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Allegri sonetti di Ettore Petrolini

Ettore Petrolini è stato un uomo di teatro, attore e scrittore di testi teatrali. Romano de Roma, nato nell'Urbe il 13 gennaio 1884 nel vicolo del Granchio. Non parlerò della sua biografia, ma voglio riportare alcuni suoi sonetti, tratti dalle sue performance teatrali.petrolini mf ai

Giggi er bullo

Uno dei personaggi delle sue macchiette è Giggi er bullo, in cui rappresentava il tipico spaccone romano. Alla fine della sua spacconata, dice al maestro di musica: "Attacca, Giovacchì, che ce ne annamo."

Affaccete alla finestra
o grugno sfranto
der bene mio conosci
er sentimento
der bene mio conosci
er sentimento
tu pagheme la cena
ch’io t’amo tanto.

I salamini

Nel 1908, al teatro Morisetti di Milano, Petrolini presenta la macchietta “I salamini”, dove verso la fine canta:

Mi chiamo Ambrogio
ho l’orologio
che segna sempre
le ventitré
Chi sa perché?
E quando piove
riparo dove
l’acqua non cade
sopra di me.
Chi sa perché?
Forse perché io non sono biondo,
ma ho gli occhioni belli…
e sono tondo tondo
e canto gli stornelli.

Verso alla censura

In un suo atto unico, Petrolini ironizza sulla censura, e nel prologo dice:

Far la censura nel ragionamento:
dir le cose a metà, dirle e non dirle,
fingere di capire e non capirle.
Se, per esempio, vi dicessi che
tutte le settimane vado da …
mi metto sulla … e subito mi fa …
quattro puntini … ed io le faccio le …
Mi spiegherei benissimo, però
voi che ne capireste? Un par de co…?
(censura)
Che nessuno s’accorge a prima vista
Se vado da un’amante o da un callista.

Nerone

Nell’atto unico "Nerone", la scena si apre nel triclinio imperiale, e si sente un coro che canta:

Viva il vino spumeggiante
di Frascati e di Marino,
viva ognor l’Asti spumante,
lo Champagne ed il Bordeaux.
E fra il bere ed il mangiare
con le donne a noi vicino
ci faremo sollazzare
sulle molle del sofà.

Gastone

Al teatro Arena del Sole di Bologna, nell’aprile del 1924, Petrolini presenta "Gastone". Riporto una parte della celebre canzone, portata in scena anche da altri attori:

Gastone, son del cinema il padrone,
Gastone,
Gastone,
Gastone, ho le donne a profusione
e ne faccio collezione,
Gastone,
Gastone.
Sono sempre ricercato
per la filme più bislacche,
perché sono ben calzato,
perché porto bene il fracche.
Con la riga al pantalone …
Gastone,
Gastone.
Tante mi ripeton: sei elegante!
Bello, non ho niente nel cervello!
Raro, io mi faccio pagar caro:
specialmente alla pensione,
Gastone,
Gastone.

Benedetto fra le donne

Al teatro Filodrammatici di Milano, il 23 dicembre 1927, viene rappresentata la commedia in tre atti "Benedetto fra le donne", dove Benedetto è il nome del protagonista. La commedia si conclude con queste parole:

Col coretto piano piano
perché il pubblico dedica,
tutti qui è Petroliniano
fatto sol perché si rida.
Sia qual vuolsi brutta o seria,
la commedia è ben da poco
io non cerco la materia,
la ragion la curo poco.
Non c’è niente di profondo
tutto è vecchio come il mondo,
c’è qualche attimo vivace
qualche cosa di mordace.
Benedetto a voi s’affida,
tutto è buon perché si rida,
ma non rido delle gonne
le considero colonne.

Parodia di Amleto

Concludo con una parodia di Petrolini su Amleto. All'apertura del sipario, il "prence danese" recita così:

Io sono il pallido prence danese,
che parla solo, che veste a nero.
Che si diverte nelle contese,
che per diporto va al cimitero.
Se giuoco a carte fo il solitario
Suono ad orecchio tutta la Jone.
Per fare qualcosa di ameno e gaio
col babbo morto fo colazione.
Gustavo Modena, Rossi, Salvini
stanchi di amare la bionda Ofelia
forse sul serio o forse per celia
mi han detto vattene, con Petrolini, dei salamini.

(Nota: "Jone" è un melodramma di Enrico Petrella)

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