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Le ex scuderie De Montel, un gioiello Liberty nel cuore di San Siro

  • Angelo Crippa

Milano a volte ti sorprende, la meraviglia rimane nascosta da erbacce e reticolati, abbandonata per anni tra gli alti palazzi incombenti. E' il caso delle ex scuderie De Montel, splendido esempio di architettura Liberty, che finalmente, dopo i primi lavori di sgombero e pulizia, si possono ammirare di fronte al cancello 3 dello stadio di San Siro.

Questi sorprendenti edifici, celano una storia che ha origine all'inizio del secolo scorso, una storia di sfide, di purosangue lanciati al galoppo, uomini coraggiosi e visionari, in un periodo appassionante e tragico tra Belle Epoque, l'avanzata del progresso e le guerre mondiali, fino ad arrivare ai nostri giorni.

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Ex scuderie De Montel, contesto storico

Siamo agli inizi del cosiddetto secolo breve, un periodo denso di avvenimenti in tutti i campi. La tecnologia compie grandi passi, pensiamo alla radio, il cinema, la diffusione della illuminazione elettrica e del motore a scoppio. Tempi di grandi ideali, la nascita dei movimenti nazionalisti che portarono purtroppo alla prima guerra mondiale, le masse di lavoratori che prendono coscienza della propria condizione e danno inizio a insurrezioni che sfociano nella rivoluzione russa. Grande è il fermento intellettuale, le avanguardie artistiche danno vita a nuove espressioni tra le quali il Liberty, o Art Noveau come è nota in Francia dove è nata.

Sono gli ultimi anni della Belle Epoque, un periodo che ci rimanda a dame eleganti, uomini con baffi a manubrio, cilindri, galanterie e fiducia nel progresso.

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Che la sfida cominci

Giuseppe De Montel è uomo di questo tempo, imprenditore tessile e banchiere, ha una grande passione, i cavalli. Allora il calcio era agli albori e lo sport che più colpiva l'immaginario delle folle era l'ippica, le corse dei purosangue che erano dei veri miti, come del resto i fantini. Le gare con il loro contorno mondano erano degli eventi imperdibili, che davano grande visibilità.

Come negli anni dai '60 ai '90, gli imprenditori – si pensi a Rizzoli, Moratti, Berlusconi – investirono nel calcio grandi somme per accaparrarsi i migliori assi del pallone, all'inizio del secolo scorso, i facoltosi impiegarono fiumi di denaro per l'allevamento dei cavalli da corsa e l'ingaggio dei fantini migliori. Chi andava per la maggiore, era Federico Tesio, allevatore piemontese che aveva dato vita a un allevamento modello a Dormelletto, provincia di Novara. Tesio, una leggenda nel mondo dell'ippica, grande innovatore, fu tra i primi a capire l'importanza della trasmissione dei caratteri genetici nella riproduzione.

E' il 1915, l'Italia è in guerra, ma Giuseppe De Montel vuole lanciare la sfida a Federico Tesio e da il via all'edificazione delle proprie scuderie nella zona che noi conosciamo come San Siro, e che allora era tutta prati.

La costruzione viene affidata agli architetti Arrigo Cantoni e Paul Vietti Violi, veri specialisti del settore, che infatti realizzarono anche l’ippodromo di San Siro (1920). Lo stile degli edifici è Liberty con rimandi alla tendenza francese Chateau, e terminò nel 1918.

De Montel aspirava a fare di Milano la Newmarket italiana, cittadina inglese del Suffolk dove praticamente sono nate le corse dei cavalli e nella quale, ancora oggi, tutto gira intorno all'ippica, economia compresa.

Il progetto ebbe successo e, dopo la guerra, Milano divenne un centro ippico tra i più importanti del mondo, gli appassionati venivano da tutta Europa per assistere alle sfide tra i purosangue dei due allevatori rivali.

Un tragico epilogo

Purtroppo questo periodo di gloria non durerà a lungo. Con l'avvento della dittatura fascista i tempi si fanno man mano più cupi e il sogno si spezza definitivamente nel 1938 con la promulgazione delle aberranti leggi in difesa della razza. Giuseppe De Montel, in quanto ebreo, è costretto a cedere le scuderie, che vengono affidate alle Opere Pie Missionarie, e fuggire precipitosamente all'estero. Il suo rivale, Federico Tesio, al contrario, come per una tragica beffa, fu nominato senatore del regno.

