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Il Pipistrello: simbologia del mammifero volante

pipistrello pixCome mai un articolo su questo mammifero volante? Perché è balzato agli onori della cronaca per essere la causa, almeno così pare, della pandemia di coronavirus che sta invadendo il nostro pianeta. Non voglio però scrivere sulla sua natura dal punto di vista della scienza, lascio questo agli esperti, ma desidero parlarne facendo riferimento alla sua storia nella simbologia dei vari popoli.

La sua etimologia deriverebbe dal latino "vespertilio" , da "vesper" ossia "sera". In altre lingue lo troviamo come "bat, topo glabro, topo volante, bestia volante".

Già nell'antichità lo troviamo nelle varie mitologie, leggende e nel folclore di ogni continente. Il loro aspetto sgradevole non ispirava molta simpatia, anche se la loro utilità è indubbia, infatti, divorano enormi quantità di insetti nocivi, anche se vi sono pipistrelli carnivori e ematofagi, ossia che si nutrono di sangue. La loro presenza evocano atmosfere tenebrose, come racconta Omero nell'Odissea quando dice: "come le nottole nel cupo d'un antro divino squittendo svolazzano, quando una cade dal grappolo appeso alla roccia".

In Francia e in Sicilia vigeva l'uso di inchiodare alla finestra un pipistrello, oltre agli uccelli notturni come la Civetta. Nell'Antico Testamento era considerato un animale abominevole di cui non ci si doveva cibare. I cinesi in proposito manifestano una idea tutta all'opposto. Nonostante la sua fama sinistra il suo sangue veniva usato per curare alcune malattie, fra cui la psoriasi e dell'intestino, si usava anche come depilatorio e si considerava afrodisiaco. Oggi noi sappiamo che sono portatori sani di alcuni virus, tra cui la rabbia e l'Ebola.

In un bestiario medievale di Gubbio dal titolo "Bestiario moralizzato di Gubbio", una poesia così inizia: "La noctola, de sì vile natura, né bestia non pare, né uccello, e va volando per l'aire oscura e schifa lo giorno kiaro e bello". Lo si trova anche scolpito sugli stalli e sui capitelli delle chiese, ad esempio nella chiesa di Sainte-Madeleine a Ginevra o nell'antica chiesa di Saint-Germain di Poitiers.

Nel Rinascimento il pipistrello diviene emblema della malinconia, raffigurato ad esempio da un lavoro di Albrecht Dürer dal titolo Melanconia. Non possiamo tralasciare il riferimento al genio di Leonardo da Vinci che, progettando la sua macchina volante, gli mise ali di pipistrello, e non a caso poiché le considerava più adatte al volo in quanto non traforate. Non solo però macchina per volare, ma anche nella sartoria, infatti, nell'Ottocento vi era un pastrano senza maniche con mantellina chiamato pipistrello. Inoltre le ali del chirottero sono state applicate anche a vari esseri mitologici e fantastici, ad esempio al demonio, ai grifoni, ai draghi, alle sirene-uccello e molti altri, e persino all'uomo, non ultimo Batman, ossia "uomo pipistrello".

I pipistrelli con il loro aspetto quasi umano – le ali paiono mani col pollice opponibile alle altre dita, mammelle pettorali, pene libero e pendente, flusso mestruale periodico, hanno originato i vampiri. L'iconografia moderna ne è ricca, dai manifesti cinematografici, a libri e opere d'arte. D'altro canto la figura del succhiatore di sangue, che è simbolo di vita, è antichissima, la troviamo ad esempio nella mitologia accadico-sumerica. Il Medioevo cristiano lo ripresenta proprio come succhiatore di sangue, così come testimoniato da Burcardo di Worms nel suo "Liber decretorum", scritto intorno all'anno Mille. Inoltre si distinguevano i vampiri morti dai vampiri vivi, dove questi ultimi erano quelli che avevano subito il morso e che presto sarebbero entrati a far parte dei "non morti". Così come si credeva che i morti scomunicati erano destinati a divenire dei vampiri.

Come si può notare in un modo o nell'altro il pipistrello è entrato a far parte delle vicende umane.

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