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Neja e Luca Guadagnini Band assieme per “Questione di Fortuna”: la dance e il rock che non tramontano mai

Dal 2009 Luca Guadagnini & Band ha ideato l’evento “Rock per un bambino”, per la volontà di Luca di trasformare il dolore per la perdita della sua bambina Aurora, in una “festa” della musica con una raccolta fondi che si svolgerà anche quest’anno il 20 maggio presso il Pala Cesaroni di Genzano (Roma) a favore dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, evento a cui anche Neja parteciperà. I due artisti stanno lavorando con l'inseparabile Band di Luca, inoltre, ad un Tour estivo con cui faranno ballare le piazze italiane e che riserverà moltissime sorprese.

Il video, con la sapiente regia di Federico Taticchi e Fabio Cascione, vede protagonisti Neja, Luca e la Guadagnini Band (composta da Enzo Alberigi, Fabrizio Menichelli, Leandro Gaiardoni, Gabriele Conti & DJ Set di Gabriel), in un corto intrigante e divertente girato al Caput Mundi The Mall – Roma.

Abbiamo raggiunto i due artisti “lontani nella musica” ma vicini nell’amicizia e nella voglia di unire i loro mondi per questo “bellissimo progetto”: “Questione di fortuna”.

Un brano ballabile e radiofonico che invita a vivere le relazioni con un po' di coraggio anche quando non ci si sente all’altezza dell’oggetto del nostro desiderio, perché in ogni caso, che sia Questione di Fortuna o no, sono un bagaglio esperienziale importante per guardare avanti, anche con un po' di autoironia.

luca band e neja

Luca Guadagnini

Luca, prima del progetto rock per un bambino facevi il musicista. Mi racconti di te?

luca guadagnini

Io ho fatto sempre fatto il musicista di professione dopo la scomparsa di mia figlia, ho dedicato parte della mia arte al sociale per aiutare l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma organizzando concerti e diversi eventi.

Il mio percorso artistico come cantautore è iniziato con il gruppo “Vernice” e nel ‘98 ho sostituito il fronteman Stefano D’Orazio che ha lasciato il gruppo.

Il progetto dei Vernice è finito nel 2008 e l’anno successivo ho continuato con gli ex componenti della storica band.

Nella mia carriera ho suonato con grandi artisti come Franco Califano, Edoardo Vianello e Gigi D’Alessio.

Perché hai scelto il nome “Rock per un bambino”?

Io vengo da un gruppo rock perché negli anni’ 90 facevamo questo genere musicale e dopo quello che mi è accaduto, ho voluto unire in questo nome il termine rock, pieno di carica con la mia storia: è nato un connubio che ha potenza e spessore, con il sociale dei bambini  e l’energia del rock.

Come avviene il casting degli artisti e come è strutturata la serata?

Nell’ambito discografico ho diversi contatti e questo mi consente di invitare diversi artisti, i quali in base alle proprie disponibilità accolgono l’invito. Non è sempre facile riuscire ad organizzare questo evento, perché spesso l’inizio delle tournée degli artisti coincide con il periodo in cui si tiene la serata di festa, ma cerchiamo comunque di farcela.

Il progetto ha avuto e continua ad avere un grande successo. Siamo arrivati a raccogliere in questi anni 235.000 euro.

La serata inizia con la mia band che apre la festa con il pezzo “Un mondo in un sorriso” che ho scritto per questo evento. Poi si alternano i vari cantanti, ma anche altri artisti come cabarettisti e ballerini. È una kermesse variegata che inizia alla 20.00 e finisce alle 24.00, e vede la partecipazione di circa 2500 persone.

E’ una serata di musica che non segue il genere rock. Nel corso del tempo hanno partecipato diversi artisti che abbracciano generi diversi come Bobby Solo, Roby Facchinetti e tanti altri.

La scelta di duettare con Neja è nata da un incontro casuale che ti ha permesso di realizzare un sogno nel cassetto.  Da un punto di vista musicale è stata una sperimentazione cantare un pezzo dance, visto che fai pop e rock.  Come ti sei visto in questo nuovo ruolo?

È il mio primo pezzo dance in assoluto, anche se avevo scritto dei pezzi più ritmati due anni fa. È stata un’esperienza bellissima anche se è stato complicato tecnicamente perché sul pop e il rock ho una linea consolidata, mentre sulla dance è un’altra storia. È stato difficile ma ci siamo riusciti.

