A Milano nel 1704 avvenne
Questa volta torniamo indietro di 316 anni, e proviamo a dare una sbirciatina a qualche fatto che vedeva la nostra Milano protagonista. Iniziamo la nostra lettura della cronaca con il mese di marzo e con un fatto tutt'altro che lieto.
- 6 Marzo. Viene giustiziato il novarese Gian Giacomo Molino in quanto giudicato colpevole di eresia e condannato con la seguente motivazione: "di havere come falsario continuato a celebrare più messe, et a somministrare li Sacramenti della Penitenza et Eucaristia in diversi luoghi et a diverse persone senza essere sacerdote".
Resta un mistero il motivo che ha spinto il Molino a fingersi un prete. Dopo questo avvenimento a Milano non fu più acceso un rogo per eresia. Se però torniamo indietro di una sessantina d'anni, veniamo a sapere che a Porta Tosa, nel piazzale prima del ponte sul Naviglio, su un palco parato a lutto venivano decapitati coloro che si macchiavano di omicidio. Porta Tosa è oggi Porta Vittoria, che è posta a est della città. - mese di giugno. Lo svizzero Giacomo Tieffen ottiene la privativa ventennale per aprire, a Milano, uno dei primi e moderni opifici per la produzione della lana fine inglese. Il suo tentativo ha origine nel 1703. Questo lanificio è considerato la prima fabbrica moderna in Lombardia, in cui gli operai lavorano con macchinari importati dalle Fiandre e dalla Francia. Resterà operativa sino al 1720. La privativa è una disposizione che dà dai privilegi a determinati produttori in cambio della loro opera. Milano, dobbiamo ammetterlo, è sempre stata una città produttiva, dove la gente si industriava e si dava da fare nel commercio, nell'artigianato, nell'arte, insomma, ovunque ci fosse motivo di impresa. Cito un poemetto che accenna alla quantità dei forestieri che venivano a Milano per affari di commercio. Dice così:
"Roman, Francis, Todesch e di Spagnui,
Venezian, Veronis e Fiorentini,
Bolognis, Mantovani e Ferraris,
Senis e Parmesan e Modanis,
Napolioch, Genovis e Ciciliani
Savonis, Orbinas e Calavris,
e Ciprioti e Corsi e Sardegnis,
e Transilvani, Ongari e Polach,
Sovizeri e Bergognoni e Piamontis,
Oltrinasch e da Bregn e Bergamaschi
e d'ogni nazion, fora i Giudir
che fan la sua vida da per lor,
per mangià doma och, i badanai!
Beh, speriamo che passi presto questa calamità del virus 2020 e Milano ritorni a essere metropoli internazionale.
- 24 di luglio. Muore il poeta e letterato Francesco De Lemene. Nato a Lodi da una famiglia aristocratica, si laureò all'Università di Bologna e Pavia nel 1655. Influenzato dallo scrittore e commediografo Carlo Maria Maggi, scrisse i suoi testi in lingua lombarda, calcando sulla variante lodigiana. Si ricorda in merito la commedia "La sposa Francesca e una traduzione della Gerusalemme Liberata" del Tasso. Da La sposa Francesca ecco alcune liriche del primo atto:
"Oh mal sortada povera Francesca!
Con 'na brava fiola a on marit bravo
vun a ne'l vol mai fa quel che el doravvo,
l'oltra na la sa quel che la se pesca:
o mal sortada povera Francesca!"
Anche questa curiosità è stata colmata. Vedremo quale sarà la prossima.
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