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Ucraina. Riflessioni dell’artista e scrittore Roberto Bombassei

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In questo mondo dell’informazione che ci bombarda ogni giorno di notizie filtrate e manipolate, con l’unico scopo di dare “cibo” alla massa, l’unico pensiero, da uomo saggio, intelligente e colto sulla situazione ucraina lo ha detto Harry Kissinger.

Membro del Partito Repubblicano, fu Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford tra il 1969 e il 1977.

Nel 1973 fu insignito del premio Nobel per la pace.

Oggi all’età di 99 anni esprime con chiarezza e con una lucidità lungimirante la crisi ucraina, che ricordiamocelo, non è solo ucraina, ma mondiale.

Quale è la strategia occidentale?

La Russia ha commesso una intollerabile violazione del diritto internazionale. È giusto aiutare l'Ucraina a difendersi.

Ma qual è l'obiettivo per cui l’occidente sta lavorando? Vincere la guerra? Quale guerra? Quella che si sta combattendo sul territorio ucraino o quella nascosta a livello finanziario?

Non penso che questa sia una guerra che possa essere vinta poiché l'Occidente non può consentire che l'Ucraina sia sconfitta e la Russia non può ritirarsi. E ricordiamoci che è una potenza nucleare. Non ci saranno né vinti né vincitori.

Quando una guerra non ha una soluzione militare, come spiega Kissinger, bisogna aprire un confronto.

Come ha detto Henry Kissinger se la Russia non è stata in grado di piegare l'Ucraina, figuriamoci se può sconfiggere la Nato.

Ma se l’occidente rompe il rapporto con la Russia, essa salderà con la Cina e in Europa avremo una frontiera di guerra permanente.

Va bene all'Europa?

Forse agli americani si. Ma sul lungo tempo sarebbe dannoso per tutti.

Kissinger, in una recente intervista ha dichiarato:

“Riguardo la guerra in Ucraina ho semplicemente detto che la sua fine deve essere contemplata non solo attraverso i mezzi militari ma anche attraverso quelli politici.

Non si può continuare a combattere senza un vero obiettivo condiviso da più Paesi.

E ha aggiunto: “L’Occidente ha avuto poca sensibilità a far aleggiare l’idea che l’Ucraina entrasse presto nella Nato, riempiendo tutto quel territorio con l’Alleanza atlantica. Questo, nei miei colloqui che ho avuto con lui, è una delle cose che più preoccupava Putin. Per come lo conosco, anche se non lo vedo da tre anni, il presidente russo è un uomo molto intelligente e accorto calcolatore. Devo dire che anche per questo sono rimasto sorpreso dalla magnitudine dell’aggressione russa in Ucraina, che non può essere affatto giustificata dai timori di Putin”.

Nella sua intervista ha concluso che “è cruciale per noi occidentali sforzarci di capire “il punto di vista russo, anche quando la guerra in Ucraina arriverà a una tregua”. Buttare fuori la Russia da ogni consesso non ha senso secondo il diplomatico americano, perché una Russia europea è meglio di una “asiatica: a fine guerra, il ruolo di Mosca dovrà essere riconsiderato. La Russia è stata parte dell’Europa per 500 anni, coinvolta in tutte le più grandi crisi e anche qualche trionfo della Storia continentale. Ora, come occidentali, dobbiamo riflettere: meglio una Russia che, con tutti i problemi che ha creato, sia un’estensione dell’Europa o un’estensione dell’Asia ai confini dell’Europa? Io credo sia meglio la prima opzione”.

Viviamo in un mondo dove ci sono più modelli che devono convivere e questo implica una strategia di convivenza pacifica.

Cari politici di tutto il mondo un semplice consiglio: ristudiate Alessandro Magno. Lui e solo Lui fu in grado di capire come gestire un impero multietnico.

Forse, oggi, vale la pena di riscoprirlo, ricordando a tutti che prima di interessi economici e politici c'è l'uomo.

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