. Dopo un anno di restauri, nacque, nel 2001, il Gattopardo cafè: la navata della vecchia chiesa fu restaurata secondo i canoni estetico – architettonici della Sicilia dei Borboni esaltata dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dando particolare risalto a quegli elementi come colonne e lesene, che conferiscono l’idea decorativa sfarzosa di quel periodo, o con l’apertura di palchetti al posto dei finti matronei. Dal soffitto ora pende uno spettacolare lampadario, altro ricordo dell’epoca gattopardesca, mentre al posto dell’altare oggi c’è il bancone del bar e in luogo dell’antico pulpito si trova la consolle del dj. Quella che era un ‘antica chiesa è oggi divenuta un tempio della movida milanese.
Una curiosità, in conclusione: dal 1971, quando la vecchia S. Giuseppe della Pace venne sconsacrata, iniziò, a qualche metro dalla precedente (all'angolo con via Salvioni), la costruzione della nuova chiesa, che venne terminata nel 1975 e consacrata con lo stesso titolo del vecchio edificio. Le forme della chiesa odierna sono, però, lontanissime dalla precedente, visto che la struttura è di cemento armato e le linee sono quelle dell’architettura razionalista del secondo dopoguerra.
Stefano Malvicini