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Il diario del piccolo Mario. Intervista all'autore Rocco Carta

il diario del piccolo mario

Un diario di un bambino che con la sua bella immaginazione riesce attraverso quasi trecento pagine di un romanzo a  far rivivere sia ai più piccoli che ai più grandi gli anni nostalgici e belli di un’era ricca di eventi.

Il 1982, un anno straordinario con il presidente della Repubblica Sandro Pertini; gli azzurri campioni del mondo di calcio grazie ai gol di Pablito Rossi; l’estate accompagnata da “Un’estate al mare” di Giuni Russo e “Non sono una signora”, di Loredana Bertè; al cinema si volava con le biciclette di “E.T.” di Spielberg guidati nel mondo dei replicanti guardando “Blade Runner.

È questa la bellissima opera di Rocco Carta, educatore classe 74, impegnato da tanti anni nei servizi di integrazione scolastica e nei servizi socio-assistenziali.

Rocco, Il Diario del piccolo Mario, un romanzo bellissimo che riesce ad appassionare sia i più piccoli.

Di che cosa si tratta e come è nata l’idea di dar vita a questa tua bellissima opera?

Si tratta di una storia che ha inizio nel 1982, protagonista un bambino in procinto di terminare la quinta elementare che, attraverso le pagine del suo diario, ci porta direttamente nella Milano di quegli anni, guidandoci attraverso i suoi occhi, le sue esperienze, i suoi vissuti. Sempre attraverso le pagine del diario, Mario racconta episodi di cronaca, la musica che riempie le sue giornate e tanto altro che potrete scoprire leggendo il libro.

È anche un omaggio alla Milano del quartiere della vecchia Fiera che non c’è più.

rocco carta

Il tuo lavoro è anche la tua passione. Da anni che lavori come educatore, in contatto con tanti giovani. Quanto potrebbe essere importante per i ragazzi la lettura di questo libro e perché?

Innanzitutto, il protagonista è un loro coetaneo e attraversa le stesse fasi di crescita, gli amori, le delusioni, le fatiche a scuola e in famiglia. Rispecchiandosi, potrebbero riconoscersi e vedere possibilità, risorse, strumenti per vivere meglio la quotidianità che, proprio in questo momento storico, è diventata per loro difficile e complessa. Rappresenta, inoltre, un pezzo di storia del nostro paese. Un passato non troppo lontano che potrebbe far loro comprendere meglio cosa hanno vissuto i loro genitori e sentirli un po’ più vicini.

Il romanzo è incentrato a Milano nell’anno 1982, perché hai deciso di scegliere questa città e soprattutto questo anno?

Perché conosco, avendoci vissuto proprio in quegli anni, la città e il quartiere con tutte le sue contraddizioni, caratteristiche, la sua bellezza, vitalità. Sono anni di rinascita per molte questioni, in seguito ad altri anni complicati, anche se pieni e affascinanti. Anni, anche, di costruzione di una cultura mediatica che ancora lascia strascichi tornando tanto di moda, di cui è bene conoscere le origini

Dal 2017 scrivi i tuoi racconti sul tuo blog personale Storie qualunque. Il diario del piccolo Mario è il tuo primo capolavoro. Quali sono le tue sensazioni e aspettative per il futuro?

I racconti che scrivo sul blog hanno permesso di far conoscere non solo il mio stile di scrittura e la mia parte creativa, ma anche di portare all’attenzione delle persone la bellissima professione che svolgiamo e le colleghe e i colleghi, immergendoci nella vita e nella quotidianità di chi può essere aiutato e supportato.

Per il futuro, tornando al libro, l’augurio che mi faccio è che possa intrattenere, incuriosire e far riflettere le lettrici e i lettori.

https://www.edizioniunderground.it/ildiariodelpiccolomario

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