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Walter Stucchi: è mancato l'artigiano artista di Vizzolo

walter stucchiIl 22 gennaio 2016 nella sua amata casetta di Vizzolo Predabissi, all'età di 84 anni e dopo un doloroso e debilitante periodo di peggioramento senile è mancava all'affetto dei suoi cari il Geometra Walter Stucchi.

Era nato a Piacenza il 31 marzo 1931 fu nel dopoguerra costretto a lasciare la sua città per trovare lavoro nella più promettente metropoli milanese; il padre, distinto Dirigente del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza e la madre casalinga lo aiutarono sempre con affetto nelle traversie famigliari che sarebbero per lui ben presto arrivate.

Conobbe la dura vita del militare quale ufficiale di complemento dei carristi, dove si ammalò per gli sforzi a cui non era abituato e appena congedato la corsa ad un “matrimonio riparatore”.

Walter era figlio unico, primo di sei cugini che nell’immediato dopoguerra avevano avuto modo di apprezzare ed usufruire in quegli anni non certo floridi del suo ingegno di abile realizzatore di giocattoli, come o forse più di un fratello maggiore e enne sempre vivo il suo amore per la sua città natale anche nelle saporose espressioni gergali.

Trasferitosi da Cernusco sul Naviglio, all'inizio degli anni 60' con due figli piccoli Massimo, Fabio e la madre al seguito, giunse da “padresingle” in una Vizzolo che era poco più di una frazione, posta alle porte della più popolosa cittadina di Melegnano.

Con l’aiuto di suo padre ormai in pensione, aveva potuto acquistare un piccolo lotto di terra sul retro del sacro edificio dedicato a S.Pietro da poco divenuto Chiesa Parrocchiale del Paese.

Persona riservata un po' schiva e di poche parole, non amava frequentare i bar e per nulla praticante andava a messa una volta l’anno per la ricorrenza di Natale a chi gli chiedeva se credesse in Dio lui rispondeva che bastava guardare un fiore per accorgersi che qualcosa di superiore doveva esistere.

Il Sig. Walter come tutto il vicinato lo appellava, non era un “tifoso sportivo”, anzi lui una palestra non la aveva mai frequentata, purtuttavia al primo impatto, la sua figura incuteva un po' di soggezione, con quel suo incedere vagamente elegante e dal fisico decisamente prestante.

Il “Geometra” come ben presto i compaesani lo avrebbero appellarono, voleva realizzare la casetta dei suoi sogni, che in quei primi anni sessanta convulsi e frettolosi sembrava un po’ “strana” per le consuetudini locali; “una villetta prefabbricata”.

Iniziò così in quella polverosa ed assolata via XXV Aprile, che collegava tra loro le uniche vie costituendo il nucleo originario del paese, la sua discreta presenza a Vizzolo Predbissi.

Per due anni, sarebbe stato il progettista, l’impresario, il direttore lavori ed il realizzatore di un’opera, che non avrebbe mancato di colpire l’immaginario collettivo e con esso gli Amministratori ed anche il giovane parroco Don Carlo Grammatica che stava proprio in quegli anni cercando di sviluppare i servizi della sua prima Parrocchia di assegnazione.

Questa sua “famiglia allargata” fatta di tanti cugini artigiani che presto non avrebbero mancato di correre in suo aiuto, iniziò ad incuriosire i residenti e con il lavoro dei “suoi amati e stimati operai”, impiegati con lui alla Società Bombelli Costruzioni Metalliche di Milano realizzò l’opera più desiderata della sua esistenza.

Fatta la conoscenza con Don Carlo il sodalizio fu rapidissimo trasformandosi subito in un’ingaggio per dare una mano all’avvio della grande opera che il giovane Parroco aveva in animo di realizzare; un nuovo Asilo Parrocchiale. Naturalmente “l’amatissimo storico Don” non mancò di “arruolare” subito nei lupetti anche il suo figlio maggiore Massimo che accompagnò personalmente al primo campeggio con la Fiat 1100 sopra a Ponte di Legno in una baita scoscesa presso il paese di Incudine.

Erano quegli gli anni dei memorabili campi estivi del gruppo Scout Melegnano, ma in quell’occasione l’uniforme dei lupetti completa di foulard e cappellino era già indossata da soli “bambini vizzolesi”, perché il seme del grande metodo formativo di Baden Powel era già germogliato anche nella piccola Vizzolo.

La ditta nella quale Walter lavorava attraversò un grave periodo di crisi e assieme a lui anche i suoi amati operai ben presto sarebbero stati tutti licenziati.

Vista la grave emergenza Walter non abbandonò tutti per cercarsi un nuovo posto di lavoro, ma senza esitare e con l’aiuto del caro Don Carlo, trasformò la cantina della sua amata casetta, in un’officina per la realizzazione della serramentistica occorrente all’edificio in costruzione progettato dall’Arch. Sala che avrebbe ospitato la Scuola Materna Parrocchiale.

Da quel momento, frese, circolari, pialle e martelli non smisero più di fare eco nel seminterrato della villetta marroncina dal tetto a falde; anche al termine di quell’opera, dalle sue mani continuavano ad uscire oggetti, mobiletti, d’ogni tipo e quando fu l’ora di realizzare un’enorme slitta di Babbo Natale per la consegna dei balocchi ai bambini più indigenti del paese non esitò a dare qualche gioco dei suoi bambini a quelli più sfortunati.

