Il complesso di Monluè
Una piccola oasi di pace… con vista Tangenziale
Il complesso di Monluè è uno dei migliori esempi di architettura rurale della zona est della nostra città, situato tra l’area dell’aeroporto di Linate e il moderno quartiere residenziale a ridosso di Viale Forlanini.
Risulta essere un’oasi di pace e un tuffo nella vita di campagna del passato, ma purtroppo, a causa della vicinanza della Tangenziale est, ha perso questo carattere originario, pur mantenendo, però, l’aspetto di antica cascina calata nel paesaggio urbano. Già divenuto casa agricola del Pio Albergo Trivulzio dai primi anni del XX secolo, dagli anni ’60 Monluè cominciò a spopolarsi ma, da quando, nella decade successiva, fu tracciato il percorso del nuovo anello autostradale intorno a Milano, che ne troncò il legame originario con la città, gli abitanti lasciarono quasi del tutto il nucleo originario per trasferirsi nell’area urbana. L’aspetto dell’abbazia – cascina, tipica del Sudest milanese, mantenne, tuttavia, il carattere originario, il cui perno è il fiume Lambro, che lambisce il complesso e che, in passato, era la linfa vitale per i mulini del villaggio.
Originario del XIII secolo, il complesso di Mons Luparium, da cui deriva il nome odierno, fu fondato dagli Umiliati di S. Maria di Brera e adibito a centro monastico, come molte altre piccole abbazie della zona. La sua posizione intermedia tra la città e la via d’acqua ne favorì lo sviluppo e ne fece un florido centro. Suo nucleo è l’antica chiesa di S. Lorenzo, originaria dell’XI secolo, ma poi rimaneggiata nei secoli (soprattutto tra XV e XVI), che, con il suo tozzo campanile a cuspide conica a base ottagonale, segna la sua presenza nella zona. Eretta in cotto come molte altre chiese del periodo (si pensi, oltre alle grandi costruzioni milanesi, anche a Chiaravalle, Viboldone e Mirasole), S. Lorenzo presenta una piccola facciata a capanna con un caratteristico portale a finto protiro, due monofore e un oculo murati, mentre l’interno si configura secondo lo schema tipico delle chiese abbaziali lombarde, con abside rettangolare a volte a crociera, mentre il soffitto della navata è a cassettoni e risale all’intervento di fine ‘500.
L’adiacente cascina Monluè fu costruita secondo i canoni della abbazie umiliate, con un’ampia corte e, sul lato est, un mulino ancora oggi funzionante. Oggi è un luogo di pace ma anche sede di concerti rock, folk e ska che, d’estate, vista la folta presenza giovanile, animano l’antica corte e ne rinvigoriscono il precedente carattere abitativo.
Stefano Malvicini