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I glicini più belli della Lombardia: tra storia, profumo e colori primaverili

Qualche giorno di sole e quell’aria tiepida, quasi calda e il glicine ha fatto la sua comparsa.

Ha colorato giardini e antiche mura, è spuntato da piante vecchissime rimaste nelle cascine, ha creato cascate colorate dai balconi in città, si è arrampicato sulle torri antiche.

Una delle più spettacolari macchie di colore primaverili è data proprio dal glicine, con le sue grandiose chiome cascanti dal profumo dolce e inebriante, i suoi bellissimi fiori a grappoli, dalle tonalità che variano dal viola chiaro al blu, al rosa fino al particolarissimo bianco, regalando un vero e proprio spettacolo cromatico da ammirare da aprile a maggio; in città come in campagna, in collina come sul lago.

La Lombardia ha tanti luoghi, anche storici,  colorati e caratterizzati da questa pianta.glicine foto montonati

I glicini di Milano e dintorni

Tra quelli più antichi e storici “Il glicine di Leonardo“, come viene chiamata la pianta che cresce al numero 2 di via Verro, nel quartiere Morivione a Milano, uno dei più antichi della città, nella zona sud del capoluogo, tra viale Toscana e via Ripamonti. Pianta sotto la quale si dice sostasse spesso a riposare e meditare il grande inventore. “Il glicine di Leonardo” è uno dei più vecchi d’Italia, se non addirittura il più vecchio, piantato attorno al 1300, per una veneranda età di oltre 700 anni.  Luogo che tradizione vuole, sia stato dove Ludovico il Moro e il genio toscano, discussero nel 1485 della creazione di diversi progetti, tra cui quello della Conca Fallata che accoglie le acque del Naviglio Pavese. Un luogo oggi praticamente abbandonato con la pianta che mostra segni di sofferenza per la mancanza di cure.

Un altro dei glicini storici milanesi si trova all’interno di un altro ristorante, “Al laghett”, in via Sant’Arialdo 126 a Milano, nei pressi dell’Abbazia di Chiaravalle. Il glicine è contemporaneo del locale, che ha visto la sua nascita ufficiale nel 1890, la pianta quindi dovrebbe avere quindi 131 anni. Corre un po’ per tutto il ristorante, rampicando sull’ingresso, dando un tocco particolare e retrò. Il grande pergolato è usato come riparo scenografico per il ristorante, sotto di cui far accomodare i clienti, nella bella stagione.

Nella zona del centro di Milano, ci sono diversi glicini che sfoggiano la loro fioritura a grappoli tra i più spettacolari, quello in via Santa Valeria, che si arrampica su una casa antica fino alla terrazza.

Il glicine che fiorisce sui muri antichi in via Marco de Marchi, una parallela della centralissima via Manzoni.  Le piante che corrono e colorano un tratto di Viale Majno, prendendo diverse abitazioni e arrivando sino ai piani alti. Quelli che formano un lungo pergolato, nella storica Villa Necchi Campiglio, patrimonio Fai, in via Mozart. In via Canova, dove una pianta centenaria si è arrampicata su una casa liberty.

Nella zona Nord in via Melchiorre Gioia, si trova Cascina de’ Pomm, che dà sul Naviglio della Martesana, qui un glicine regala un tocco incantevole alla vecchia struttura milanese. Altra fioritura spettacolare è quella che si vede in Viale Elevezia, nella zona dell’Arena, con la pianta che ingentilisce e colora una casa d’inizio 900. I glicini che colorano il trafficatissimo viale Scarampo, una delle principali porte d’ingresso della città.

Una delle più spettacolari fioriture è quella alla fermata della linea rossa a Pagano, con la pianta che colora decine di metri in altezza e lunghezza, ricoprendo praticamente tutta un’abitazione.

Sempre a Milano, è stata chiesta la tutela ambientale, come albero monumentale per il glicine di via Ferrante Aporti, piantato nel 1960 dal titolare di un oleificio, proprio a fianco del portone del magazzino della sua azienda. Una pianta che nel corso degli anni si è attorcigliata attorno al muraglione di cinta per diverse decine di metri.

