Telebiella piccola rete contro il colosso Rai
Tutto cominciò alla fine degli anni Sessanta, quando Giuseppe Sacchi, collaboratore della Televisione Svizzera, scoprì per caso una lacuna del codice postale di Biella, la sua città natale, che non contemplava il diritto di una televisione via cavo.
Nella mente di Sacchi comincio a maturare l’idea di una televisione che, libera dal gigante Rai, fosse in grado di raccontare la storia e la vita degli abitanti di Biella, dando voce alla piccola provincia italiana.
Fu cosi che, il 20 aprile del 1971, venne registrato in Tribunale il marchio di Telebiella, che veniva definito un giornale periodico a mezzo video.
Ma il vero inizio della nuova rete fu il 6 aprile del 1972, quando dal suo salotto, arredato come uno studio televisivo, la moglie di Sacchi, Ivana Ramella, presentò con un breve messaggio Telebiella.
Era cominciata la sfida al monopolio della Rai da parte di Sacchi, che sarebbe durata per tre anni.
Il palinsesto di Telebiella era molto semplice, con un telegiornale quotidiano e altri servizi legati alla storia di Biella, ma c’era anche lo spazio per l’intrattenimento, con “Campanile in vasca” la prima trasmissione non legata al monopolio Rai.
Nel frattempo cominciavano a collaborare con Sacchi alcuni nomi noti del panorama italiano, come Enzo Tortora, in quel periodo esiliato dalla Rai, e il noto cantautore Bruno Lauzi, suo caro amico personale.
Ma la Rai non si fece attendere, e con il decreto del 9 maggio del 1973 corresse la vecchia lacuna del codice postale, decretando cosi la fine di Telebiella.
Sacchi, con l’aiuto degli avvocati Della Valle e Dell’Ora, amici di Tortora, cercò in ogni modo di evitare il taglio del cavo della sua rete, ma fu tutto inutile.
Il 1 giugno del 1973 il cavo venne reciso e Telebiella morì per sempre, lasciando un vuoto profondo nel cuore dei cittadini di Biella.
Ma Sacchi non si arrese e, dopo una lunga battaglia legale, nel 1975 Telebiella torno a trasmettere, stavolta su scala nazionale, con nuovi e vecchi programmi.
Oltre alle pubblicità del marchio Aiazzone, negli anni Ottanta la piccola rete fu affiancata anche da Radiobiella, che ebbe un discreto successo.
Nel dicembre del 1992 Sacchi dichiarò il fallimento di Telebiella, che venne ceduta al gruppo Pirenei spa, che la unisce a TeleRitmo e Tele Novara, ribattezzandola con il nuovo nome di Retebiella, che continua ancora oggi a trasmettere dopo 35 anni dalla sua nascita.