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Milano e le sue 74 fontane

La nostra città pare possieda ben 74 fontane, e alcune opera di celebri artisti e architetti, del passato e del presente. Ovviamente mi è impossibile descriverle tutte, ma di alcune ve ne voglio parlare, vuoi perché mi ricordano la mia permanenza a Milano, vuoi perché mi piacciono.  Lascio dunque spazio ad alcune descrizioni.

piazza fontana

Davanti alla Chiesa e al convento dei Frati Minori di S. Angelo, vi è la fontana che vede la figura di San Francesco che si affaccia verso la frasca acqua. Sul bordo della stessa troviamo incise le parole del Cantico delle Creature di francescana memoria, che lodano il Signore per questo prezioso dono dell’acqua. Esse dicono così: “Laudato sii mi Signore per sora acqua, la quale è molto utile et humile et preziosa et casta”. Sul bordo si possono osservare un gruppo di sei tortore in bronzo. Fu costruita nel 1928 su progetto dello scultore Castiglioni.

Una fontana che ricordo molto bene in quanto lavoravo non lontano e spesso passavo dalla piazza è la fontana di piazza Fontana. Pare sia stata la prima fontana costruita a Milano, rimanendo per circa centocinquant’anni l’unica. È stata progettata dal Piermarini, e che ha poi dato il nome anche alla piazza. Inaugurata nel 1782  nel sito dove, allora, sorgeva anche il famoso “Verziere di Milano”. La bella fontana ha assistito, nel corso della sua storia, a momenti tragici, come il bombardamento nell’agosto del 1943 e la triste strage alla Banca dell’Agricoltura, ivi posta, nel dicembre del 1969. La fontana presenta due sculture di Sirene dette le Teodolinde, probabilmente perché in stile Longobardo, che cavalcano un drago. Più sotto, come elemento decorativo, quattro teste leonine zampillanti acqua. In gergo sono chiamate protome, dal greco “busto”.

A Porta Venezia, precisamente in via Benedetto Marcello – io abitavo poco distante – sorge, al centro di un giardino, la fontana detta appunto di Benedetto Marcello. Questo manufatto è stato voluto da alcuni abitanti della zona per commemorare la memoria di tre caduti dell’era fascista. Nella zona si trova anche la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, così chiamata perché al tempo della peste qui sorgeva appunto il Lazzaretto di Milano . Chi ha letto i Promessi Sposi del Manzoni sicuramente ne è al corrente. La fontana fu inaugurata nell’agosto del 1932, e vede al centro un grande vaso in granito sormontato da un cespo di agave in bronzo, mentre sui lati sono poste delle pigne, il tutto in granito bianco. Si possono leggere, poiché profondamente incisi, i nomi dei tre caduti. L’Agave o Aloe, è simbolo di penitenza e temperanza, mentre la Pigna è ritenuta simbolo di fertilità.

Questa volta andiamo al quartiere Niguarda, dove sono nato, e visitiamo la Fontana monumento ai caduti di Niguarda, che si trova in piazza Gran paradiso. Venne costruita nel 1924 per ricordare i caduti della Prima guerra Mondiale. Su un fusto centrale è posta una scultura in bronzo che rappresenta un soldato sorretto da una figura femminile – la Vittoria. Due protomi leonine sono poste sui lati opposti del fusto.

Spostiamoci adesso al Parco di Villa Litta Modignani che sorge a Milano nel quartiere di Affori che presenta un giardino all’italiana. All’interno vi sono due fontane, una con fronte Villa e l’altra con dentro dei pesciolini. Sono ambedue a forma circolare con uno zampillo centrale, però quella con i pesciolini rossi è recintata da una inferriata provvista di lucchetto. Le fontane sono di proprietà del Comune di Milano.

Quest’ultima fontana che vi voglio far conoscere è quella sita in via S. Barnaba, all’angolo con la via Guastalla. La si vede addossata al muro di cinta del giardino della Guastalla. È in pietra di Vicenza di colore giallo paglierino, con il parapetto in ferro. È stata fatta su progetto del 1939 ed è tuttora vincolata dalla Soprintendenza. L’acqua fuoriesce da una protome leonina riversandosi in un bacino semicircolare.

Per questa volta qui mi fermo, ripromettendomi di ritornare sull’argomento fontane che, se potessero raccontare tutto ciò che hanno visto, si riscriverebbe in parte la Storia.

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