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Villa Caimi

  • Rossella Laria

villa caimiQuello che resta di Villa Caimi, cioè  un rudere nascosto e soffocato dalla vegetazione selvatica cresciuta in decenni d'abbandono, è in via Aldini, nel cuore del quartiere di Quarto Oggiaro.  
Ma quella che oggi sembra essere solo un cumulo di macerie è invece testimonianza della non troppo lontana epoca delle casate nobiliari e dei latifondi.

La villa era nel ‘700 la casa di campagna della famiglia Caimi: il complesso comprendeva la casa padronale, una cascina con corte e un parco – adiacente a quello di villa Scheibler –  stalle e fienili. Quando il conte Scheibler vendette le proprietà alla Societa' Quartieri di Vialba, fu ceduta anche Villa Caimi, che andò al consigliere delegato di questa società, Cesare Finoli.
La villa fu inizialmente la sua abitazione, per diventare poi un orfanotrofio negli anni 30-40 e un rifugio per gli sfollati durante la seconda guerra mondiale. Nel 1948 fu luogo di ritrovo per l’organizzazione dei laici consacrati "Milites Christi”, di cui, oltre a Guido Finoli, fratello del proprietario della villa, facevano parte importanti intellettuali cattolici tra cui Giuseppe Lazzati e Giuseppe Dossetti.


Negli anni Cinquanta la villa divenne un pensionato Acli per i lavoratori che venivano da fuori Milano e in seguito passò alla gestione dell’'Opera Bonomelli, che la utilizzò per accogliere i lavoratori che arrivavano dal Veneto e dal sud Italia, finchè nel 1963 il pensionato fu chiuso, e da quel momento iniziò il degrado della villa.villa caimi2015

Negli anni Ottanta i Finoli vendettero la proprietà ad una società, che firmò una convenzione con il Comune ottenendo di poter costruire abitazioni e box per auto al posto del vecchio borgo agricolo, e cedette in cambio al Comune la Villa Caimi e parte del terreno da destinare a uso pubblico.
Nella convenzione, il Comune di Milano si impegnava a ristrutturare la villa. Nel 2013 si è parlato di un un bando per un progetto di rilancio di  Villa Caimi con l’obiettivo di portare cultura, creare piccole attività artigianali e commerciali, spazi per giovani e studenti… Per il momento il rudere continua ad essere nascosto alla vista dei più. 

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