L’attuale crisi economica era prevedibile?
L’attuale crisi economica era prevedibile? Sembrerebbe proprio di si!!!
Il giorno 28 novembre 2010 un centinaio di economisti italiani (in massima parte professori universitari di chiara fama), riferibili ai più svariati orientamenti culturali e politici, avevano sottoscritto una missiva inviandola ai seguenti destinatari:
- Ai membri del Governo e del Parlamento
- Ai rappresentanti italiani presso le Istituzioni dell’Unione europea
- Ai rappresentanti delle forze politiche e delle parti sociali
- Ai rappresentanti italiani presso le Istituzioni dell’Unione europea e del SEBC
- E per opportuna conoscenza al Presidente della Repubblica
con la precisa finalità di sollecitare una discussione pubblica urgente sul baratro che si stava aprendo sotto i piedi di tutti gli Italiani. Nessuna rilevanza è stata data dai media a questa importantissima lettera, e nessun riscontro è mai pervenuto ai firmatari. Il documento testualmente così recitava.
“La gravissima crisi economica globale, e la connessa crisi della zona euro, non si risolveranno attraverso tagli ai salari, alle pensioni, allo Stato sociale, all’istruzione, alla ricerca, alla cultura e ai servizi pubblici essenziali, né attraverso un aumento diretto o indiretto dei carichi fiscali sul lavoro e sulle fasce sociali più deboli. Piuttosto, si corre il serio pericolo che l’attuazione in Italia e in Europa delle cosiddette “politiche dei sacrifici” accentui ulteriormente il profilo della crisi, determinando una maggior velocità di crescita della disoccupazione, delle insolvenze e della mortalità delle imprese, e possa a un certo punto costringere alcuni Paesi membri a uscire dalla Unione monetaria europea.
Il punto fondamentale da comprendere è che l’attuale instabilità della Unione monetaria non rappresenta il mero frutto di trucchi contabili o di spese facili. Essa in realtà costituisce l’esito di un intreccio ben più profondo tra la crisi economica globale e una serie di squilibri in seno alla zona euro, che derivano principalmente dall’insostenibile profilo liberista del Trattato dell’Unione e dall’orientamento di politica economica restrittiva dei Paesi membri caratterizzati da un sistematico avanzo con l’estero.”
E’ impensabile che la mancata divulgazione pubblica di tale scritto sia stata frutto di una concomitanza di fatti casuali, né si può credere che l’averlo del tutto ignorato da parte dei soggetti ai quali era diretto sia un fatto in qualche modo giustificabile e dunque eticamente accettabile. Questa situazione di crisi era prevedibile, così come era possibile predisporre gli strumenti adeguati per evitarla. E’ necessario quindi interrogarci sulle responsabilità di quanti, con grande cinismo, non si sono adoperati in tal senso.
Mirella Elisa Scotellaro