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Boffalora sopra Ticino, quando la storia si racconta

boffalora 1Al confine tra la provincia di Milano e quella di Novara, diviso in due dal Ticino, si trova il piccolo borgo di Boffalora, uno dei meno noti, ma tra più interessanti del Milanese.

Il suo nome, secondo la leggenda, deriva dal volgare Buffa L’Aura, cioè Soffia il Vento, con riferimento alla posizione soprelevata, dove si trova il borgo, oppure dal latino Bufalus Ora, in italiano “zona di bufali” per la fitta vegetazione del Ticino in età romana.

Le prime notizie su Boffalora risalgono alla fine dell’XI secolo, quando vi fu stabilito il cantiere per la costruzione del Naviglio Grande.
Non è del tutto improbabile che il paese, all’inizio, fosse l’insediamento degli operai che stavano lavorando a questa imponente opera architettonica.
Alla fine dei lavori, Boffalora non solo era diventata un vero e proprio centro abitato, ma era anche stato diviso in due dal Naviglio.
Da una parte il paese vero e proprio, mentre dall’altra vi si trovavano i boschi, oggi parte del Parco del Ticino, ricchi di selvaggina locale, come fagiani e cervi.
Il tutto unito da un maestoso ponte in granito, che in pochi anni divenne il simbolo della cittadina.

Agli inizi del Duecento, Boffalora venne assediata dall’imperatore Federico II di Svezia, che in quegli anni era entrato in conflitto con i signori di Milano.
Nel 1341 Gian Galeazzo Visconti concesse a Boffalora il titolo di feudo, mentre nel 1396 il piccolo borgo fu annesso alle terre della Certosa di Pavia.

Sotto Napoleone, fu eretto un nuovo ponte che collegava il paese al Lago Maggiore e che venne a lungo conteso tra i Francesi e gli Austriaci.
Ma l’evento più noto che coinvolse Boffalora fu lo scontro che, all’alba del 4 giugno del 1859, vide come protagonisti le truppe franco – piemontesi del generale MacMahon e quelle austriache, che stavano cercando di impedire al nemico di arrivare a Magenta, dove si trovava la maggior parte delle sue armate.
Dopo ore di battaglia accanita, entrambi i contendenti decisero di spostarsi a Magenta, dove si tenne la battaglia che avrebbe visto vincitrici le truppe del generale francese.

Oltre i boschi che circondano l’abitato, Boffalora ha luoghi notevoli anche dal punto di vista storico e culturale.
Si possono ammirare la parrocchia di Santa Maria della Neve, consacrata alla fine del Quattrocento e poi ampliata in età Barocca con una nuova ala in stile, e il santuario della Madonna dell’Acquanera, che nel 1868 si salvò dall’allagamento durante l’inondazione del Ticino.
Mentre gli edifici civili più belli e importanti sono la Grangia Certosina, di epoca Rinascimentale, il Palazzo Comunale, Villa Calderari, con la sua scuderia oggi cappella della Santa Famiglia Nazarena, e la vecchia filanda Mylius, prima sede dei certosini locali per poi diventare nell’Ottocento, la sede dell’omonima azienda fondata da Enrico Mylius, noto per essere stato tra gli sperimentatori della filanda “a freddo”. 

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