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Sperimentazione animale: perché non farla

distrofia-muscolare Come avevamo già preannunciato nel nostro primo articolo di questa mini-inchiesta sulla sperimentazione animale, andiamo ora a vedere quali sono i motivi per cui la sperimentazione sugli animali dovrebbe essere osteggiata.

Di solito odio ripetermi, ma questa volta vorrei ribadire un concetto già sottolineato nello scorso articolo, che sarebbe bene tenere sempre chiaro: noi di Milanofree non ci schieriamo da nessuna delle due parti, ma portiamo semplicemente un punto di vista. Non vogliamo portare ad alcuna soluzione, ma dibattere con i nostri lettori in un'atmosfera di civiltà.

Partiamo da un aspetto molto importante della ricerca non solo in questo campo, ma in un tutti i campi scientifici: i ricercatori stessi. Spesso questi studiosi, sfruttati e sottopagati (abbiamo una delle meno finanziate reti di sperimentazione in Europa, e non è un caso che la maggior parte dei neo-laureati in materie tecniche sogni un posto di lavoro all'estero) corrono un'assurda gara alle pubblicazioni. Queste ultime sono il risultato del lavoro di ricerca, che produce i suoi effetti solo attraverso un documento cartaceo, che rappresenta per tutti coloro che lavorano in un settore introiti e possibilità nel futuro. Il problema è che di frequente i ricercatori, che cercano una migliore condizione e maggiore stabilità, tendono a gareggiare su chi riesca a ottenere più pubblicazioni, garantendosi così i finanziamenti delle grandi case farmaceutiche. Ma non sono solamente gli studiosi a godere dei benefici di questi soldi che arrivano, bensì anche le strutture in cui lavorano, con dirigenti e compagnia bella che vedranno il loro portafoglio più gonfio.

Ma cosa c'entrano gli animali in tutto questo? E' molto semplice: si tratta di accorciare i tempi. Gli animali, specialmente i topi, hanno una durata di vita molto inferiore a quella degli uomini, e sviluppano le malattie o i sintomi in maniera molto più veloce. In questo modo la sperimentazione si velocizza, e così le pubblicazioni. Più soldi per tutti e ce ne infischiamo della qualità della ricerca, provando invece a puntare sulla quantità. Dobbiamo dire che, a sostegno di questa tesi, la sperimentazione animale è molto più sorretta rispetto ai metodi alternativi, il cui sviluppo è molto lento perché indubbiamente poco sovvenzionato (e più costoso per giunta).

Un altro punto che non si presenta molto chiaro è il motivo per il quale la sperimentazione animale e quella alternativa non vengano tenute sullo stesso piano. Facciamo un piccolo esempio pratico: se faccio un test su una sostanza e con la sperimentazione ottengo un certo valore X, mentre con il metodo alternativo ottenevo Y, quest'ultimo risultato viene completamente scartato. E' vero sì che la sperimentazione animale sotto molti aspetti è più sicura e veritiera rispetto a modelli alternativi, però preferire in maniera così palese certi risultati solo perchè vi sono dei metodi che sono "standardizzati" rispetto ad altri pare un comportamento troppo restio a un'evoluzione del metodo. Stessa cosa si potrebbe dire sulle simulazioni a computer, che sono ferme a livelli troppo bassi per poter essere ritenute affidabili. Verissimo, ma perchè non procediamo?

L'ultimo discorso che potrebbe esser mosso contro la sperimentazione animale tocca i controlli: troppo blandi, spesso affidati a commissioni etiche che svolgono velocemente e male il proprio lavoro in nome di una ricerca che dovrebbe essere salvaguardati per poter salvare vite. Sbagliato, anche perchè si possono salvare vite anche senza infrangere la legge, senza dover sacrificare cavie da laboratorio in maniera inutile.

Ora passo agli elementi che tuttavia hanno diciamo "inquinato" le motivazioni di chi si oppone alla sperimentazione sugli animali. Per prima cosa trovo irritante che troppo spesso, specialmente in siti internet, si usi la parola "vivisezione" al posto di "sperimentazione": lo vogliamo capire che non è la stessa cosa o no? Anche perché è vero che dobbiamo difendere gli animali e la loro vita, ma non mi pare necessario far di tutta l'erba un fascio e usare termini a caso per dare significati diversi alle azioni compiute da chi riteniamo essere in errore.

Secondo elemento, che ritengo più importante ancora, è però una mia opinione personale. Trovo esagerato voler a tutti i costi difendere, oggi, per un mal riposto senso di bontà, animali che sono sempre stati utilizzati nella sperimentazione come i topi, sono da sempre usati per questi scopi nei secoli, e nessuno se ne era mai lamentato. Volete sapere il perché? Si tratta di una necessità. Possiamo mettere in pericolo le persone per salvare gli animali? Perché è di questo che stiamo parlando al momento. Parliamoci chiaro: al giorno d'oggi non sembrano possibili i metodi alternativi, quindi cosa vogliamo fare? Giustamente dobbiamo finanziare e soprattutto credere di poter sviluppare metodi alternativi, ma nel frattempo, fino a quando i tempi non saranno maturi, dobbiamo continuare a usare gli animali per arrivare a proteggere le persone. Molti mi chiedono come si faccia a non impietosirsi di fronte un piccolo topolino che viene sfruttato per questi scopi, ma io trovo ancor devastante vedere un bambino che si ammala e avere l'impossibilità di curarlo per lasciar vivere in pace il topolino.

Molti chiedono da questo punto di vista di far passare i farmaci immediatamente ai test "clinici" dopo la progettazione, ossia quelle prove che vengono effettuate sugli uomini. Questa tesi la trovo a dir poco assurda; mi chiedo chi sarebbe disposto a farsi iniettare una sostanza potenzialmente nociva, nonché tossica o peggio, per il progresso scientifico. Senza contare, che così come gli animali, anche noi abbiamo patrimoni genetici estremamente diversi: questo per far capire come, anche se questa "tesi" fosse presa sul serio, il passo avanti sarebbe davvero esiguo.

Questa è la mia opinione, che può cambiare se posta di fronte a evidenti contraddizioni: siamo qui per parlare, non per condannare o giudicare nessuno. Fare sperimentazione è difficile, e provoca la morte di molti animali innocenti, ma purtroppo non vedo un modo alternativo per salvare gli uomini dalle malattie. I farmaci ci servono.

Andrea Lino

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