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“Lasciate riposare la terra”: il discorso del vescovo Delpini ai milanesi per Sant’Ambrogio

Come ogni anno, alla vigilia della ricorrenza del santo patrono di Milano, Sant’Ambrogio, il vescovo Delpini ha dedicato il suo discorso alla città nella suggestiva cornice della Basilica del Santo. Il titolo del discorso di quest'anno è stato: “Lasciate riposare la terra”.

Come di consueto, riporto le riflessioni del Vescovo, integrandole con alcune considerazioni personali, che troverete tra parentesi. Per la lunghezza del testo, ho deciso di suddividerlo in due parti.milano pix duomo di milano 4678736 1280


Di che cosa è stanca la gente?

Il Vescovo ha iniziato ponendosi una domanda cruciale: di che cosa è stanca la gente?

La gente non è stanca della vita, perché la vita è un dono di Dio che continua a essere motivo di stupore e di gratitudine. La gente è stanca di una vita senza senso, interpretata come un ineluttabile andare verso la morte. È stanca di un futuro che non lascia speranza, di rapporti ridotti a esperimenti precari e di una vita privata dell’“oltre” che dà significato al presente e al domani.

(Queste parole colpiscono profondamente. Una vita senza senso è, in effetti, un dramma che porta all’apatia e all’incapacità di vivere appieno. Dare un significato alla propria esistenza è essenziale per non ridursi a “vegetare”.)


Il lavoro e la famiglia: risorse e fardelli

Il Vescovo prosegue riflettendo sulla fatica del lavoro:

La gente non è stanca del lavoro in sé, perché il lavoro è fonte di dignità. La gente è stanca di un lavoro che non basta per vivere, di spostamenti esasperanti e degli incidenti sul lavoro. È stanca di un sistema che non offre opportunità ai giovani e di una burocrazia ossessiva che tratta i cittadini come sospetti, anziché coinvolgerli nel bene comune.

(Promesse non mantenute, salari inadeguati e una burocrazia asfissiante sono piaghe che affliggono tanti lavoratori. È urgente affrontare queste criticità.)

Sulla famiglia, il Vescovo osserva:

La famiglia è il primo valore, ma è sotto pressione. La frenesia della vita quotidiana impone un accumulo di impegni che impoverisce le relazioni e avvelena i sogni dei più fragili. Troppi adolescenti non desiderano più vivere.

(La famiglia è il pilastro della società. Tuttavia, oggi è minacciata da visioni che ne minano i fondamenti, contribuendo alla crisi demografica e sociale. È urgente riportare la famiglia al centro delle priorità.)


La città e la terra: un invito alla custodia

Nella seconda parte del discorso, il Vescovo si concentra su due ulteriori domande: di che cosa è stanca la terra? e di che cosa è stanca la città?

La terra

La terra non è stanca dell’uomo, perché è stata creata per la vita. Tuttavia, è stanca di essere sfruttata con avidità, trasformata in discarica e martoriata da guerre e devastazioni climatiche. Gli sconvolgimenti climatici sono il grido della terra contro un equilibrio infranto.

(Questo è un forte richiamo alla responsabilità collettiva. Lo sfruttamento senza limiti delle risorse naturali è insostenibile. Dobbiamo cambiare rotta, partendo da piccole azioni quotidiane che possono fare la differenza.)

La città

La città non è stanca delle case, ma è stanca del degrado e dell’abbandono. È stanca del turismo irrispettoso e dell’indifferenza che porta a trascurare interventi fondamentali per prevenire disastri come alluvioni e incendi.

(La gestione del territorio urbano richiede lungimiranza e rispetto. Troppo spesso, però, egoismi e interessi economici prendono il sopravvento, aggravando problemi già critici.)


un invito alla riflessione

Il discorso del Vescovo Delpini è un invito a fermarsi e riflettere. “Lasciate riposare la terra” non è solo un monito, ma una chiamata all’azione per ristabilire un equilibrio tra l’uomo, la città e l’ambiente.

Qui termino le mie considerazioni. Ho detto la mia, ora tocca a voi: che cosa ne pensate di queste parole?

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