Protesta per la riforma della sanità lombarda, "Pannella ci insegna che non si protesta ma si propone" : intervista al consigliere regionale Usuelli dei Radicali
Una nuova riforma della sanità regionale in Lombardia, sta per essere approvata con tantissime polemiche, soprattutto da parte della coalizione di opposizione e da tanti sindaci delle principali città lombarde, che chiedono in generale di intervenire in modo migliore nella nuova pianificazione territoriale di case e ospedali di comunità e nell’organizzazione della rete di assistenti socio-sanitari.
Abbiamo voluto intervistare il Dottor Michele Usuelli, medico neonatologo, all’ospedale Mangiagalli di Milano, dal 2018 consigliere regionale con il gruppo politico +Europa Radicali.
Dottore una riforma sanitaria che sta suscitando numerose critiche sia dall’opposizione in giunta regionale e sia da tantissimi cittadini; cosa sta accadendo?
Purtroppo è da tantissimo tempo che la situazione va avanti! Con un netto ostruzionismo cerchiamo di fermare una riforma che non migliora assolutamente: gli errori di Formigoni e Maroni, anzi peggiora ancor di più la situazione.
Per quale motivo secondo lei?
Tanti sono i motivi, dalla nomina dei direttori generali alla inadeguatezza, secondo il nostro parere, di non essere in grado di riuscire ad investire al meglio i fondi della Next Generation U.E. , priorità del nuovo governo Draghi.
Nonostante si sia fatto un copia incolla del progetto del bando emesso dal nuovo governo , la riforma non appaga la richiesta europea di come investire nella sanità.
Dove c’è maggiore preoccupazione secondo lei?
Guardi, la nostra preoccupazione è dovuta al fatto che non si ha nessuna intenzione di investire in qualità di risorse nelle case della salute, ospedali di comunità e neppure nell’assistenza sanitaria, strutture e attività essenziali per la salute di tutti i cittadini; anzi si sta cercando di acquistare tanto materiale sanitario e costruire tante strutture.
A che cosa servono strutture e macchinari sanitari se poi non ci sono le giuste risorse umane al servizio dei cittadini? Le faccio un esempio: ci sono tanti medici di base che svolgono il proprio lavoro nel proprio studio. La Regione Lombardia dovrebbe assolutamente incentivare ogni medico ad aggregarsi con il proprio studio presso le case della salute, continuando il proprio lavoro.
In questo caso ogni medico non pagherà più l’affitto e avrà la possibilità di lavorare in equipe, insieme ad infermieri, operatori sanitari e personale amministrativo.
Questo significherebbe anche fare più prevenzione Dottore?
Certamente!
La casa della salute è un grande beneficio per il paziente, soprattutto in qualità di tempo per la cura .
Mi spiego meglio, quando il lavoro è svolto da una squadra, si lavora meglio con tempi d’azione ridotti, avere del personale amministrativo che affianca il medico di base, significherebbe permettere ad ogni paziente di uscire da quel luogo senza l’impegnativa, cioè con una visita già prenotata.
Lei ha parlato di errori da parte di chi ha amministrato precedentemente che non verranno sanati con l’entrata in vigore di questa legge, vero?
Sì, assolutamente.
Uno degli errori gravi della legge Maroni è stato quello di porre la figura del direttore delle A.S.S.T. sia come responsabile dell’ospedale sia come responsabile del territorio.
Sbagliatissimo a mio avviso!
Il motivo, per cui ogni direttore, dedica l’80% del suo operato all'ospedale e il 20% al territorio, garantendo una maggiore importanza al primo, in quanto nell'ospedale come è normale che sia ha un budget maggiore, e non al secondo, quando in effetti anche il territorio ha la stessa importanza, in quanto essenziale per ogni cittadino.
In Lombardia, un altro problema sono le ATS ,agenzie che si occupano della salute dei cittadini. Ben otto ATS, con autonomia gestionale si comportano in modo diverso, c’è ne dovrebbe essere una sola che segua una linea unica.
Si è parlato tantissimo anche della carenza dei medici di base .
Cosa ne pensa di tutto questo?
La carenza di medici di base è un problema che si ripercuote da anni, però c’è da dire che si potrebbe fare una buona sanità anche con risorse minori.
Ritorno a quello che ho detto prima: se un medico di base dovesse avere 1000 pazienti , se si associasse con uno studio di altri 10 medici con altri 1000 , ci sarebbe una squadra di medici in forma associata potrebbero gestire ben 12000 pazienti; per quello intendo ancora ribadire l’importanza della casa salute.
Si sta parlando di una maggiore privatizzazione, cosa ne pensa di tutto questo?
Non è la privatizzazione il problema principale, esiste anche il privato di qualità , l’importante è saper contrattare con il privato, cioè non è il privato che decide, ma è l’assessore che si impegna nel negoziare con il privato , privilegiando l’interesse della salute di ogni singolo cittadino.
Si è sempre parlato della sanità lombarda come la migliore sanità d’Italia.
Cosa ne pensa?
Nessuno ci crede più nessuno , perché la sanità non è solo l’ospedale ma riguarda tutta la salute dei cittadini.