Un declino senza fine

Dopo la tragedia della seconda Guerra Mondiale le Opere Pie Missionarie cercarono di proseguire l'attività affittando gli spazi a vari allevatori, ma i tempi erano cambiati.

Le corse dei cavalli avevano perso il loro fascino popolare, le folle avevano altri idoli, i calciatori, che si esibivano nella vicina scala del calcio, lo stadio di San Siro. Le ormai ex scuderie De Montel, vengono abbandonate al loro destino.

Nel 1980 il costruttore Ligresti acquistò tutta l'area per costruire palazzi di pregio in fondo a via Fetonte. Grazie al cielo, le scuderie nel frattempo vengono dichiarate patrimonio storico della città, e poste sotto il vincolo della Sopraintendenza alle Belle Arti.

Negli anni a seguire ciclicamente si parla di riconversione e riqualificazione dell'area, vengono presentati vari progetti, ma il risultato è uno stato di completo abbandono. Fa male al cuore vedere soffitti, mura e scale crollati, il degrado generale in cui versa questo gioiello del liberty milanese.

Le ex scuderie De Montel Oggi

Dopo anni di oblio, finalmente le scuderie si ergono solennemente visibili (seppur fatiscenti), al di là di una cancellata, davanti all'ingresso 3 dello stadio. C'è una schiarita sul futuro delle scuderie De Montel, e un aggiornamento sul sito del Comune di Milano, datato 6 ottobre 2021, sembra confermarlo. Il comunicato contiene il progetto di riqualificazione dell'area che prevede la realizzazione di un centro termale e il restauro degli edifici esistenti.

Di seguito un estratto del comunicato.

Progetto vincitore

ATI TEATRO DELLE TERME (Vicom srl – società Mandataria dell’ATI) -

Designers ARCHITETTO GIANCARLO MARZORATI, J+S SRL P’ARCNOUVEAU
Recupero dell’edificio storico, acqua, verde urbano, sostenibilità, rapporto e interazione con la comunità, sono gli elementi fondanti del progetto “Teatro delle terme” che porterà a nuova vita le storiche scuderie de Montel di San Siro.
Il progetto coniuga la volontà di preservare gli edifici storici delle scuderie con le potenzialità offerte dalla presenza di acque termali nel sottosuolo. L’ingresso alle nuove terme di Milano sarà ubicato su via Achille, cui si accederà attraverso un’area verde ad uso pubblico (avancorte).
L’edificio, originariamente sviluppato su due piani, viene riqualificato e restaurato. Al piano terra saranno presenti le vasche relax con acque termali provenienti dal pozzo esistente nel sito. Il secondo piano dell’edificio ospiterà invece aule e sale meeting, messi a disposizione delle associazioni di quartiere per dibattiti e convegni. In tema di mobilità dolce si prevedono nuove postazioni di bike sharing.
Stato di avanzamento dell’attuazione
Rilascio del Titolo edilizio per l’attuazione dell’intervento: entro dicembre 2021

(https://www.comune.milano.it/documents/20126/306944543/Teatro+delle+Terme+-+Relazione+tecnica-descrittiva.pdf/6342e9a6-9ef2-1c57-6855-f5214205d131?t=1630659501008 )

Ci auguriamo che sia la volta buona, che i lavori iniziati siano portati a termine e ai milanesi sia restituita questa prodigiosa testimonianza dei tempi andati. Sarebbe anche una sorta di riscatto per Giuseppe De Montel, per il suo sogno della città dei cavalli, spezzato in maniera così tragica. Non ci sarebbero i suoi amati purosangue, ma possiamo immaginarlo immergersi nelle acque termali e constatare soddisfatto che non tutto è andato perduto, che Milano non lo ha dimenticato.

Curiosità

Per calarsi nell'atmosfera dell'epoca esiste un filmato dell'archivio dell'Istituto Luce, molto pertinente. Si tratta di un servizio di un cinegiornale del 1929 (dura poco più di un minuto) sulla Corsa della Vittoria, svoltasi all'ippodromo di San Siro . Nelle immagini affascinanti si vedono i cavalli, i fantini, la folla sulle tribune e all'inizio una locandina che annuncia il cavallo vincitore: Ortello, di De Montel!

( https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000010463/2/corsa-cavalli-milano.html?startPage=0&jsonVal )

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