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Ivrea, tabaccaio spara e uccide un ladro

poliziaUn ladro di origine moldava perde la vita durante una tentata rapina. È successo ad Ivrea in via Torino. Un tabaccaio ha sparato ed ucciso un ladro, che aveva tentato una rapina durante la notte alla sua tabaccheria.

Pochi istanti quelli che hanno fatto agire il tabaccaio incredulo ed impaurito dalla situazione. La sua abitazione, infatti, è sita subito al di sopra nel locale commerciale.

Durante la notte, sentendo rumori sospetti, è uscito sul balcone di casa armato. Davanti ai suoi occhi si avverava la scena che lo ha reso spaventato ed irrazionale. Si stava per compiere la rapina nel suo tabacchino da parte di tre ragazzi. La sparatoria, secondo le fonti, sarebbe avvenuta intorno alle 3 del mattino sparando circa 7 colpi.

La vicenda è chiara, i fatti evidenti, resta solo una domanda: chi per la magistratura verrà incriminato? Da un punto di vista si potrebbe essere concordi nel dire che, entrando un estraneo nel proprio domicilio o nel proprio locale commerciale con cattivi intenti, si possa, per legittima difesa, reagire in modo non sempre proporzionato all’offesa.
Ma non sempre la Giurisprudenza, così come la dottrina, hanno pensato la legittima difesa in questi termini.

legge

Nel codice penale la legittima difesa è disciplinata all’art 52 c.p. come causa di giustificazione. Andiamo più nello specifico. Si tratta di un bilanciamento di beni che sono contrapposti, dove tra i due prevale l’interesse del soggetto che viene aggredito, e di conseguenza vede legittima la reazione del soggetto aggredito che colpisce l’aggressore.

La legittima difesa si differenzia in difesa classica o difesa domestica o allargata.
La legittima difesa classica prevede “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.
In termini meno giuridici, la difesa è legittima quando si possono evidenziare determinati requisiti attinenti sia all’offesa sia ai limiti della difesa. Nello specifico, il pericolo che incombe sulla persona aggredita deve essere attuale, ad esempio, l’aggressore sta colpendo la vittima.

Ancora, riferito al caso di specie, il ladro moldavo che al momento sta entrando o scassinando la porta del tabacchino.
Si denota, dunque, che il tabaccaio era già in possesso di uno dei requisiti per potersi difendere legittimamente.
Ancora, il pericolo deve investire un diritto proprio o altrui.
Si parla di un diritto, di regola, soggettivo: vita, libertà personale, ma anche della proprietà di un bene.
Ed ecco che si aggiunge un secondo requisito per cui il tabaccaio era in ragione di reagire in modo legittimo: il pericolo stava investendo il suo diritto alla proprietà verso il suo tabacchino.
Un terzo requisito prevede l’ingiustizia dell’offesa, ed è tale quando non è autorizzata dall’ordinamento. Nel caso di specie, non si può certo credere che alle tre di notte un ragazzo moldavo sia legittimato a scassinare ed entrare, ingiustamente, nella proprietà altrui durante orario di chiusura.
Altro requisito che si aggiunge alla facoltà del tabaccaio di difesa legittima.
Un altro punto riguarda la necessità della difesa: si cerca sempre di prediligere la scelta che prevede la sottrazione al pericolo in corso con modalità diverse dalla commissione di un reato attuando la difesa legittima. Nel caso del tabaccaio bisogna porsi tale domanda: aveva altre opportunità di scelta?
Poteva certamente aspettare che entrassero nella tabaccheria con il rischio conseguente di vederli da lì a pochi minuti anche nella sua abitazione personale. Nel momento della rapina in corso non c’erano alternative consone che avrebbero permesso di far terminare l’azione di offesa attuata dai malviventi.
Qualsiasi atteggiamento passivo e di attesa avrebbe comportato il rischio, non solo che il tentativo di rapina si espandesse anche all'abitazione, ma la certezza che avrebbero rapinato il suo locale commerciale.

Infine, il requisito più complesso, la proporzionalità. Come definire se la difesa sia proporzionata all'offesa? Forse, cordialmente, si potrebbe chiedere al gentile malvivente se è in possesso o meno di un’arma o di un qualsiasi altro oggetto contundente, ed allora, solo in quel momento, chiedendo sempre con cortesia un momento di attesa, si potrebbe prendere la propria arma (riposta in loco sicuro, quindi serve altro tempo, sempre concesso dal gentile malvivente).
Frasi ironiche, forse, per capire che non sempre si può definire “semplice” la valutazione dell’evoluzione della dinamica in corso. Non sempre si ha il tempo di capire quale sarà il tipo di offesa e di conseguenza quale possa essere la difesa consona da attuare. La legge, in questo caso, è come addirittura se chiedesse di aspettare di ricevere l’offesa, e solo in quel momento (se si ha ancora la fortuna di avere tutte le capacità funzionali fisiche) si può reagire con una difesa adeguata.
Sembra paradossale che si debba aspettare di ricevere un colpo d’arma da fuoco e solo allora poter reagire.

nuova legge


Ma ecco che nel recente 26 Aprile 2019 arriva un barlume di speranza.
Il Parlamento, infatti, approva la nuova legge sulla legittima difesa, che modifica l’articolo 52 c.p.
Tale articolo rafforza la tutela di chi reagisce ad una violazione del suo domicilio.
La difesa adesso sarà sempre legittima per chi: “all'interno del domicilio e nei luoghi ad esso equiparati, respinge l’intrusione di una o più persone fatta con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”.
Un passo avanti e due indietro, a rimanere dubbio è l’art 55 c.p. che disciplina l’eccesso colposo, sul quale sarebbe indagato il tabaccaio. L’eccesso colposo di legittima difesa, infatti, è tornato al centro dell'agenda politica nazionale. L’articolo così descrive: “Quando nel commettere alcuno dei fatti indicati si eccedono colposamente i limiti dalla legge o dall'ordine dell’Autorità ovvero imposti dalla necessità”.
Rimane, dunque, nelle mani della magistratura l’interpretazione di tale articolo e di conseguenza le sorti del tabaccaio.

Debora Cavallo

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