Skip to main content

Bill Viola. Per la prima volta a Milano, una mostra sul genio della videoarte

Fino al 25 giugno 2023, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra dedicata a Bill Viola, uno dei maestri indiscussi della videoarte.

Un’esposizione inedita che ripercorre l'intera carriera dell'artista attraverso quindici capolavori.

bill viola mostra arte contemporanea palazzo reale milanoBill Viola. L’artista

Bill Viola, artista italo-americano nato a New York nel 1951, è riconosciuto a livello internazionale per le sue opere di videoarte, considerate capolavori dell'arte contemporanea. Da oltre 40 anni, Viola utilizza il video come mezzo di espressione artistica, esplorando tematiche come la vita, la morte e il viaggio intermedio. Il suo percorso artistico è stato influenzato dalle esperienze di viaggio che ha avuto in giro per il mondo con la moglie Kira Perov, durante i quali ha scoperto la sua passione per l'arte rinascimentale e l'iconografia cristiana antica. Viola ha poi proposto una nuova composizione dell'immagine attraverso la costruzione di elaborate scene teatrali ispirate alla tradizione storico-artistica occidentale, cinematografica, con ambientazioni, attori, scenografie, disegno luci, fotografia e anche un regista. Attraverso il suo lavoro, Viola cerca di indagare la conoscenza dell'uomo e il suo rapporto con l'ambiente, le influenze della filosofia orientale e occidentale, e molte altre tematiche. Le sue opere richiamano alla mente la fragilità e la fugacità della natura umana, utilizzando elementi simbolici come il fuoco, l'acqua, il mondo digitale e un mondo visivo immateriale.

Bill Viola. La mostra

Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, opere che coprono trent'anni di lavoro sono esposte attraverso un’accurata selezione di lavori, andando a definire un evento unico per concedersi la possibilità di riflettere sulla vita, intraprendere il proprio viaggio interiore e immergersi in un mondo alternativo, del tutto diverso da quello che si è lasciato all'ingresso.

La mostra difatti offre un'esperienza espositiva unica, in cui la contemplazione delle immagini al rallentatore e delle opere permette di esplorare profonde questioni di natura emotiva e spirituale. Il percorso espositivo prevede un susseguirsi di opere in modo da dialogare con lo spazio circostante e ci invita a riflettere sulla temporalità e sulle relazioni tra uomo, natura e tecnologia.

Viola ha sempre avuto un approccio meno tecnologicamente sperimentale rispetto ad altri artisti suoi contemporanei, preferendo invece concentrarsi sull’utilizzo di elementi di base del video, come il monitor e la telecamera, e sulle componenti naturali come la luce, il tempo e lo spazio. Il risultato è un'opera artistica che si muove tra la dimensione interna dell'immagine e quella esterna dell'installazione, aprendo al dialogo con l'ambiente circostante. Vediamo ora le opere esposte in mostra.

Bill Viola. Le opere a Palazzo Reale di Milano

I lavori di Bill Viola esposti a Palazzo Reale di Milano offrono un percorso unico, in cui lo spazio e i video dell'artista si intersecano in un dialogo aperto. Viola rilegge e interpreta il luogo espositivo, creando un gioco di passato e futuro, di temporalità estese. Il suo lavoro si situa sia all'interno dell'immagine stessa, il video, che all'esterno, aprendosi al dialogo con lo spazio circostante.

Il video diventa un medium nell'arte contemporanea grazie a Viola, un mezzo attraverso il quale indagare la profonda conoscenza dell'uomo e il suo rapporto con l'ambiente, l'intreccio tra tradizioni orientali e occidentali, l'importanza iconica degli elementi naturali e molte altre tematiche care all'artista. La sua figura emerge come fondamentale non solo nella storia della videoarte, ma nell'arte in generale. Attraverso Viola, si può comprendere gli ultimi quarant'anni di cultura visiva.

I temi trattati sono visibili in mostra già dalla prima proiezione “The Quintet of the Silent” (2000). Qui un gruppo di cinque uomini subisce un’ondata di intensa emozione che minaccia di sopraffarli. L’utilizzo dello slow motion estremo rende i minimi dettagli e le sottili sfumature di espressione date dalla loro energia emotiva visibili, creando uno spazio in cui il tempo è sospeso.

In seguito a un periodo di crisi creativa, alla fine degli anni ’80, l’artista inizia a pensare a una nuova composizione dell’immagine resa mediante la costruzione di scene con approccio cinematografico, ispirate alla tradizione storica artistica occidentale.

Tra gli esempi esposti in mostra abbiamo “The Greeting” (1995), ispirato alla Visitazione del Pontormo (1528-9). Due donne vestite con abiti del ‘500 parlano tra di loro per poi essere interrotte da una terza. Sebbene normalmente questo evento che si svolgerebbe in 45 secondi, qui è reso lento fino ad arrivare ad una durata di 10 minuti. Da qui in poi prenderà sempre più piede questo stile focalizzato sulla formalizzazione dell’emozione.

