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Indro Montanelli, una vita dedicata al giornalismo

indro montanelliUna delle firme più illustri del giornalismo italiano del Novecento, Indro Montanelli,  anche se nacque il 22 aprile del 1909 a Fucecchio, un piccolo paese sulle colline  della Toscana, ebbe un lungo e profondo rapporto con Milano.
 
 Il padre, Sestillio Montanelli, modesto preside di liceo, aveva sposato Maddalena  Doddoli, figlia unica di un ricco proprietario terriero della zona.
 Durante la sua infanzia il piccolo Indro frequentò la villa detta delle “Vedute”, che si  trovava nelle vicinanze di Fucecchio, stringendo una grande amicizia con il proprietario e sindaco del paese Emilio Bassi.
 
Dopo aver completato il liceo a Rieti, Montanelli si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l’università di Firenze, oltre a trascorrere numerosi soggiorni in Francia, dove cominciò a lavorare come giornalista, collaborando alla rivista “Paris soir”.
Verso l’inizio degli anni Trenta, dopo aver conseguito anche una laurea in scienze politiche, Indro iniziò ad avvicinarsi a ideologie anti-capitaliste e anti-borghesi, professate da Berto Ricci, direttore di “L’università”, mentre conobbe Leo Longanesi, uomo dai mille talenti, che fu il suo mentore.
Nel 1935 Montanelli pubblicò, per le edizioni del Selvaggio, il suo primo libro “Commiato dal tempo di pace”, mentre iniziò a lavorare ai suoi primi servizi giornalistici importanti, provenienti dal Canada e dall’Etiopia.
 
In seguito Indro si recò, come corrispondente de “Il Messaggero” in Spagna durante la guerra civile, ma a causa un polemico articolo sulla battaglia di Santander, venne espulso dal partito fascista e obbligato a tornare in Italia, dove trovò lavoro presso il “Corriere della Sera”, allora diretto da Aldo Borelli.
Dopo una serie di viaggi in Albania e Germania, in cui descrisse con precisione un mondo ormai al tramonto, Montanelli seguì i primi sviluppi della seconda guerra mondiale, dalla Norvegia fino ad arrivare al fronte francese, da dove venne inviato a seguire la campagna militare in Grecia.
Nel 1942 Indro sposo la giovane Maggie De Tarsienne, con cui condivise la drammatica esperienza della prigionia a San Vittore nel 1944, da cui venne salvato grazie all'intervento del cardinale Schuster, che era stato richiesto personalmente dalla madre del giornalista.
Per sfuggire a eventuali ritorsioni Montanelli si rifugiò in Svizzera, dove rimase fino alla fine della guerra.  
Nel 1945 Indro tornò a lavorare per il Corriere, dove i suoi articoli, di carattere satirico e di costume, occuparono a lungo la terza pagina, tranne in alcuni casi eccezionali, come quando nel 1956, venne inviato in Ungheria per testimoniare la rivoluzione di Budapest e la sua repressione. 
Inoltre dal 1957, con la Storia di Roma, Montanelli diede inizio a una lunga e fortunata serie di volumi dedicati alla divulgazione storica, che usciranno per ben quarant’anni dando un ritratto vivido dell’Italia in tutte la sue sfumature.
 
indro montanelliMentre dal 1973 aveva iniziato una fruttuosa collaborazione con “Oggi”, Indro cominciò a sentire sempre più stretto l’ambiente del Corriere, che sotto la direzione di Piero Ottone aveva assunto una nuova linea politica inconciliabile con la sua, al punto che nel 1974 il giornalista lasciò il quotidiano. 
Il 25 giugno Montanelli diede alle stampe il primo numero di “Il Giornale”, che lo vedeva nel ruolo di direttore, con la collaborazione di alcune firme prestigiose del giornalismo internazionale, tra cui Guido Piovene e Enzo Bettizza.
Ma il suo attivismo lo postò ben presto nel mirino delle Brigate Rosse, che il 2 giugno del 1977 lo ferirono gravemente alle gambe.
Anni dopo gli aggressori ottennero il perdono del giornalista.
Nel 1987 venne istituita a Fucecchio la Fondazione Montanelli Bassi, con lo scopo di conservare i documenti e gli articoli inerenti la figura di Montanelli. 
A seguito di una serie di contrasti con Berlusconi, allora proprietario di “Il Giornale”, Indro nel 1994 abbandonò il quotidiano e fondo, con un gruppo di giovani giornalisti, “La Voce”, il cui primo numero usci il 22 marzo di quello stesso anno.
Ma la nuova avventura ebbe vita breve, infatti dopo solo un anno il quotidiano fu costretto a chiudere i battenti per mancanza di fondi, costringendo Montanelli a tornare presso il “Corriere della Sera”, dove firmò numerosi editoriali e tenne la rubrica della “Stanza”, in cui rispondeva alle domande dei lettori.  
 
Ormai malato da tempo, Indro si spense nella sua casa di Milano il 22 luglio del 2001, circondato dall'affetto dei suoi cari, tra cui la seconda moglie Colette Rosselli. 
Presso la fondazione Montanelli Bassi sono visibili il suo studio romano e quello milanese, mentre alla sua memoria sono intitolati i Giardini Indro Montanelli, un polmone verde a pochi passi da Corso Venezia, nel cuore di Milano.
 
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