Il Giorno della Memoria, un orrore senza tempo
In ricordo delle povere vittime dell’Olocausto. Shoah, per non dimenticare. Per non dimenticare, ripercorriamo con una poesia quanto accaduto nei campi di concentramento, lo sterminio degli ebrei (e non solo), per rivivere (per quanto possibile) quello che hanno dovuto subire quelle povere persone.
Nel campo
Le ceneri di chi amarono volano sul viso
Occhi vuoti, freddi d’un volto che non conosce riso
Restan numeri in questo abominio
Nomi onorati dopo lo sterminio.
E intanto una lacrima scioglie la neve
Che gela i corpi di un di’ più lieve Ma i cuori braman una speranza
D’una resistenza che si protrae a oltranza.
Prega in silenzio per l’anima pura
Che assolve e del dolor etereo ne ha cura,
E piange, piange sul costato
Sul corpo esanime di chi ha tanto amato.
La sua immagine porta nel cuor
Perché in tanto odio, v'è ancora spazio per l’amor
E non vi son vinti o vincitori
Ma solo immensi vuoti e incolmabili dolori.
Scava nella profondità dell’essere fino a toccare l’anima, sfiorandola con la dolcezza e la delicatezza d’un petalo, perché il loro ricordo è sempre vivo e deve essere preservato, tutelato, tramandato e custodito dai posteri del mondo che verrà. Memore e conscio dell’errore umano, rammenta quel che sono le differenze tra un bambino a cui non gli viene strappata la libertà di esser tale con uno a cui la vita gli ha permesso di esserlo fino in fondo.
Ma, sii fermo nel constatare quel che, ora, possiamo osservare, ascoltare e vedere, perché quel che viene condiviso è un pezzo di cuore che non potrà mai essere sepolto tra le ceneri di coloro che hanno vissuto il crepuscolo più buio della loro vita. E sono proprio i superstiti di oggi, i bambini che hanno vissuto l’immane dolore, coloro che sono cresciuti troppo in fretta e non hanno potuto assaporare la spensieratezza e la felicità di un’infanzia e un’adolescenza priva di queste brutture, perché nel campo non hai scelta, puoi solo crescere in fretta.
E se meditare diviene l’imperativo futuro, ricordare diventa un obbligo, al fine che tutto ciò non rimanga celato, soprattutto per le vittime innocenti che per un’inezia sono stati annientati, senza conoscerne il motivo. Uomini, donne e bambini, d’ogni genere e d’ogni età, quando la salvezza dal genocidio era rappresentata da una dipartita veloce e quando la sopravvivenza era il dolore di vedere dinanzi ai tuoi occhi il genocidio che si consumava per mano di coloro che credevano di rappresentare la razza perfetta.
Ma qual è e cos'è la razza perfetta? E’ un’idea melensa creata per giustificare quegli atti disumani compiuti nel corso di quegli anni! E, dunque, rammentate gente, non solo nel ricordo della Giornata della Memoria, non solo, quindi, ogni 27 gennaio, ma ogni giorno della vostra vita, poiché un tale olocausto, un tale genocidio, una tale mattanza non sia più una nuova idea da concretizzare, non sia più un pretesto politico e non sia più una giustificazione!