“Catherine’s Room” (2001) invece, offre una prospettiva intima sulla vita quotidiana di una donna solitaria, attraverso una serie di rituali ripetitivi eseguiti durante il corso della giornata. L'opera presenta una finestra con vista su un albero, simbolo del trascorrere del tempo e della ciclicità della vita umana. Invita alla riflessione sulla vita e sulla connessione con la natura.

Il polittico "Four Hands" (2001) presenta le mani di quattro persone eseguire gesti predeterminati, ispirati a diverse fonti come i mudra buddisti e le tavole di chirologia inglese del XVII secolo. Questi movimenti simbolici rappresentano una linea temporale che riflette le azioni parallele delle diverse generazioni e le diverse fasi della vita umana, dal figlio alla nonna.

“Emergence” (2002) si ispira a un affresco di Masolino da Panicale intitolato Pietà (1424). Qui, un giovane si solleva da una cisterna d'acqua inondante, rappresentando una nascita e un annegamento, simboleggiando la vita e la morte.

"Ocean Without a Shore" (2007) affronta la presenza dei morti nelle nostre vite. Attraverso tre altari su cui sono posizionati gli schermi, l'opera crea dei portali attraverso i quali i morti possono entrare e uscire dal nostro mondo. La sequenza video registra un susseguirsi di individui che emergono lentamente dall'oscurità e si spostano verso la luce, rappresentando incontri tra la vita e la morte.

In "The Veiling" (1995) le immagini separate di un uomo e di una donna non appaiono mai contemporaneamente nello stesso fotogramma. Tuttavia, la luce delle loro immagini si mescola nel tessuto dei veli sospesi. Il cono di luce generato da ciascun proiettore si diffonde nello spazio attraverso gli strati di tessuto, creando una forma tridimensionale che riempie la stanza vuota con la sua massa traslucida.

In "The Raft" (maggio/May 2004) un gruppo di persone provenienti da diverse origini etniche e sociali viene improvvisamente colpito da un violento spruzzo d'acqua proveniente da un tubo ad alta pressione. Alcuni vengono immediatamente travolti, mentre altri si preparano a resistere al diluvio inaspettato. L'acqua si scaglia ovunque, colpendo vestiti e corpi, mentre i volti e le membra si contorcono sotto lo stress e l'agonia contro la forza fredda e implacabile. Poi, improvvisamente come è iniziata, l'acqua si ferma, lasciando dietro di sé un gruppo di individui sofferenti, confusi e feriti.

In "Martyrs" (2014), gli elementi naturali si manifestano attraverso le figure immobili dei protagonisti. Terra, Aria, Fuoco e Acqua emergono gradualmente e sopraffanno le persone rappresentate. Queste opere incarnano l'accettazione della morte e i protagonisti diventano testimoni dei valori culturali fondamentali. Nel contesto dei media contemporanei, i martiri rappresentano la capacità umana di sopportare la sofferenza e la morte per difendere i propri valori. Le opere esprimono azione, forza interiore, perseveranza, resistenza e sacrificio.

In "Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity" (2013), un uomo e una donna nudi emergono dalla pietra e si avvicinano a noi in due fotogrammi separati. Ci guardano negli occhi con chiarezza e consapevolezza. Iniziano un rituale quotidiano in cui esplorano attentamente i loro corpi alla ricerca di segni di malattia o decadimento, cercando la morte. Alla fine del rituale, spegnono le luci e si mostrano grati per la vita.

In "Fire Woman" (2005), l'immagine che appare nella mente di un uomo morente è rappresentata da una figura femminile oscurata di fronte a un muro di fiamme. La figura si avvicina, apre le braccia e cade nel proprio riflesso. Le fiamme della passione e della febbre consumano l'occhio interiore, portando alla cecità del visionario. La superficie riflettente si frantuma, trasformandosi in onde di pura luce.

In "L'Ascensione di Tristan" (The Sound of a Mountain Under a Waterfall) del 2005, l'anima di un uomo si eleva nello spazio dopo la morte, risvegliandosi e trascinata all'indietro da una cascata. Questo flusso invertito riporta in vita il suo corpo inerte. Alla fine, l'intero corpo si solleva dalla superficie e scompare verso l'alto con la potente acqua.

Bill Viola. Info mostra

La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, e vede la curatela di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio.

L’evento vede come media partner Urban Vision e come mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.

Orari

Da martedì a domenica ore 10:00-19:30, giovedì chiusura alle 22:30.

Ultimo ingresso un'ora prima. Lunedì chiuso.

Biglietti

Open: € 17,00

Intero: € 15,00

Ridotto: € 13,00

Pin It