Personaggi, e non solo, del folclore italiano: i Confinati e l’Orcolat
È noto che il folclore attiene a numerose forme di cultura popolare, comprendenti leggende, racconti, tradizioni e usanze diffuse in tutto il territorio della nostra Penisola. Mi sono reso conto, nel condurre questa ricerca, che sono veramente tante, e quindi ho deciso di procedere a tappe, prevedendo così più articoli. Proseguendo in questo affascinante cammino di conoscenza, questa volta vi narro dei Confinati e dell’Orcolat. Iniziamo dal primo.
I Confinati o anime confinate 👻
Queste figure appartengono alle tradizioni popolari della Lombardia nord-orientale, in particolare nelle valli bergamasche, nella Valle Camonica e in Valtellina. Il termine "confinati" fa riferimento a spiriti erranti, non a esseri corporei: sono infatti annoverati tra i fantasmi.
Si racconta che, quando qualcuno moriva senza trovare pace, la sua anima insoddisfatta venisse mandata al confino tramite un particolare esorcismo. In questo modo, lo spirito era costretto a vagare in vallate isolate o inospitali, impedendogli di nuocere ai vivi.
Secondo la leggenda, prima del Concilio di Trento, gli abitanti dei paesi vedevano spiriti in processione, i quali portavano con sé resti umani, come braccia o gambe. Un racconto narra di una donna che vide un’anima dannata trasportare sulle spalle una pietra confinaria, simbolo del suo peccato: da vivo, aveva spostato arbitrariamente un confine per appropriarsi di un terreno altrui.
Un’altra storia parla di un uomo che, nonostante fosse stato sepolto regolarmente, veniva ritrovato ogni mattina fuori dalla sua tomba. Dopo svariati tentativi di rimetterlo al suo posto, venne chiamato il vescovo, che suggerì di celebrare una Messa e di confinare l’anima. Mentre lo spirito veniva esiliato, bruciava ogni cosa intorno a sé, finché, giunto alla sua nuova destinazione, scomparve per sempre.
C’è anche il racconto di tre pastori che, mentre mangiavano polenta e carne, furono sorpresi da un forte tuono. Accanto a loro apparvero tre uomini, che riconobbero con stupore: erano morti da tempo. Gli spettri si avvicinarono, mangiarono il loro cibo e poi iniziarono a giocare a carte, come se nulla fosse.
Questi sono solo alcuni degli inquietanti racconti legati ai Confinati, ma le storie su di loro sono molte. Lascio ai lettori il piacere di scoprirle.
L’Orcolat: il mostro che scuote il Friuli 😨
Passiamo ora all’Orcolat, un essere mostruoso della tradizione friulana, ritenuto responsabile dei terremoti che colpiscono la regione. Il nome significa “orcolaccio”, un termine spregiativo derivato dal dialetto friulano orcul, ossia orco.
Secondo la leggenda, per poter avvistare questa creatura – cosa quasi impossibile – bisognerebbe recarsi in Carnia, nell’area montuosa della provincia di Udine, il cui centro principale è Tolmezzo. Si dice che l’Orcolat si aggiri in queste montagne, rifugiandosi probabilmente in grotte nascoste.
Il terremoto sarebbe causato dal suo movimento brusco e violento, un segno della sua collera o del suo risveglio improvviso.
Caratteristiche dell’Orcolat
- Aspetto: si suppone che abbia una corporatura gigantesca e un aspetto orribile.
- Forza: è dotato di una potenza straordinaria e di una velocità sorprendente, nonostante il territorio montano e impervio.
- Origini misteriose: nessuno sa cosa mangi, come si vesta o che voce abbia.
Gli orchi, in generale, sono figure ricorrenti nel folclore popolare: brutti, violenti, voraci di carne umana, talvolta capaci di mutare forma. Spesso fanno da guardiani a principesse prigioniere o tengono in schiavitù i bambini. Vivono in castelli sperduti, grotte oscure o paludi nebbiose.
Tuttavia, non tutti gli orchi sono spaventosi. Grazie alla cultura pop e al cinema fantasy, oggi conosciamo anche un orco diverso: Shrek, verde e dall’animo bonario, nonostante il suo nome significhi "paura e terrore".
Anche questo viaggio nel folclore italiano è giunto al termine. Buona lettura e… alla prossima puntata! 🔮