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Dialogando tra i proverbi milanesi

proverbi milanesiQuesta volta mi voglio divertire a fare un ipotetico “dialogo” con i proverbi della nostra tradizione milanese. Naturalmente ho scritto quelli che hanno sollecitato la mia fantasia, poiché moltissimi sono i proverbi che meriterebbero attenzione. Dunque, pronti… via!

  • VAR PUSSEE ON VERO AMIS CHE CENT PARENT. A volte è proprio così, anche se i veri amici sono rari. Quando parlo con gli adolescenti porto spesso quest’esempio: non sai risolvere il compito di matematica, Luigi (un nome a caso), si offre di risolverlo al posto tuo, in pratica ti sostituisce, magari ottenendo qualcosa in cambio – però così è un contratto - Marco invece (altro nome a caso), non ti risolve il compito, ma ti aiuta a capirlo, poiché il risolverlo è, giustamente, affar tuo. Chi dei due è vero amico? Il massimo dell’amicizia poi l’abbiamo realizzando le parole di Gesù, ossia: “Non c’è amico migliore di chi da la vita per i propri amici”. Qui siamo a mete alte, e prima di arrivarci….
  • Un altro sull’amicizia è questo: I AMIS HINN QUEI CHE SE GH’HA IN SACCOCCIA. Ecco la praticità del milanese nella costatazione che con soldi in tasca tutte le porte si aprono e, gli amici – a minuscola – si sprecano. Arriverà mai un mondo, dove finalmente il denaro sarà completamente abolito?
  • Già che siamo in tema di denaro, ecco un altro quanto mai indovinato proverbio. A L’AVAR GHE CRODA GIO’ NANCA ON PIOEUGG. (all’avaro non cade neppure un pidocchio). Però, che vita da….. ognun ci metta l’aggettivo che più ritiene consono, quella dell’avaro! Si spera che dopo una vita di stenti e privazioni per accumular denaro, gli eredi almeno ringrazino.
  • CRAPPONI E LITIGATT FANN GRASSA LA BORSA DI AVVOCATT. Mai proverbio è più vero. Se si ascoltasse il buon senso, la retta ragione, si amasse la verità e si mettesse da parte l’orgoglio insano, probabilmente ci sarebbero molti avvocati disoccupati, a tutto vantaggio della serenità personale e del proprio portafoglio.
  • Quante volte da bambino i miei genitori mi dicevano di non raccontare bugie; sarà stato così anche per la maggior parte di voi, infatti, il pratico meneghino ti dice: PER CUNTA’ SU’ DI BALL GHE VOEUR MEMORIA. E che memoria!
  • Quest’altro è un proverbio che dovrebbero tenere ben presente gli amministratori di Enti Pubblici, e non solo. Dice: CHI GH’HA 50 E NE SPEND CENT, EL GH’HA MINGA BISOGN DE LA BORSA PER METTI DENT. Ed io aggiungo: ànca perché a pagà l’è sèmper poeù la pòvera gènt. Non è forse così?
  • PER GIUDICA’ SENT TUTT E DO’ I CAMPANN. Spesso invece ci si limita a dar credito a una sola, rischiando così di prendere una cantonata che, a volte, può avere conseguenze negative.
  • Aumenta, purtroppo, anche nel nostro paese la povertà, ed ecco che il meneghino subito ti dice come consolarti, con questo proverbio. LA CONSOLAZION DÌ POERITT L’E’ QUELLA DE VOLTA’ EL CUU AI TRAVITT. Chiaro no? Per chi non ha inteso, la consolazione è di mettersi a fare sesso, appunto col sedere rivolto al soffitto.
  • EL FIOEU TROPP CAREZZAA L’E’ MAL LEVAA. Proverbio oggi più che mai di attualità. Troppi sono quei genitori che proteggono i loro figli all’eccesso, deresponsabilizzandoli dei loro doveri e delle loro responsabilità, non educandoli a rispondere, sin da piccoli, delle loro mancanze verso il prossimo e/o le cose, a volte andando persino contro il buon senso. Questi genitori corrono un grosso rischio. Per favore riflettete!