Venne poi l’ora del nuovo amore e galeotta fu la barba che Walter realizzò per il travestimento di un Babbo Natale tutto al femminile; al Geometra fu presentata “Natalina Lazzari”, una figura molto attiva dello scautismo melegnanese, figlia del “Sciur Carletu e dela Sciura Antunieta”, nata e cresciuta nel popolare “Curtil de La Speransa in Burg”, che tanto stava facendo per la gioventù locale, animando tra l'altro con la sua bella voce da soprano le giovani dell'Oratorio.

La dichiarazione ufficiale della loro unione, ebbe luogo alla rappresentazione teatrale natalizia tenuta presso la sala parrocchiale del cine-teatro di via Don Piero Colombi, quando tra il pubblico stupefatto dell’epoca Natalina scese dal palco e andò a sedersi in sala proprio al suo fianco.

Divenuta la sua moglie, dalla loro unione sarebbe subito nato Alessandro terzo figlio che forse Walter avrebbe desiderato femmina, ma l’amore per il “fagottino biondo” avrebbe ben presto travolto genitori e fratelli che ne avrebbero ben presto fatto il loro “giocattolo preferito - la baleta de guma”.

Venne quindi l’impegno civile di “Assessore ai Lavori Pubblici” al fianco del Sindaco Scaccini e ancora una volta il Geometra suggerì idee innovative: la piantumazione di tutte le vie del paese, la realizzazione di una piazza con fontane a giochi d’acqua a completamento della nuova scuola elementare, la posa di un nuovo monumento ai caduti che potesse sostituire degnamente l’anonima lapide collocata sulla facciata del vecchio Municipio.

Per risparmiare il Geometra andò personalmente a scegliere la nuova scultura, tra le opere dismesse dalle tombe rimosse, presso il Cimitero Maggiore di Milano recuperando un significativo gruppo scultoreo in bronzo raffigurante una pietà.

Vizzolo era rimasto l’unico paese in Italia a non avere un cimitero, a causa anche del suo forte e lungo legame con la parrocchia di S. Giovanni di Melegnano, il Geometra propose allora la realizzazione di un campo santo di “tipo militare” con un bel prato verde e tombe e croci tutte uguali, in modo che (come lui diceva) “non ci fosse nel camposanto la solita corsa al monumento più bello, ma almeno nella morte fossimo tutti accomunati da una sobria dimora”.

L’innata la passione per dipingere, Walter l’aveva appresa dalla famiglia della madre, sin da quando era bambino aveva ammirato lo zio Piero Orsi autodidatta, che aveva riempito la sua casa di quadri di squisita fattura, come nature morte, figure o Paesaggi e che avrebbe poi eseguito lui stesso per un’intera esistenza per i parenti ed amici.

L'altra grande passione di Walter furono i viaggi, fatti con uno spirito di totale libertà che solo il “campeggio” riusciva a dargli; con la tenda, la roulotte e finalmente con il suo camper, durante le estati vagò per quasi tutta l'Europa, che spesso avrebbe poi immortato nei suoi quadri.

Per molti in paese, il Signor Walter costituì un punto di riferimento sicuro, ogni qual volta occorreva un’idea una soluzione tecnica “a costo zero”, un’ intervento veloce e risolutivo, si ricorreva a lui che preferiva sempre dedicarsi ai suoi Hobby di pittura, bricolage e lavori d’ingegno senza però farsi mancare una serata al cinema nei fine settimana, riuscì così negli anni ad entrare nel cuore di molti vizzolesi.

Nei primi anni ottanta cessato l’impegno di amministratore comunale, si dedicò alla realizzazione di “case convenzionate” da offrire sempre ai ceti meno abbienti; fu così’ che il Paese, diede il via al grande ampliamento sulla stretta via che conduceva alla Provinciale Pandina, destinato poi a diventare con gli interventi di P.za Puccini della zona sportiva del Municipio e degli edifici annessi, il centro dei servizi di Vizzolo Predabissi.

Non smise di offrire la sua opera, neppure quando ormai in pensione per seguire anche gli amatissimi nipoti, alle 3 figlie di Massimo a cui si aggiunsero ben presto i tre figli di Alessandro, si dedicò con passione a realizzargli una grande quantità di giocattoli e carretti, fra cui figurarono persino una piccola casetta completamente arredata ed un aeroplano in legno e cartone.

Non smise di affiancare neppure in tarda età le attività degli scout, seguendoli addirittura con il suo camper nei campi estivi e nelle attività di gruppo, ospitando i giovani capi squadriglia e suggerendo loro i suoi segreti di artigiano nell’attrezzatissima cantina.

Negli ultimi anni, quando proprio non ce la faceva più a scendere le scale della cantina, di fianco alla sua poltrona c’era un carrello a ruote fatto di tanti cassettini, da quale all’arrivo dei nipoti sfilava sempre qualcosa meravigliandoli con le sue “novità”.

Le moltissime persone ed autorità che hanno partecipato alle sue Esequie celebrate sabato 23 nella Basilica di S.Maria in Calvenzano sono state la più bella testimonianza di affetto che i Vizzolesi ed abitanti della zona hanno avuto tributare al Walter, l’artigiano-artista che non aveva mai detto di no.

Federico Bragalini e Massimo Stucchi

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