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Paolo VI beato: la storia di Giovanni Battista Montini

Come ormai risaputo, domenica 19 ottobre 2014 in Vaticano, Papa Francesco I, dichiarerà beato, in nome della Chiesa, Giovanni Battista Montini, divenuto Papa il 21 giugno 1963, col nome di Paolo VI. Montini nasce a Concesio in provincia di Brescia nel settembre del 1897, e muore a Roma nell’agosto del 1978.

Ripercorro brevemente la vita di questo pastore della Chiesa universale che, prima di salire al soglio pontificio, ha ricoperto anche la carica di Arcivescovo di Milano. Andiamo con ordine. Di cagionevole salute, nel 1903 è iscritto nel collegio Arici di Brescia, dove frequentò sino al liceo classico. Nel 1916, ottenuta la licenza presso il liceo statale Arnaldo da Brescia, entrò nel seminario della città bresciana. Due anni dopo lo troviamo come collaboratore al periodico studentesco La Fionda, dove scrisse articoli di notevole spessore. Nel 1919 entrò nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana, divenendo nel 1925 assistente ecclesiastico nazionale. Nel 1920, nella cattedrale di Brescia, ricevette l’ordine sacerdotale.

Nel 1923 fu inviato, da Pio XI, a Varsavia come addetto alla Nunziatura Apostolica, rientrato in Italia, conseguì le lauree in Diritto canonico, Diritto civile e Filosofia. L’incarico di Montini nella FUCI non fu facile, avversato da alcuni ambienti ecclesiastici, si dimise dall’incarico otto anni dopo la sua elezione. Nel 1937 fu nominato sostituto alla Segreteria di Stato. Sua è la collaborazione, con Pio XII, alla stesura del radiomessaggio del 24 agosto per scongiurare l’ormai imminente conflitto mondiale. Sue le storiche parole: “Nulla è perduto con la pace! Tutto può esserlo con la guerra”.

Messaggio rimasto inascoltato allora, come purtroppo resta ancora oggi. Nel periodo bellico Montini si profuse per dare assistenza a perseguitati ebrei, offrendo risorse economiche in nome del Papa, e nascondendone oltre quattromila, sottraendoli alla deportazione.

Al termine del conflitto mondiale, Montini si adoperò con solerzia, mai con modalità aggressive, per salvaguardare il mondo cattolico dalle irrompenti idee marxiste. Nel 1954 muore il Cardinale Ildefonso Schuster, e Montini è nominato Arcivescovo di Milano. Il suo operato nella nostra diocesi Ambrosiana fu soprattutto quello del dialogo e della conciliazione tra tutte le forze sociali, usufruendo anche di associazioni come le ACLI. Il mondo del lavoro è stato una delle preoccupazioni principali di Montini, la ricostruzione esigeva gravosi impegni economici, la forte immigrazione del sud che andava organizzata, l’ateismo e le idee marxiste che si facevano strada nella società, impegnava il nostro Arcivescovo a un lavoro continuo e costante su tutto il territorio della diocesi.

Alla morte di Pio XII il conclave elesse Papa Giuseppe Roncalli, ossia Giovanni XXIII, il quale nominò Montini Cardinale. Sappiamo che Giovanni XXIII indisse il Concilio Vaticano Secondo nel 1962, che s’interruppe un anno dopo per la morte dello stesso. Il conclave che ebbe seguito, il 21 giugno 1963 elesse Papa il cardinale Montini, che assunse il nome di Paolo VI.

La sua “carriera” da Papa non fu facile, si rendeva conto di una realtà sociale che andava sempre più incontro a una secolarizzazione, separandosi dalla spiritualità, e i suoi interventi furono motivati della necessità della coerenza verso la Fede e il bene comune.

Quest’atteggiamento gli procurò accuse di modernismo da una parte del clero, mentre una seconda lo accusava d’immobilismo. Nel 1964 decise di rinunciare all’uso della tiara papale, mettendola in vendita e dando il ricavato ai più bisognosi.

Uomo di vasta erudizione, ma di animo riservato e pacato, dedito a una vita spirituale intensa, riuscì a concludere il Concilio iniziato dal suo predecessore. Fu il primo pontefice a viaggiare in aereo, recandosi in Terrasanta, dove abbracciò il patriarca ortodosso Atenagora I, riavvicinando così le due chiese.

Decise di non pubblicare la lettera che conteneva il Terzo segreto di Fatima. Nel 1966 abolì l’indice dei libri proibiti e, un anno dopo annunciò l’istituzione della Giornata mondiale della pace. Molto ancora ci sarebbe da dire sulla vita di Paolo VI, ma devo concludere l’articolo, non prima, però, di aver citato tre delle sue varie encicliche, la Popolorum Progressio, la Sacerdotalis Caelibatus e l’Humanae Vitae.

Domenica 19 ottobre 2014 Paolo VI sarà, dalla Chiesa Cattolica, beatificato per volere di Papa Giovanni Paolo II, che ha aperto il processo diocesano. Papa Benedetto XVI lo proclamò venerabile, in attesa che un miracolo lo acceda alla beatitudine. Il miracolo atteso si manifestò con la guarigione inspiegabile di un bimbo che sarebbe nato menomato nel fisico. L’annuncio di questa guarigione, dato nel maggio 2014, lo farà proclamare beato da Papa Francesco.

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