Gli altri glicini della Lombardia

Ma la Lombardia, regala tanti altri glicini storici, uno di questi si trova in provincia di Varese, a Castello Cabiaglio, borgo di circa 300 abitanti ai limiti del “Parco del Campo dei Fiori”. Una pianta che ha oltre 200 anni di età, che richiama visitatori da tutto il mondo ed è considerato il glicine più grande di tutta Europa. Primato recensito e confermato dalla Regione Lombardia, dal 2012. Questo glicine storico, cresce all’interno di un bed&breakfast, ricavato nella cinquecentesca e raffinata residenza di caccia Sforza – Visconti, dando un ulteriore tocco di raffinatezza e armonia. La pianta ha un fusto enorme e con i suoi rami si è avvinghiata alle colonne del porticato al pian terreno e a quello superiore, ricoprendo anche l’antica meridiana.

Un terzo glicine storico si trova a Barzio in provincia di Lecco, nel cuore della Valsassina a 769 metri d’altezza, sulle prime montagne del ramo lecchese del Lario, nelle vicinanze dei Piani di Bobbio e di Artavaggio.  La pianta è un vero e proprio monumento naturale, nota non soltanto ai locali ma a tutti i turisti che frequentano la Valsassina. Si trova in via Francesca Manzoni, strada centrale e stretta che riporta indietro nel tempo, dove al numero civico 33, si trova un palazzetto risalente al Settecento, che attualmente ospita un ristorante. Alla fine dell’Ottocento il luogo di ristoro si chiamava “Osteria del Stremeni”, di cui conserva le antiche architetture, tra cui un vecchio pozzo profondo 12 metri, e nel cortile d’ingresso, il secolare glicine con i suoi rami arriva ormai al tetto dell’edificio. Una pianta maestosa che porta le sue appendici non solo all’interno del cortile, ma i cui rami s’inerpicano, anche sulle finestre esterne che danno proprio su via Francesca Manzoni, aumentando ulteriormente l’effetto scenico.

Da ricordare, anche la meravigliosa vista che offre sul Lago di Como, lo storico glicine che da il nome alla trattoria "Al Glicine" a Erba.

Rimanendo in Brianza, ma nella parte Nord, troviamo un glicine particolare a Porchera, frazione di Olgiate Molgora, nell’ex villa del Senatore Enea Noseda. Il glicine a causa dell’abbandono della casa, negli anni ha trovato spazio e si è arrampicato su uno dei pini all’ingresso dell’abitazione.

Il pino, alto oltre una ventina di metri, e il glicine vivono in simbiosi, con il primo che da aprile e maggio si fa coprire e avvolgere completamente dalla coloratissima fioritura del secondo e che cambia di tono, a secondo dell’altezza e della luce che prende. Non sembra nemmeno un gioco della natura, ma una vera e propria istallazione artistica, voluta e cercata, di sicuro impatto visivo.

Sul Lago di Como, spettacolari e curatissimi sono i glicini, che costeggiano la scalinata interna che da Villa del Balbianello a Lenno, porta alla parte bassa del complesso. Rami lunghissimi, che si attorcigliano alla roccia e lasciano i fiori pendere a picco a mimetizzare alcune parti dell’architettura e coprire le asperità dei sentieri, dando morbidezza all’insieme. Piante che risalgono alla costruzione della villa, e che hanno oltre il centinaio di anni.

A Pavia, in uno degli innumerevoli chiostri che compongono l’Università, nel Cortile delle Magnolie, un glicine rampicante cammina tra le arcate, facendo pendere i suoi grappoli fioriti e profumati Non se ne conosce esattamente l’età, ma si può ipotizzare che la sua collocazione si possa far risalire alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Università di Pavia conobbe un nuovo rilancio, dovuto in gran parte alle iniziative dell’allora rettore Plinio Faccaro.

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