Sanità italiana alla deriva?
Non è possibile, dopo aver visto l’immagine postata su Facebook di due pazienti stesi sul pavimento e un operatore del 118 che, inginocchiato, sta occupandosi di loro, non prendere posizione, si è all'interno di un ospedale, sulla vicenda.
È un’offesa alla dignità della persona, ancor più grave poiché il soggetto è debilitato, per cui ancora più fragile e non sempre in grado di reagire e/o manifestare la propria opinione. Posso capire la situazione “eccezionale”, come dichiara il Direttore Sanitario, ma un ospedale dovrebbe essere sempre pronto a situazioni di emergenza, e proprio perché luogo preposto a ricevere persone in difficoltà. “E quando qualcuno giunge al pronto soccorso, non possiamo certo mandarlo via, abbiamo preferito mettere le persone a terra piuttosto che mandarle via”, sono parole del Direttore, del tutto comprensibile, ma è così difficile avere come scorta dei lettini come ad esempio quelli che si usano in campeggio, o che adotta la Protezione Civile?
Il Presidente della Regione, siamo in Campania, convoca i responsabili delle ASL e delle Aziende Ospedaliere, e chiede di avviare subito le procedure di licenziamento per i responsabili del Pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola. Una presa di posizione, a mio avviso, ingiusta, poiché colpevolizza dei medici che hanno dovuto arrabattarsi come potevano e con quel che avevano, o meglio, non avevano, per far fronte all'emergenza, le responsabilità sono ancora una volta della politica e di coloro che la gestiscono. Troppo comodo intervenire a danno avvenuto e puntare il dito affibbiando colpe ma comportandosi come Ponzio Pilato! Ha ragione il vescovo di Nola quando rileva che si sono fatte continue promesse che sono rimaste però tali, e colpevolizzare i medici sul sistema sanitario che funziona poco o male non è giusto. Il ministro Lorenzin ha fatto intervenire i Nas perché accertino la realtà della situazione e le eventuali responsabilità. Atto, questo, dovuto, ma il problema è molto più grave, e non attiene solo una regione, ma la questione sanitaria è da migliorare e “aggiustare” in tutta la Penisola. Un Paese non può dirsi civile, maturo e responsabile, se non mette al primo posto le persone più fragili, i disabili, i malati, gli anziani, i bambini. Quell'immagine non ha certo fatto onore al nostro Paese, ma non alla gente che lavora e si promuove, nel fare il proprio dovere, per gli altri, ma verso coloro che, avendone il potere, non rimuovono o, meglio ancora, prevengono, ove possibile, le difficoltà, le inefficienze o, purtroppo, la corruzione.
Nella Carta dei Diritti del Malato, il paragrafo tre recita:
- Chiunque si trovi in una situazione di rischio per la sua salute ha il diritto a ottenere tutte le prestazioni necessarie alla sua condizione e ha altresì diritto a non subire ulteriori danni causati dal cattivo funzionamento delle strutture e dei servizi.
Non credo necessiti di commenti. Inoltre vi è anche la Carta Europea dei diritti del malato, e anche in questa troviamo chiari riferimenti alla tutela della dignità del sofferente. Non posso non citare anche il contenuto della Costituzione che recita:
- La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La tutela deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, utilizzando le risorse disponibili secondo criteri di equità, efficienza ed efficacia.
Di questo, è la Politica che deve farsene, in primis, carico, rispettandone i dettami, adoperandosi perché la sua realizzazione sia al massimo dell’efficienza, intervenendo con molta severità contro chi non rispetta quei primari diritti dovuti a ogni persona.