  • Il proverbio che cito ora, a me è sempre piaciuto molto, dice: CHI LA VOEUR CIARA VAGA A LA FONTANA. In parole semplici ci dice che chi vuole conoscere la verità, vada alla fonte. Oggi più che mai, che con tutti i mezzi di comunicazione a disposizione, oltre ai soliti “ben informati” e ai pettegolezzi, si sentono versioni di tutti i colori, come si suol dire. A maggior ragione allora, prima di prendere una posizione, di lanciare una critica, conviene informarsi direttamente dalla fonte. Non è così che agisce una persona sensata?
  • PARI’ E NO VESS L’E’ COME ORDI’ E NO TESS. Traduco: sembrare e non essere è come ordire e non tessere. Oggi più di ieri l’apparenza, l’apparire è all’ordine del giorno. Pur di apparire c’è gente disposta persino a perdere la propria dignità. I millantatori abbondano, ma alla lunga se non c’è sostanza, l’apparenza è svelata e tutto crolla. Ha ragione l’Ecclesiaste quando dice: Vanità di vanità, tutto è vanità.
  • LA REGOLA L’E’ QUELLA CHE LA MANTEN EL CONVENT. Vero, perché senza regole tutto si smonta. C’è chi ritiene di poter vivere senza regole, e critica, a volte con disprezzo, chi accetta le regole e le segue, siano esse regole morali, civiche o d’altro genere. Si può vivere senza regole, senza norme che t’indicano la via? Penso sia la ragione stessa a suggerirci la risposta; tutta la creazione si uniforma a regole che gli permettono di essere così com’è. Addirittura alcune regole sono così necessarie che il venirne meno significa generare conseguenze disastrose. Ricordo Ottavio, un amico di gioventù che mi diceva: “Io di regole non ne voglio, le lascio a voi schiavi “. Parole molto dure, tuttavia anche lui, che non voleva regole, per vivere ha dovuto farsi delle regole e adattarvisi. Che io sappia, per ora solo la fantasia e i sogni non hanno regole.
  • LA ROBA PER VESS ASSEE L’HA DE VANZA’. Vero e non vero, tuttavia l’attenzione la voglio portare sull’enorme spreco di risorse alimentari – e non solo – che si gettano nella spazzatura. I Centri Commerciali purtroppo ne sanno qualcosa. Quante derrate alimentari si potrebbero donare o a prezzo simbolico, ai centri di aiuto, o a quei paesi che sono in enorme difficoltà alimentare; invece si preferisce, per pigrizia, per insensibilità, più vergognosamente per mantenere prezzi di mercato, gettarli nella spazzatura. Neppure gettarle ai maiali è permesso. È per l’umanità una sconfitta, e ne dovremo rispondere!
  • CHI VA DE MEZZ HINN SEMPER DOMA’ I STRASC. Vale a dire i più poveri, i più deboli. Purtroppo è così, ma è così in una società dove il denaro conta più della persona, infatti, se hai denaro, potere, sei considerato, altrimenti … L’assurdo e la vergogna maggiore si nota nel campo della sanità, dove prima viene la necessità di far quadrare il bilancio della struttura, e solo dopo, forse, si considerano la persona e i suoi bisogni. Cure che, si badi bene, devono rientrare in certi parametri di costi, altrimenti… te se ranget.
  • ZUCCH E MELON, A LA SOA STAGION. Ogni cosa a suo tempo. Spesso, soprattutto i più giovani, vogliono tutto e subito, così facendo, però non riescono a godersi nulla. Siamo nell’era dell’usa e getta, del consumismo esasperato e insensato – iniziare la fila fuori dal negozio la notte, pur di accaparrarsi il telefonino ultimo lancio – fermati e rifletti, e ti renderai conto che sei un prigioniero. Non si sa più gustare a fondo ciò che si ha, ciò che si è, perdendo attimi di vita non assaporati. È come quel tale che mentre si lecca il gelato al gusto di fragola e cioccolato, pensa che però poteva scegliere crema e stracciatella, alla fine non ha gustato appieno ciò che ha acquistato pensando a un gusto che non ha. Costruire la propria felicità dipende proprio solo esclusivamente da noi stessi.

Il dialogo è terminato, ho detto liberamente la mia, a voi dire la vostra.

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