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Responsabilità oggettiva nel calcio: inutile spreco

diritto-calcisticoParliamo oggi di un tema che gli italiani conoscono molto bene, il calcio, e intrecciamolo con un tema che tutti dovrebbero conoscere ma che passa spesso inosservato, ossia la legge.

Negli ultimi tempi, tutto il nostro ordinamento, ma in modo particolare quello sportivo, sta subendo un duro attacco sulla disciplina, un po' troppo ancorata al passato, che ci sta condannando a essere uno dei paesi in calo di prestazioni sportive: non parliamo semplicemente di squadre o giocatori (oltre che di soldi), ma ci riferiamo proprio alla disciplina legislativa che viene applicata in tutto il contesto sportivo (e in particolare nel calcio, dove viene troppo spesso utilizzata purtroppo). La legge sportiva odierna è troppo ancorata a stilemi del passato, ormai aboliti negli altri paesi europei, di cui noi invece continuiamo ad abusare. Un esempio lampante di questa tendenza è la presenza, non ancora abolita purtroppo, della responsabilità oggettiva per le società di calcio.

Spieghiamoci meglio: la responsabilità oggettiva è quel fenomeno che porta le società ad essere punite per danni che sono stati commessi dai loro tifosi, con comportamenti di tutti i generi (si va dagli insulti razzisti fino alle risse fuori dagli stadi). Insomma, vengono punite le società per un danno che hanno cagionato senza colpa e senza dolo, una vera mostrousità parlando in ambito sportivo: essenzialmente perchè invece, in ambito civilistico, seppur non senza qualche critica dottrinale, la responsabilità oggettiva funziona bene, finendo invece ad essere inefficace (nonchè lesiva) negli stadi. Facciamo un esempio semplice: un giocatore di una squadra compra una partita facendoci dei soldi e danneggiando la società, che si vede pure punita insieme al giocatore quando l'illecito viene scoperto e si finisce tutti in tribunale. Per dirla in parole povere, in queste situazioni le società finiscono cornute e mazziate, principalmente perchè esse rispondono per i loro tesserati e per i loro tifosi. Nel caso dei cori (razzisti o di altri generi) la beffa è ancora peggiore, con le società che finiscono per essere multate senza alcuna ragione. Negli anni quindi la responsabilità oggettiva in ambito sportivo ha finito per diventare una vera e propria arma di ricatto verso le squadre, che finiscono per essere bloccate dai tifosi. Ma non è tutto: poichè spesso e volentieri insieme ai tifosi stupidi finiscono puniti, in seguito alla chiusura delle curve, anche coloro che allo stadio ci vanno per fare una cosa che ormai sembra non si faccia più da secoli: seguire la partita.

La situazione è quindi abbastanza grave, e la FIGC si è attivata per elaborare una riforma su questa materia. Anche la giurisprudenza sportiva ha cominciato a rispondere alle chiamate del buonsenso: una sentenza innovativa rispetto alla prassi è arrivata l'anno scorso a favore del Novara, che si è vista decurtare di due punti la propria penalizzazione per la buona fede nell'applicazione delle misure di controllo per evitare le scommesse, nonostante un loro tesserato fosse finito in tribunale proprio per questo. Il modello di riferimento sembra giusto in questo caso: se una società prova, oltre che essere esente da colpe, di aver adottato tutti i provvedimenti necessari per evitare il danno che comunque si è verificato, non dovrebbe essere sanzionata. Ricordiamoci sempre che la responsabilità oggettiva andrebbe applicata, ma attualmente, così com'è ora, è completamente inutile nel settore sportivo.

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