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Un Capodanno spettacolare al Teatro Galleria di Legnano con Antonio Ornano

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Reduce dal successo di OnlyFans, Zelig e Mai Dire Gol, Antonio Ornano torna a dedicarsi al suo pubblico con OrnyFans. Abbiamo intervistato il comico genovese, che si prepara a festeggiare il Capodanno al Teatro Galleria di Legnano, promettendo uno spettacolo ricco di entusiasmo e allegria.

Con il successo che hai avuto gli anni scorsi a Legnano, avrai un pubblico affezionato. Quali sono le novità di questo nuovo spettacolo rispetto all'anno scorso? 🎉

«L’anno scorso ho debuttato con Un maschio caucasico irrisolto, uno spettacolo che porto ancora in tournée. Questo nuovo show, invece, si chiama OrnyFans ed è un mix dei miei 15 anni di carriera. Sarà uno spettacolo speciale, pensato per accompagnare il pubblico fino a mezzanotte. Includerò alcuni sketch rielaborati, ma anche pezzi completamente nuovi che potrebbero diventare parte del mio prossimo spettacolo in tournée.

Il pubblico spesso mi dice: “Perché non hai fatto quel pezzo?” Così ho deciso di inserire alcuni degli sketch più richiesti, quelli che tutti mi chiedono.»

Uno spettacolo adatto anche alle coppie? 💑

«Assolutamente sì. Un buon 50% del mio pubblico è costituito da coppie, e questo mi diverte molto perché lo spettacolo diventa quasi una terapia di coppia. Mi attribuiscono situazioni che accadono a loro o a coppie di amici che conoscono.

Nella mia comicità, la figura femminile è sempre rappresentata in modo spietato: gentile e al contempo “malvagia”. Questo personaggio, ispirato a mia moglie, è in realtà una figura vincente. È l’inadeguatezza del maschio a portare la donna ad essere così.»

A proposito dei tuoi personaggi, qual è quello che ti rispecchia di più? 🎭

«Lo spettacolo è un monologo, ma all’interno mi piace inserire diversi personaggi: mia moglie, una professoressa di latino, e altri. Tra questi, il mio preferito è sicuramente l’esperto di animali, ispirato al mio carissimo amico Francesco Tomaselli. Non è che mi rispecchi, ma è un personaggio a cui sono molto affezionato.»

Puoi darci qualche piccola anticipazione per invogliarci a seguirti? 🎆

«Vado molto a ruota libera. Sebbene lo spettacolo abbia una scaletta e un copione, mi piace interagire con il pubblico e improvvisare a seconda del clima della serata. Questo rende ogni rappresentazione unica.

Un altro elemento importante è la musica, che per me è stata sempre un rifugio e una passione. Nel mio spettacolo non parlo di musica come un critico o un musicista, ma come un grande fan. Racconto aneddoti su idoli come David Bowie, i Guns N’ Roses, gli 883, i Beatles, e altri ancora. Mi piace sottolineare il contrasto tra la grandezza delle loro opere e la loro fallibilità nella vita quotidiana.»

Quindi la musica è anche uno strumento per affrontare temi più profondi? 🎸

«Assolutamente. Parlando di musica, esploro anche la differenza generazionale tra me e i miei figli. Ogni spettacolo che scrivo è una fotografia del momento che sto vivendo. Quindici anni fa, quando i miei figli erano piccoli, i temi erano diversi. Ora che sono adolescenti, il rapporto con loro influenza molto ciò che porto sul palco.»

In un’intervista hai detto: “Milano è sempre pronta a ricominciare a vivere il momento, non si crogiola nel passato”. Pensi che dovremmo imparare a guardare più al futuro e meno alla nostalgia? 🌟

«Sì, soprattutto per i giovani è un tema complesso. Oggi è difficile capire chi sei veramente, perché siamo costantemente bombardati da messaggi che ci spingono a sembrare perfetti. Questo sarà anche il tema del mio prossimo spettacolo.

Viviamo in un’epoca in cui si perde facilmente la sostanza a favore dell’apparenza. La fragilità stessa è diventata uno strumento per essere notati, ma il rischio è che si perda di vista chi siamo davvero. Per i giovani, distinguere tra ciò che desiderano essere e ciò che sono realmente è una sfida enorme.»

Un augurio per il 2025? 🥂

«La salute, prima di tutto. È un augurio semplice, ma importante. E poi, il mio consiglio è di scoprire una passione e seguirla sempre. È questa la chiave per godersi la vita.»


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