Vaccino, passaporto verde o green pass e libertà
Una questione, questa, che da tempo sta riempiendo la cronaca quotidiana; vediamo allora di conoscere un po' meglio la questione. È fuori discussione che chiunque è libero di dire la propria opinione in merito, di essere rispettato per questo ma, a sua volta, di essere rispettoso delle opinioni degli altri.
Vaccino si, vaccino no. Personalmente ritengo che la parte più importante debba essere appannaggio della Ragione e non dell'istinto e/o dell'irrazionalità, dell'immaginario, del sentito dire, del secondo me e via dicendo. Coloro che, sui vari social, si sbizzarriscono a parlare del vaccino adducendo ipotesi varie o teorie astruse, se vogliono essere creduti portino le prove di quel che affermano, altrimenti è tutto un blaterare a vuoto. Abbiamo di fronte una malattia che miete vittime, e credo che questo nessuno lo voglia e lo possa negare; come combatterla? La scienza deve impegnarsi con solerzia per trovare il giusto rimedio è ovvio, tuttavia i ricercatori sono persone con le loro capacità e i loro limiti, ma che sicuramente hanno tutto l'interesse a trovare la soluzione giusta, soluzione che coinvolge ovviamente anche la loro di salute. Quindi, possono offrire un vaccino fasullo? A che pro? Però le case farmaceutiche ci possono lucrare. Vero, ma questa è una questione diversa che spetta alla politica prendere in considerazione e porvi rimedio.
Seconda questione, quella legata al passaporto, mi pare il termine più appropriato, verde o green pass. A cosa serve questo documento è facilmente intuibile, a garantire l'altro che la persona è stata vaccinata contro l'infezione e che pertanto può essere garanzia verso se stesso e l'altro. Il passaporto verde limita la propria libertà? In un certo senso si perché il possederla o il non averla limita la possibilità di spostamento e/o di accedere a determinate realtà che la stessa Costituzione garantisce, tuttavia la questione si pone poiché di fronte si ha una malattia prodotta da un virus aggressivo e virulento e allora il documento verde diventa una garanzia di tutela non solo di chi lo possiede – perché vuol dire che ha fatto il vaccino – ma anche nei confronti di chi non si è vaccinato. Sulla questione poi che il documento sia un sistema di controllo, suvvia, siamo seri, la patente di guida, la tessera sanitaria, il bancomat, Facebook e via dicendo allora? Se voglio essere coerente nel rifiutare il green pass devo rifiutare anche tutte le altre, altrimenti è solo una questione di ideologia viziata.
L'altra importante questione è quella legata alla libertà. La prima cosa da fare però è quella di dare un significato a questo termine, altrimenti non ci si capirà mai. Dal dizionario etimologico si legge: libero è colui/ei:
- che non ha padrone.
- che ha piena libertà di azione, movimento e simili.
- che ha il potere di decidere in modo autonomo, di agire secondo la propria volontà.
- che non è sottoposto a vincoli, obblighi, impegni e simili.
- Che non ha padrone, qui è soprattutto attinente alla schiavitù che, lo sappiamo, può essere di ordine fisica ma anche psicologica, che è la più pericolosa. Chi, ad esempio ha il vizio del gioco, non è certamente libero.
- Che ha piena libertà di azione, movimento e simili. È davvero possibile avere piena libertà di azione, oppure mi scontro inevitabilmente con la realtà che, inutile negarlo, mi pone, volente o nolente dei limiti? Nel pensiero ho certamente tutte le libertà di azione che voglio, ma le ho anche nella realtà? Quando la realtà mi mette di fronte a comportamenti che limitano la libertà d'azione che faccio? Seguo la ragione che mi suggerisce il meglio o persevero nella mia convinzione anche se questa si scontra con la realtà? Certamente io sono libero di rifiutare il cibo sino a lasciarmi morire, ma quest'azione è davvero ragionevole? È un atto buono? Questo almeno me lo devo chiedere. Altra questione da non sottovalutare è questa: sono poi disposto a pagare le conseguenze delle mie scelte senza addossarne la responsabilità ad altri o avere pretese?
- Che ha il potere di decidere in modo autonomo, di agire secondo la propria volontà. Ottima cosa, ma è sempre possibile? Forse lo è se vivo su un'isola deserta dove non c'è nessuno, anche se devo comunque misurare la mia decisione con le realtà presenti, ad esempio con la natura, che tuttavia non mi impedisce di decidere a modo mio anche se la ragione mi consiglia diversamente. Se però condivido la mia quotidianità con altre persone può il mio comportamento non tenere conto delle esigenze dell'altro? È sicuramente certo che si decide sempre e comunque, anche quando si lascia ad altri la decisone, si è deciso di demandare ad altri. Decidere sempre in maniera autonoma è dunque sempre possibile? Si lo è, ma anche qui credo si debba lasciare spazio alla ragione che indica la soluzione migliore, se è vero che la ragione è quella facoltà che permette di pensare stabilendo rapporti e legami tra i concetti, di giudicare bene discernendo il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto, il Bene dal Male, l'Amore dall'odio e via dicendo.
- Che non è sottoposto a vincoli, obblighi, impegni e simili. Siamo proprio così sicuri di non essere sottoposti a obblighi o vincoli? Come mai se il semaforo è rosso mi fermo? Come mai se non sto bene ricorro al medico? Come mai non metto la mano sul fuoco? Non sono forse limiti questi? Se voglio però li posso ignorare, sicuramente si, ma è cosa ragionevole, da persona responsabile?
Allora di fronte a questa calamità che ha colpito l'umanità intera la cosa migliore non è forse quella di unirsi, collaborare tutti assieme, ognuno con le proprie competenze, per trovare la soluzione più opportuna per superare questa disgrazia? E se per vincere questa battaglia è necessario munirsi, solo ovviamente per il tempo necessario, di un "passaporto verde" facciamolo questo atto di solidarietà, per il nostro e l'altrui bene.
Potrebbe interessarti leggere anche: