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Il Vecchione: una tradizione centenaria di Bologna per Capodanno

vecchione bologna

Da oltre un secolo, Bologna celebra l’arrivo del nuovo anno con un rito scaramantico unico: il rogo del Vecchione. La mezzanotte del 31 dicembre, in Piazza Maggiore, viene bruciata una gigantesca scultura piena di petardi, che rappresenta l’anno vecchio. Questo gesto simbolico serve per liberarsi delle brutture del passato e accogliere con speranza l’anno nuovo.

La figura del Vecchione è tradizionalmente un fantoccio di cartapesta, ideato dalla società I fiù dal Dutour Balanzon. Durante la serata, la città si anima con un corteo di bande musicali, la lettura del testamento dell’anno vecchio e l’estrazione dei premi della lotteria di Capodanno.


Le origini del Vecchione

La tradizione del Vecchione affonda le radici nell’Ottocento, quando veniva bruciato durante il Carnevale. Tuttavia, il rogo di Capodanno, come lo conosciamo oggi, risale al 1922, quando per la prima volta un Vecchione venne incendiato in Piazza Maggiore nella notte di San Silvestro, segnando il passaggio simbolico tra l’anno vecchio e il nuovo.

In origine, il Vecchione era un vecchio realizzato con paglia e stracci da artigiani locali. Negli anni bisestili, invece, veniva rappresentato come una vecchia.
Un cambiamento significativo avvenne nel 1972, quando, sotto la guida del sindaco Zangheri, venne bruciato il Mostro della guerra, realizzato su bozzetto del celebre artista cileno Roberto Sebastian Matta. Questo gesto simboleggiava l’impegno di Bologna per la pace e la condanna delle politiche di aggressione degli Stati Uniti in Vietnam. L’evento si inseriva nell’ambito della mostra Tra rivolta e rivoluzione, organizzata in città tra novembre 1972 e gennaio 1973.


Il Vecchione di oggi

Dal 1993, con la giunta Vitali, la tradizione è stata arricchita, affidando l’ideazione del Vecchione a artisti legati a Bologna. Questi artisti hanno utilizzato il rogo come un mezzo per veicolare messaggi sempre nuovi, arricchendo il fantoccio con significati simbolici e sociali.

Artigiani specializzati in grandi sculture hanno lavorato per rendere le opere più raffinate e capaci di comunicare in modo efficace il pensiero degli artisti. Tra i nomi che si sono cimentati nella creazione del Vecchione figurano artisti di fama come Gabriele Lamberti, Jean-Michel Folon, Emanuele Luzzati, CuoghiCorsello, Ericailcane e il collettivo Parasite 2.0, solo per citarne alcuni.

Il Vecchione durante la pandemia

  • 2020: Per la prima volta, il Vecchione non venne bruciato in Piazza Maggiore a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Tuttavia, la tradizione fu reinterpretata con un Vecchione digitale creato dall’artista Chiara Rapaccini (RAP), accompagnato dalla celebre canzone Futura di Lucio Dalla.
  • 2021: Anche quell’anno, a causa delle misure anti-Covid, il rogo non ebbe luogo. Il Vecchione, intitolato Vecchio come una torre, venne realizzato dal collettivo artistico Parasite 2.0, ma non incendiato.

Il Vecchione: simbolo di speranza e rinnovamento

Il rogo del Vecchione è molto più di una semplice tradizione: rappresenta un momento di riflessione collettiva, in cui la comunità si libera simbolicamente del passato per guardare con speranza al futuro. Con il contributo di artisti e artigiani, il Vecchione continua a evolversi, mantenendo viva una delle tradizioni più amate di Bologna.

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