La fontana di Pinocchio a Milano
Pinocchio, e chi non lo conosce? Forse però non tutti sanno che nella nostra città, precisamente in Corso Indipendenza, dove sorge il campo giochi, vi è una fontana dedicata proprio al simpatico burattino.
Questa fontana, che il Comune pare deciso a restaurare, era stato un dono della “Famiglia Artistica” a Milano.
La fontana è circolare, con al centro un basamento su cui si adagia il corpo inanimato del burattino Pinocchio mentre, posto in cima ad un pilastro si erge la figura di Pinocchio, ormai divenuto un ragazzo in carne e ossa, che osserva ciò che era prima. Sul fianco del basamento vi erano scolpiti il “Gatto” e la “Volpe”, due figure che tutti ben conoscono, non solo perché nella narrazione dell’autore di Pinocchio, ma anche attraverso la cinematografia, sia in cartoni animati di Walt Disney, sia nel bellissimo film di Comencini, “Le avventure di Pinocchio”, con Nino Manfredi, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, questi ultimi nella parte del Gatto e della Volpe.
Una fontana simpatica che, vedendola, ci riporta senza dubbio all’infanzia, ma che, a voler riflettere, c’è anche di monito, infatti, chi è così superbo di poter affermare di non essere stato, anche solo per una volta, un po’ Pinocchio? Tuttavia, Carlo Lorenzini, più noto come Collodi, scrittore e giornalista italiano, ha scritto un libro che, a mio avviso, non vuole essere solo una favola, ma un racconto pieno di allegorie e simboli che, se analizzati, ci aprono a un insegnamento affascinante.
Solo per curiosità, proviamo a considerare il gatto e la volpe dandogli una connotazione simbolica, ci accorgiamo di come questi due simpatici animali ben rappresentano quelle persone poco oneste, sempre pronte ad approfittare dei semplici, degli sprovveduti e ingenui, per ingannarli e derubarli. Il “Gatto”, svelto e sornione, ladro e opportunista, pronto alla lode se gli conviene; la “Volpe”, astuta nel raggirare con le parole, che si finge comprensiva, sempre pronta ad aiutare ma solo per un suo fine truffaldino. Or bene, se a questi due personaggi “togliamo la maschera”, ecco che essi vengono a rappresentare tutti quelli che in maniera disonesta e truffaldina cercano di approfittare del prossimo. Molti sono i personaggi che popolano il racconto, eppure tutti vengono ad avere un ruolo simbolico indicativo all’interno delle vicende del burattino Pinocchio.
Sono sulla scena del mondo e Pinocchio può rappresentare benissimo non solo l’uomo, ma anche l’umanità che cerca, nelle fatiche, negli affanni e nelle gioie quotidiane, il proprio riscatto. È il cammino evolutivo di ciascuno, è il passaggio dall’infanzia alla maturità.
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