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Sul concetto di legalità. Riflessione dell'artista e scrittore Roberto Bombassei

giovanni falcone 

“Perché mai degli uomini come gli altri,

alcuni dotati di autentiche qualità intellettuali,

sono costretti ad inventarsi un’attività criminale per sopravvivere con dignità?”

Giovanni Falcone  

In occasione della celebrazione del trentesimo anno della strage di Capaci, dove morirono il giudice Falcone, sua moglie Francesca e alcuni membri della scorta, una sera, durante la visione di un dossier in tv, è nata una discussione costruttiva con alcuni membri della mia famiglia. Cos’è la legalità? Oggi come è possibile spiegarla? Falcone è un eroe moderno?

Perché il punto base era proprio questo: in un mondo mezzo corrotto, con persone ai poteri che sono incompetenti e incapaci (non tutti, chiaramente), possiamo ancora sognare e parlare di legalità?

Vediamo.

«Legalità è il rispetto e la pratica delle leggi. È un'esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune».

Il fine delle norme disposte dai Governi è quello di mantenere l'ordine sociale, alimentare valori quali il rispetto, la libertà e la solidarietà e di evitare abusi di potere. Solo in una società in cui è presente il rispetto delle regole è possibile avvertire i valori fondanti per una convivenza civile.

Il principio di Legalità rappresenta e impone infatti a tutti il pieno rispetto della legge, che è il vero "strumento del popolo", la cui fonte può stabilire o modificare, direttamente od indirettamente, i diritti fondamentali dei cittadini e le regole di convivenza e di comportamento.

Il principio di Legalità è fortemente radicato nel nostro ordinamento giuridico: si afferma che tutti sono uguali di fronte alla legge. Ma e proprio vero?

Senza legalità non c'è società, non c'è stato, non c’è perfino comunità. Quindi la legalità è un bisogno. Un bisogno che è insieme politico, sociale e civile.

Politico, perché la legge è l'atto concreto della volontà generale e la materia stessa dello Stato.

Sociale: è la stessa società civile che, a più riprese, se pure con molte ambiguità, rilancia questo bisogno, lo rende "palpabile", lo pone come urgente.

Civile: è il modello di convivenza civile che qui viene chiamato in causa; si vuole una convivenza non attraversata dalla paura e dal sospetto; si vuole uno stare insieme basato piuttosto sulla solidarietà e sul dialogo, sul rispetto e sulla "parità" si guarda non certamente ad alcuna utopia, bensì al riconoscimento e al rispetto delle regole, alla Legge.

Quindi, pur essendo la legalità priorità nel nostro mondo, oggi, più che mai, è offesa nella realtà quotidiana.

Lo diceva molto bene il giudice Falcone che, nel libro “Cose di cosa nostra” scrisse

“Accanto agli uomini d'onore vi sono i cosiddetti «colletti bianchi», che conducono una vita legale apparentemente irreprensibile e che gestiscono il denaro proveniente dalle attività illecite.”

Abbiamo bisogno di legalità. Parte da ognuno di noi.

Per finire, un concetto espresso dal compianto Andrea Camilleri durante un’intervista nel 2003 “Bisogna essere matti come Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici e tanti altri eroi civili, per sacrificare la propria vita in nome della legalità.”

Ma, forse, l’essere “matti” è fondamentale per il nostro futuro.

Chissà se la pensano così anche le persone che gestiscono il potere.

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