Rosalyn a Teatro Verdi
Può l'Imponderabile nascondersi in un oggetto così insignificante come una penna? Quand'anche si trattasse della penna di una famosa scrittrice, Esther interpretata dalla brava Alessandra Faiella, e dunque oggetto feticcio per eccellenza, si tratta pur sempre di un minuscolo oggetto insignificante, neppure di gran valore economico, come se ne possono perdere e trovare tanti... Eppure, se davvero possono esistere oggetti così intimamente connessi alla persona e non solo alla sua professione, quale la penna per lo scrittore o lo strumento per il musicista, allora davvero la perdita della stilografica in questione ed il suo ritrovamento su un cadavere in una discarica di Toronto sono eventi che vanno ben oltre l'evidenza di indizi sui quali indagare e assurgono invece a vera nemesi dell'anima di Esther.
Nella sala degli interrogatori della polizia la scrittrice di successo Esther è costretta a spiegare il ritrovamento della penna-indizio sul cadavere di un uomo. Tra reticenze e minacce di far intervenire schiere di avvocati, governatore, moglie del governatore e governante del governatore, con l'atteggiamento di supponenza che ci si aspetta da una persona di successo, Esther rievoca il viaggio a Toronto di quattro anni prima, quando, sbagliando il luogo della conferenza di presentazione del suo libro, conosce per caso Rosalyn, la donna delle pulizie, interpretata da una bravissima Marina Massironi.
Rosalyn rappresenta perfettamente il degrado sociale e familiare, è una donna semplice e sottomessa, incastrata in una relazione fatta di violenze e soprusi. Rosalyn è anche una donna curiosa, che assiste entusiasta alla presentazione del libro di Esther sulla necessità di liberare la propria natura, lo legge d'un sol fiato di notte, lei così solita addormentarsi dopo poche righe, e se ne lascia completamente imbibire fino a decidere di dare una svolta alla sua vita.
Il giorno successivo Rosalyn farà da guida turistica a Esther per mostrarle le bellezze di Toronto: le cascate, una mozzafiato veduta dall'alto, una sosta nel parco situato a poca distanza dalla discarica...
Rosalyn è uno spettacolo avvincente, dal ritmo serrato, scandito dal ticchettio delle lancette dell'orologio della sala degli interrrogatori, così simile al countdown di una bomba prossima all'esplosione, come destinata ad esplodere è del resto la vera natura tanto decantata dal libro di Esther.
L'impressione che si ha a inizio spettacolo è che una qualche esplosione sia già avvenuta. Faiella e Massironi camminano su un piano inclinato le cui piastrelle bianche di rivestimento hanno già in più punti ceduto lasciando dei buchi, o stanno cedendo creando diverse altezze e mostrando il grigio poroso, sporco, del cemento.
È una scenografia evocativa ed intelligente, quella pensata da Maria Spazzi, che rivela funzioni diverse man mano che lo spettacolo evolve (cima di grattacielo, rocce, prato) e che alla fine acquista un significato allegorico interessante, presentandosi come il dissesto di una mente, la sporcizia del grigio sotto le asettiche piastrelle che Rosalyn pulisce.
È tutto un gioco di riassegnazione di significati questo spettacolo. Dalla penna-nemesi di cui già si è parlato, alla scenografia, all'ossessione di pulizia di Esther, sempre intenta a disinfettarsi le mani, in una compulsione che ci mostra in filigrana Lady Macbeth, sino al finale dal quale fa capolino Amélie Nothomb.
Indizi sparsi che, come in un thriller che si rispetti, spetterà al pubblico rintracciare e rielaborare.
Rosalyn è in scena al Teatro Verdi, dal 4 al 23 aprile. E' consigliato per chi vuole cimentarsi in un gioco noir, buffo e tragico assieme, esaltato dalla nervosa recitazione di Alessandra Faiella e dalla lucida follia di Marina Massironi, ben guidate dalla sempre brava Serena Sinigaglia.
Rosalyn è una produzione C.M.C. Nido di Ragno / Sara Novarese / Teatro del Buratto
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16, Milano
dal 4 al 23 aprile
Prezzi: 20 / 14 / 10 euro.
Giovedì posto unico 10 euro