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Beatrice d’Este: una donna del Rinascimento

beatriceGià nel XV secolo, una donna, una giovanissima donna, Beatrice d’Este, seppe dare la propria impronta a Milano nel pieno del Rinascimento.

Secondogenita del duca di Ferrara Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona, Beatrice d’Este nacque il 28 o, secondo altre fonti, il 29 giugno del 1475.
Le cronache della corte estense riportano la profonda delusione del padre per non aver avuto il tanto sospirato erede al ducato di Ferrara, tanto che la piccola Beatrice visse un’infanzia decisamente solitaria, come si può dedurre dalle poche notizie degli storici dell’epoca.
Dopo essere cresciuta a Napoli, verso i dieci anni, Beatrice tornò a Ferrara nell’agosto del 1485, per essere educata agli studi letterari dall’umanista Battista Guarino, figlio di uno dei più noti dotti di Verona, e già precettore della madre Eleonora.
Trascorsa l’adolescenza nello sfarzo della corte estense, tra letterati e grandi scultori e pittori, spesso amici del padre, giunse per la giovane Este il momento del matrimonio, allora importantissimo, in quanto più di un nobile italiano aveva da tempo chiesto la sua mano, nella speranza di stringere alleanza con gli Estensi di Ferrara e gli Aragonesi di Napoli, allora le famiglie più potenti della penisola italiana.
Ma da tempo il duca Ercole era in accordi con il signore di Milano, Ludovico il Moro, che da quando Beatrice aveva cinque anni mirava a sposarla per allargare il suo raggio di azione dalla Lombardia fino all’Emilia Romagna e oltre.
Infatti nella primavera del 1480 erano già stati portati a termine i patti nuziali tra le due corti, che condussero la piccola Beatrice alla corte degli Sforza, contrariamente ai desideri della madre, che avrebbe voluto, come sposo della figlia, Gianfranco Gonzaga, un lontano cugino che rimase molto amico del duca e della sua famiglia fino alla morte.
Fu solo nel 1489, quando ormai Beatrice era quindicenne, l’ambasciatore estense a Milano decise che era il momento di far incontrare i due promessi sposi, che fino ad allora non si erano mai visti.
Dopo una lunga serie di lettere scambiate da entrambi le parti, nel gennaio del 1491 si tenne nella cappella del castello visconteo di Pavia, il tanto atteso matrimonio tra Ludovico e Beatrice.
beatrice 2Per festeggiare l’unione, il grande Leonardo da Vinci collaborò alle sfarzose cerimonie che si tennero dal 26 al 28 gennaio presso il castello di Milano con costumi ed invenzioni pirotecniche sorprendenti per l’epoca.
Dei sei anni di vita coniugale tra i due sposi ci rimangono le lettere che Beatrice scrisse al marito e alla sorella Isabella, oggi conservate negli archivi storici di Milano.
Il ritratto che ne emerge è quello di una giovane donna attenta, osservatrice e curiosa di tutto quello che la circondava, tanto che spesso compiva viaggi nei feudi di Pavia e Vigevano, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Grazie a Beatrice, a Milano arrivarono grandi artisti e letterati, generosamente ricompensati dal duca, con lo scopo di trovare nuove idee per migliorare il castello e la città.
Inoltre la duchessa introdusse un gusto nuovo per i vestiti e la moda in generale, aprendo la strada alle innovazione del costume rinascimentale.
Ma tutto questo finì il 3 gennaio del 1497 quando Beatrice, non appena ventiduenne, mori a causa di complicazioni sorta durante la nascita del suo terzogenito.
Distrutto dalla perdita dell’amatissima moglie, Ludovico il Moro iniziò a trascurare gli affari di corte ed in poco tempo andò incontro al declino economico e politico, tanto che, dopo essere stato catturato dai Francesi in battaglia, morì da prigioniero nel castello di Loches nella Loira il 27 maggio del 1508.
Oggi, nella Certosa di Pavia, si può ammirare il sarcofago in marmo, mai utilizzato, che ne riproduce le fattezze insieme all’adorata moglie.

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