Dopo questo lavoro ci siamo promessi che cercheremo di fare delle date assieme durante le nostre rispettive tournée, dove io farò il rock mentrelei farà la dance.  Stiamo studiando il progetto per alcune date sperimentali.

Neja

neja

Neja, dopo il progetto “Beauty”, ora questa collaborazione con Luca.  Un'altra bellissima iniziativa, però sono dei progetti tecnicamente diversi. Come è nata l’idea di questo singolo?

Beauty è un progetto pop che è stato scritto per questa associazione villaggio Sos dei bambini.  Mi sono dedicata a questa storia perché ho conosciuto Francesca Randi, la responsabile in Italia, che mi ha appassionata con il suo racconto di questi ragazzi che non riescono a crescere da soli perché vivono in paesi in cui c’è la guerra oppure hannoi genitori che sono grado di sostenerli e sostentarli.

Per me è stato bellissimo sposare questo progetto interiore anche da punto di vista d’animo. Questo è il motivo per il quale il testo di “Beauty” parla di bellezza, ma a livello interiore e di tutto quello che ci circonda.

L’altro progetto che ho seguito con Luca, proposto da un amico in comune, è diverso perché ha aspetti dance legati al mio percorso e altri più rock legati alle caratteristiche di Luca. Siamo riusciti a trovare un equilibrio tra i generi diversi per entrambi.

Il pezzo ci è sembrato “fresco”, ci piaceva l’idea di conquistare qualcosa apparentemente irraggiungibile e lo abbiamo portato alla kermesse musicale “Una voce per San Marino“.

Questo costante ed impegnativo spaziare è un tuo bisogno di cercare nuovi stimoli o sei una cantante/interprete universale? Come ti definisci?

Sono di natura molto curiosa e mi piace sperimentare generi musicali sia a livello melodico perché scrivo melodie e testi delle canzoni, ma anche a livello vocale perché ogni genere musicale ha bisogno di una sfumatura un po’ diversa: come “guardarsi dentro” e cercare altri contorni. Tutto questo è un bellissimo percorso.

Ci sono dei generi che io preferisco, come sperimentare anche in brani sacri. Io arrivo da questo mondo e quando posso, ritorno alle mie origini senza rinnegare il percorso dance che ho fatto e che sto facendo.

Mi sento una cantante a tutto tondo quando canto altri generi. Quando faccio la dance c’è una carica e un’esplosione per il tipo di genere, mentre quanto canto delle ballad e dei gospel ci metto tanto sentimento.

Una riflessione sulla dance: spesso vengono organizzate le serate anni 90 e sui social c’è la richiesta di quel tipo di musica. La musica dance si è evoluta in un format meno commerciale e meno raggiungibile secondo te? I tuoi pezzi come “The game”, “Shock”  e “Restless” (per citarne alcune) si ascoltavano dappertutto. Oggi non è piùcosì. Cosa ne pensi?

Quel genere musicale è stato considerato di serie b. C’è stato un decennio in cui c’erano i classici tormentoni estivi, pezzi come miei, che avevano delle caratteristiche particolari che nel corso del tempo le radio e il sistema hanno deciso di non passarle più.

Ora c’è il reggaeton che non piace a nessuno ma tutti tutto lo suonano.

Dopo la musica degli anni ’90 è subentrata la house, che fondamentalmente non se la ricorda più nessuno e poi i vari satelliti. Ora c’è il ritorno al vinile, con qualità diversa e con lo “sporco” che ha un valore. Ci sarà sempre una fetta nostalgica di pubblico che vorrà tornare al passato, riprendendo i ricordi legati alla fanciullezza, ai tempi dell’università e dalla patente.

Luca mi ha raccontato che farete delle tournée con delle ipotesi di serate assieme. Quali progetti stai portando in tour visto che hai più anime?

Hopiù situazioni perché sai mi piace sperimentare. Ho un quartetto d’archi tutto al femminile di musica moderna con archi e voce, e un altro progetto con un chitarrista con cui facciamo dei pezzi all’alba e al tramonto per far vibrare le corde dell’anima che si chiama ” Le corde dell’anima”.

Poi c’è un’anima più dance dove porto le mie hit nelle piazze e nei locali, un viaggio negli anni 90 con i miei successi e quelle dei miei colleghi come Corona, Gala e altri.

Il singolo “Questione di fortuna” è un momento di incontro che supera la musica, dove Luca e Neja hanno saputo mettere “se stessi” portando l’arte e il cuore oltre le note.

Link per ticket:

https://www.rockperunbambino.it/ 

luca e neja

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